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Un capolavoro di Giovanni da Rimini in mostra a Palazzo Barberini

Un capolavoro di Giovanni da Rimini in mostra a Roma, a Palazzo Barberini

Un capolavoro di Giovanni da Rimini in mostra a Roma, a Palazzo BarberiniUn capolavoro di Giovanni da Rimini in mostra a Roma, a Palazzo Barberini.

In una saletta appartata di Palazzo Barberini è possibile ammirare in questi giorni, proveniente dalla National Gallery di Londra, una tavola di Giovanni da Rimini (la cui biografia è documentata soltanto dal 1292 al 1315 ca) raffigurante alcune scene topiche tratte dalle vite de santi – l’Assunzione della Vergine, la Predica di Santa Caterina d’Alessandria, San Giovanni Battista nel deserto, San Francesco riceve le stimmate, la Morte di San Giovanni Battista – messa oculatamente a confronto con altre due tavole appartenenti alla collezione permanente del Museo ospite: la prima, sempre dell’artista riminese, ispirata alla vita di Cristo – si è ipotizzato che in origine fosse congiunta al quadro londinese a comporre un’unica grande opera – e l’altra, d’identico soggetto, dipinta da Giovanni Baronzio (Rimini, attivo nella prima metà del sec. XIV).Un capolavoro di Giovanni da Rimini in mostra a Roma, a Palazzo Barberini

La mostra apre uno scorcio su una piccola scuola di artisti, fiorita a Rimini nel XIV secolo, che ha saputo coniugare armonicamente austere suggestioni di stampo bizantino con una decisa, riconoscibile impronta giottesca.
Sappiamo, infatti, che Giotto lavorò per un breve periodo nella città adriatica su commissione dei padri francescani e come il suo contagioso stile naturalistico-architettonico suscitasse ovunque scuole e seguaci. Abbiamo di fronte tre esempi di pittura narrante di carattere devozionale in cui la partizione astratta dello spazio scandisce la sequenza temporale degli eventi ovvero, come nel caso del dipinto londinese, riverbera un’altrettanto astratta griglia sincronica.Un capolavoro di Giovanni da Rimini in mostra a Roma, a Palazzo Barberini Il contesto naturale o urbano che circoscrive la scena – sempre magistralmente ritmata (verrebbe da dire, solfeggiata) dalla postura delle mani e dall’inclinazione dei corpi – non è mai descritto ma garbatamente alluso con l’ausilio di pochi, sapienti segni metonimici. L’opera della National Gallery ci appare coloristicamente più sobria e più prossima all’aurea metafisica della maniera orientale, di contro a certe accensioni cromatiche delle due tavole romane a rammentarci, forse, l’accadimento straordinariamente terreno dello sconcertante mistero dell’Incarnazione.

GIOVANNI DA RIMINI. PASSATO E PRESENTE DI UN’OPERA
a cura di Alessandro Cosma
17 novembre > 18 febbraio 2018
Gallerie Nazionali di Arte Antica – Palazzo Barberini
Via delle Quattro Fontane 13, Roma

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