Print Friendly and PDF

L’arte non è pornografia. Professore francese porta Facebook in tribunale

Gustave Courbet, L'origine du monde

Gustave Courbet, L'origine du mondeL’account di Frédéric Durand fu disattivato nel 2011 dopo che aveva pubblicato un’immagine de L’origine du monde di Gustave Courbet, una realistica raffigurazione di una vagina conservata al Musée d’Orsay di Parigi

Vi è mai capitato di incappare nelle strettissime maglie della censura di Facebook, rigidissimo nel sanzionare chiunque pubblichi immagini ritenute “sconvenienti”, con esiti spesso ridicoli o almeno esilaranti? A chi lavori nella comunicazione è capitato di certo: ed è capitato che riproduzioni di opere d’arte anche celeberrime fossero trattate dal social network alla stregua di volgari immagini di pornografia. Ora la situazione di è presentata con un insegnante francese, Frédéric Durand, il quale però non l’ha presa bene e ha deciso di trascinare Facebook in tribunale. Pietra dello “scandalo”? Un classico del genere, L’origine du monde di Gustave Courbet, una realistica raffigurazione di una vagina in primissimo piano. L’account di Durand fu infatti disattivato nel 2011 “senza avvertimenti o giustificazioni“, dopo che egli aveva pubblicato un’immagine dell’opera conservata al Musée d’Orsay di Parigi.

Spiaggia della Normandia dipinta da Coubert
Gustave Courbet: La plage à Trouville, 1865 ca., olio su tela, 34 x 41 cm. Dimensioni con cornice: 44,5 x 51,5 cm

Ma ora, dopo sette anni, la battaglia con Facebook arriva in tribunale, e la sentenza – attesa per il prossimo 15 marzo – potrebbe avere implicazioni decisive per la libertà di parola e la distinzione tra arte e immagini sui social. I termini e le condizioni di uso di Facebook vietano le immagini nude, anche se le regole sono state modificate nel 2015 per consentire la presenza di nudità associata alle opere d’arte. “Questa è una violazione della libertà di espressione“, ha dichiarato Stéphane Cottineau, l’avvocato di Durand, citando l’articolo 11 della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789, che codificava i diritti dei cittadini francesi. In tribunale chiederà alla creatura di Zuckerberg la riattivazione dell’account, oltre a 25mila dollari di danni e la spiegazione dei motivi per cui l’account fu cancellato per pornografia.

https://www.facebook.com

Commenta con Facebook

leave a reply

*