E’ dedicata a tre famose ballerine e al mondo vegetale la mostra che si è inaugurata l’8 marzo allo Studio Museo Francesco Messina di Milano e che proseguirà fino al 4 aprile 2018 dal titolo BELLE DI NATURA. Curata da Francesca Bacci e Maria Fratelli, vuole omaggiare tre famose danzatrici: Aida Accolla, Carla Fracci e Luciana Savignano, che negli anni ’50 hanno ispirato lo scultore a cui è dedicato il museo e che oggi gli artisti, Gianluca Balocco e Zachari Logan, hanno dedicato le loro opere, facendo vivere l’ancestrale legame tra la donna e il mondo vegetale, una metafora sottile e raffinata, da leggere con sensibilità e umiltà, per allontanarsi da paradigmi deviati e devianti di bellezza che spesso ci impone la società.
L’esposizione è parte degli appuntamenti “Il lato della scultura” dedicato al rapporto tra scultura e l’immagine bidimensionale, sia essa fotografia o disegno, organizzata dal Comune di Milano, Assessorato alla Cultura rappresentato da Filippo del Corno, che sarà presente all’inaugurazione, e da Maria Fratelli, direttrice del museo che definisci così l’esposizione: in mostra risalta la capacità di Messina di cogliere l’essenza immutabile dei suoi ritratti oggi rivisitati da Balocco con altrettanta attenzione e forza interpretativa. Le fotografie delle tre artiste, accanto ai disegni di Logan, ricompongono la continuità e l’armonia della natura di cui l’uomo è parte, a significare che il pianeta terra è un tutt’uno. All’arte il compito di unirlo in un abbraccio.
Gianluca Balocco, fotografo, videomaker e performer, ha ritratto le tre danzatrici nelle magnifiche sale di Palazzo Reale di Milano creando un apposito set fotografico, producendo numerosi scatti, di cui 18 sono stati selezionati per la mostra. Un’opera concettuale dove la figura femminile emerge per la sua forza, per l’esperienza e per il grande vigore fisico modellato dalla danza e dal tempo. Alle ballerine il fotografo ha fatto scegliere alcuni abiti a disposizione e il gioco che ne è venuto fuori è stata una perfomance d’eccellenza: Aida Accolla, con creatività e ironia, ha indossato dei costumi di scena, interpretando così ruoli diversi, come un albero che attraversa le differenti stagioni. Carla Fracci ha indossato un abito dal colore verde, ideato per la mostra insieme all’artista, lungo 11 metri, a indicare lo scorrere del tempo e la natura. Luciana Savignano ha indossato abiti lisi e consumati, usati nell’allenamento di una vita, il risultato che ne esce è la figura di una guerriera-samurai, energica e vitale. Il vestito indossato è considerato l’ elemento di collegamento fra la realtà e la dimensione astratta, assumendo un ruolo e un peso diverso, del tutto personale per ogni danzatrice.
Le tre figure femminili incarnano tre modi diversi di essere donna e di definire la bellezza, suggerendo riflessioni sull’omologazione estetica diffusa nella società contemporanea; in parallelo in mostra ci sono ritratti di piante sacre indiane riprese nella loro interezza, comprensiva di radici, come rimando dell’ unicità di ciascuna ballerina.
La loro bellezza naturale, frutto di esperienza e di maturità, è paragonata, dalla curatrice Francesca Bacci, a quella presente nel regno vegetale: “in natura, infatti, vengono lodate le piante mature che, arrivate a quota, hanno rallentato la crescita per investire nella gestione della propria complessità. È la bellezza di una forma data dal tempo, fatta di forza e slancio, di resistenza e flessibilità, che esige rispetto. Bellezza permanente, non transeunte, perché sublime, nel senso etimologico del termine: che giunge e incalza fin sotto alla soglia più alta, al limite estremo della grandezza, punto di non ritorno, oltre il quale anche il pensiero si perde”.
Zachari Logan propone The Gate, un disegno realizzato ad hoc che si sviluppa in verticale come un arazzo sui tre piani del museo. Le tre sezioni dell’opera, in cui sono rappresentate differenti varietà di vegetazione, che si rarefanno nella parte superiore, assumono la valenza di fondale scenico alle opere di Messina la cui presenza è evocata dagli spazi vuoti che alludono a un immaginario posizionamento delle sculture tra le foglie e dall’utilizzo di tutti i toni di verde presenti nelle patine metalliche dei lavori del maestro. Un arazzo scultoreo e fluttuante nello spazio vuoto al centro del museo, si impone allo spettatore sottolineando la grandezza della natura, degli alberi, delle piante tropicali e delle erbe infestanti che, indifferenti al nostro giudizio di valore legato solo al possibile uso o sfruttamento per fini umani, sono fondamentali all’ecosistema per il loro ruolo legato al bio-equilibrio del pianeta terra.
STUDIO MUSEO FRANCESCO MESSINA
Via San Sisto 4/A – Milano
9 marzo – 4 aprile 2018
inaugurazione giovedì 8 marzo, ore 17.30
ospiti d’onore
Aida Accolla, Carla Fracci, Luciana Savignano
Orari da martedì a domenica, ore 10-18. Lunedì chiuso
Ingresso libero