Dopo la criticata mostra sull’arte contemporanea cinese, il Guggenheim Museum di New York è sul punto di acquisire un’opera che sembra destinata a far discutere ancora.
Si è da poco conclusa al Guggenheim la mostra Art and China after 1989: Theater of the World, ma non si esauriscono le polemiche intorno ad essa. L’esposizione raccoglieva le opere di 71 artisti chiave per la storia cinese dopo il 1989. Alcuni di questi non hanno rinunciato a proporre lavori in cui la provocazione rappresenta un perno fondamentale del loro messaggio artistico.
Accusate di coinvolgere in maniera impropria e violenta alcuni animali, tre di queste opere sono state rimosse dal museo in seguito alle pressioni mosse da un gruppo di animalisti. Una petizione di più di 500.000 firme ha ottenuto la rimozione delle seguenti opere: Dogs That Cannot Touch Each Other (2003) di Peng Yu and Sun Yuan, A Case Study in Transference (1994) di Xu Bing e Theater of the World (1993) di Huang Yong Ping.
Ma il Guggenheim non si arrende e rilancia annunciando la prossima acquisizione dell’opera di Xu Bing, A Case Study of Transference. Il museo ha accettato con rammarico il ritiro delle opere dall’esposizione, vedendo strozzato lo spirito corale e aperto che l’istituzione si è sempre impegnata a garantire. Come chiarisce una nota sul sito:
“La libertà di espressione è sempre stata e rimarrà un valore fondamentale del Guggenheim“
Così il museo newyorkese è pronto a raddoppiare. L’opera forse più controversa dell’esposizione, Theater of the World (1993) di Huang Yong Ping, una gabbia dove insetti, serpenti e altre creature si divorano l’un l’altra, è già proprietà del Guggenheim Abu Dhabi. A questa, come detto, si aggiungerà il lavoro di Xu Bing.
Si tratta di un video che riporta la performance di due maiali, tatuati con falsi caratteri cinesi, filmati durante l’accoppiamento. L’audace esperimento artistico porta all’estremo la ricerca ibrida e trasversale dell’artista cinese, da sempre interessato ad indagare il concetto di linguaggio sfruttando medium ed espedienti estremi.
In questo caso uno dei maiali è ricoperto da timbri che compongono una serie di ideogrammi cinesi, mentre scritte in lingua inglese rivestono l’altro animale. La grottesca scena rimanda alla tradizione cinese di regalare mailini arrosto in occasione di matrimoni interculturali e alla difficile commistione di due realtà spesso distanti.
Il Guggenheim segue dunque la sua visione e tramite un suo portavoce conferma l’avvio del processo di acquisizione. Afferma inoltre che l’opera giungerà al museo tramite l’omaggio di un donatore.