La stagione 2018 delle aste Wannenes inizia a Genova con una vendita di “Arredi, Ceramiche, Sculture e Oggetti d’Arte” il 20 e 21 marzo, seguita da un appuntamento, il 21 marzo, dedicato ai “Dipinti Antichi e del XIX secolo”. L’esposizione dei lotti, nelle sale di Palazzo del Melograno, inizia oggi, 16 marzo, e prosegue fino al 19 con orario 10.00 – 13.00 e 14.00 – 18.00.
Il catalogo degli arredi presenta un Cristo crocifisso in bronzo, uscito dalla bottega di Massimiliano Soldani Benzi e stimato 8.000 – 10.000 euro (lotto 128), una specchiera lucchese del XVIII secolo in legno intagliato e dorato, quotata 3.000 – 5.000 euro (lotto 62), e, ancora, un Busto di Antinoo in marmo bianco del diciannovesimo secolo valutato tra i 10.000 ed i 12.000 euro (lotto 14).
Tra gli arredi, si segnala anche una console genovese della fine del diciottesimo secolo in legno intagliato, scolpito e dorato (lotto 166, stima 10.000 – 12.000 euro) ed uno stipo monetiere di ambito fiorentino impiallacciato in ebano, marmi commessi policromi, pietre dure e semi-dure del diciassettesimo-diciottesimo secolo (lotto 234, stima 6.000 – 8.000 euro). Di grande decorazione, anche per le dimensioni: è alto 3.80 metri, è un lampadario in bronzo dorato della fine dell’Ottocento a tre ordini di luci e diciotto bracci (lotto 277, stima 50.000 – 80.000 euro), un magnifico esempio del più lussuoso eclettismo.
Il catalogo presenta inoltre una vasta selezione di ceramiche, oltre cento lotti tra porcellane, maioliche e terraglie, provenienti da vari centri di produzione italiani ed europei tra sedicesimo e ventesimo secolo: non mancano alcuni esempi di porcellana cinese per il mercato occidentale.
Da segnalare una importante caffettiera lodigiana di Giorgio Giacinto Rossetti con decoro “alla Berain”, databile al 1728 – 1736 (stima di 2.600 – 2.800 euro, lotto 435) un perfetto esempio delle abilità di questo ceramista attivo a Lodi e a Torino dopo il 1736, evidenti nelle vivaci figure umane “d’invenzione”, che animano festosamente i piani dai ricchi pendoni tessili. E’ raro anche un piatto uscito da una fornace di Montelupo attorno al 1550, decorato con un motivo “alla porcellana” e la singolare figura di un monatto (lotto 429, stima 2.000 – 3.000 euro).
Tra le porcellane, un gruppo policromo della manifattura di Meissen, databile tra il 1750 e il 1760 e raffigurante una scena di caccia al bufalo (lotto 495), è stimato 2.600 – 3.000 euro. Il catalogo presenta anche un nucleo di figure e vasellame realizzati da Ginori a Doccia nella seconda metà del XVIII secolo, provenienti in gran parte da una collezione milanese, ed una interessante coppia di vasi in porcellana russa della prima metà del XIX secolo, realizzati dalla manifattura di Novykh e decorati con scene raffiguranti l’imperatore Alessandro I in slitta, la cui valutazione è di 4.000 – 6.000 euro (lotto 500).
Il catalogo dei Dipinti Antichi e del XIX secolo presenta una Giuditta e Oloferne di Giuseppe Vermiglio (lotto 715, stima 15.000 – 25.000 euro), opera dalle sensibilità caravaggesche e di eccellente qualità pittorica, emblematica di questo artista nato ad Alessandria nel 1587 ma romano di formazione (a Roma rimane fino al 1619): vicino al caravaggismo riformato della prima metà del secolo, Vermiglio non dimentica né le delicate suggestioni del Cinquecento lombardo e dei suoi eleganti pittori della realtà, né il naturalismo romano di Artemisia Gentileschi e Simon Vouet.
Mentre drammatico appare il crudo realismo della Testa del Battista di Mattia Preti (lotto 616, stima 4.000 – 6.000 euro), opera attribuita alla maturità dell’artista da Federico Zeri, dove attraverso un scorcio spregiudicato si rielabora un canone cinquecentesco, aggraziato è il plasticismo controriformista di Carlo Francesco Nuvolone nel Cristo alla colonna (lotto 644, stima 15.000 – 25.000 euro) qui presentato.
Di ricercata piacevolezza settecentesca è l’Adorazione dei Magi del fiorentino Alessandro Gherardini, un pittore a lungo giudicato artista eclettico e diseguale sebbene superiore nel “genio pittoresco” al rivale Domenico Gabbiani, e considerato “l’ultimo importante pittore fiorentino puro” (lotto 736, stima 15.000 – 25.000). Realizzati nel medesimo contesto sono poi la Rebecca al pozzo e la Rebecca e Labano, di un pittore toscano sei-settecentesco, vicino a Matteo Bonechi (Firenze 1669 – 1756), tele caratterizzate da profili dei volti e pennellate stese in maniera veloce e sfrangiata (lotto 785, stima 8.000 – 12.000 euro).
Di notevole qualità per chiarezza illustrativa, raffinatezza pittorica e sensibilità cromatica appare poi una Venere disarma Amore di Palma il Giovane, dove la miglior tradizione del Rinascimento veneziano si traduce in un paesaggio dalle influenze tintorettesche e veronesiane (lotto 878, stima 5.000 – 8.000 euro), mentre una seppia su carta del Guercino, raffigurante San Girolamo, e da riferire al periodo giovanile (terzo decennio del Seicento) esibisce un nervoso chiaroscuro all’altezza di uno dei grandi maestri del disegno seicentesco (lotto 619, stima 4.000 – 6.000 euro).
Nella sezione dedicata ai dipinti del XIX secolo emerge, per lo struggente lirismo, la Piccola filatrice di Niccolò Cannicci, datata 1895, tela esposta nello stesso anno negli Stati Uniti alla “Cotton States and International Exposition” di Atlanta, e qui stimata 28.000 – 32.000 euro (lotto 943): opera dove l’artista rende ancora più intima ed introspettiva la lezione macchiaiola di Giovanni Fattori e Telemaco Signorini, lo stesso spirito che anima le Contadine al riposo di Angiolo Tommasi (lotto 941, stima 20.000 – 24.000 euro).
Degni di nota sono poi la tela del milanese Luigi Bianchi intitolata Dopo la messa (lotto 944, stima 10.000 – 12.000), il Carnevale in campagna di Emma Ciardi (lotto 960, stima 14.000 – 16.000 euro) e Il golfo di Palermo con il monte Pellegrino del palermitano Francesco Lojacono. Considerato il principale paesaggista dell’Ottocento siciliano, Lojacono era soprannominato “Ladro del Sole” per la sua capacità di trasmettere luminosità nelle sue opere, caratterizzate da un evidente amore per la sua terra (lotto 970, stima 16.000 – 18.000 euro).
La vendita comprende una bella selezione di sculture, tra cui una vibrante Ballerina di Paolo Troubetzkoy (lotto 917, stima 5.000 – 7.000 euro) ed il noto bronzo de La Sorgente (lotto 922, stima 6.000 – 7.000 euro) di Vincenzo Gemito, opera emblematica della grazia compositiva e della caratteristica ispirazione dell’artista napoletano.
ASTE
20-21 MARZO 2018
ARREDI SCULTURE OGGETTI D’ARTE CERAMICHE
21 MARZO 2018
DIPINTI ANTICHI E DEL XIX SECOLO
ESPOSIZIONE
16 – 19 MARZO 2018
Palazzo del Melograno
Piazza Campetto 2, Genova
10.00 – 13.00 | 14.00 – 18.00