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L’uomo invisibile. Le straordinarie performances di Liu Bolin a Roma

Liu Bolin - Colosseo n°2, Roma, 2017 Courtesy Boxart, Verona Liu Bolin - Colosseo n°2, Roma, 2017 Courtesy Boxart, Verona

Liu Bolin - Colosseo n°2, Roma, 2017 Courtesy Boxart, Verona
Liu Bolin – Colosseo n°2, Roma, 2017
Courtesy Boxart, Verona

L’artista cinese conosciuto in tutto il mondo per le sue performances sbarca a Roma con una grande mostra antologica di 70 opere ospitata al Complesso del Vittoriano fino al 1º luglio 2018.

Il Complesso del Vittoriano – Ala Brasini- ospita la prima mostra italiana di Liu Bolin (1973) – ‘the invisible man‘ -conosciuto in tutto il mondo per le sue celebri performances nell’arte del camouflage . L’artista cinese si mimetizza con il contesto alle sue spalle (un luogo iconico o dimenticato, un brand famoso , una nave , gli scaffali del supermercato e così via) attraverso la tecnica del body painting , finendo per fondersi con esso. Per capire il senso delle performances di Liu Bolin dobbiamo tornare indietro nel tempo.

Siamo nel 2005 e l’amministrazione di Pechino ordina di abbattere il quartiere di Suojia Village – sede di numerosi artisti critici con il governo – per una nuova destinazione urbanistica. Il giovane Liu è giovane scultore emergente e ha il suo studio nel quartiere ormai ridotto a un cumulo di macerie. Si mimetizza tra le rovine del suo studio e si fa fotografare.

Liu Bolin - Il villaggio di Suojia, Pechino, 2005 Courtesy Boxart, Verona
Liu Bolin – Il villaggio di Suojia, Pechino, 2005
Courtesy Boxart, Verona

Lui e le macerie sono una cosa sola ora che hanno distrutto il luogo dove amava creare le sue opere, l’essenza del suo essere. L’immagine ha un successo inaspettato che proietta l’artista verso questa nuova forma d’arte dove entrano in gioco vari linguaggi come la pittura (non si può parlare di semplice body painting perché il suo corpo deve essere ‘dipinto’ nel contesto alle sue spalle) , l’installazione e la fotografia. In tutto questo, la scelta del luogo dove mimetizzarsi, secondo l’artista cinese, è la parte più importante. Le sue performances infatti non si risolvono in un semplice gioco di mimetizzazione fine a se stesso. I luoghi o gli oggetti  sono dei significanti che veicolano un messaggio allo spettatore. Così come tanti anni fa Liu Bolin cercò di esprimere il suo disagio in seguito alla distruzione del quartiere dove si trovava tutto il suo mondo, allo stesso modo, ogni opera cela un significato che va cercato come i  tratti del suo volto all’interno della composizione. Lo scopo delle sue opere è quello di dare una rappresentazione il più completa possibile della realtà che ci circonda, in tutta la sua complessità e con tutte le sue contraddizioni. L’artista ha rappresentato il consumismo sfrenato nelle merci in serie dei supermercati così come ha aderito a campagne pubblicitarie per grandi brand, per esempio. Le sue contraddizioni sono quelle dell’uomo, la conoscenza delle cose in cui si immedesima sono, alla fine, conoscenza di se stesso. L’Arte sembra l’unica chiave di lettura del significato della mutevole realtà che ci circonda. Infatti secondo Liu “Visto che il pensiero è sinonimo di vita , il lavaggio del cervello determinato dalla cultura comune è peggiore della morte fisica “

Liu Bolin cerca nella sovrapposizione della propria identità con i diversi luoghi dei suoi numerosi viaggi il senso di una continuità, di una matrice comune che è della materia ma al tempo stesso culturale .
Per la realizzazione delle sue opere l’uomo invisibile si affida a un team di professionisti molto qualificati nel campo della fotografia e della pittura. Le performances esterne ovviamente sono legate anche a fattori meteorologici che possono mandare all’aria in pochi minuti il lavoro di ore .
Il percorso espositivo della mostra si snoda in 7 sezioni tematiche :

1) Hiding in the City 

Dopo il successo riscosso dalla foto della sua prima performance del 2015 Liu Bolin comincia un viaggio attraverso i luoghi tipici di Pechino e della Cina. Da Piazza Tienanmen alla Città Proibita, passando per i luoghi delle nuove urbanizzazioni, con tutti i contrasti e le contraddizioni tra passato e presente.

2) Hiding in Italy

Il gran tour di Bolin in Italia – che considera la culla della cultura occidentale – è la base del suo processo di onoscenza della realtà. Così come nel precedente viaggio in lungo e largo per la Cina, l’artista alterna luoghi tipici, famosi, a luoghi meno noti.

3) Hiding in the rest of the world 

Un viaggio intorno al mondo alla ricerca di una conoscenza dei luoghi, delle loro tipicità, ma anche di eventi che li hanno segnati per sempre.

Liu Bolin - Centro raccolta rifiuti di Bangalore, 2014 Courtesy Boxart, Verona
Centro raccolta rifiuti di Bangalore, 2014
Courtesy Boxart, Verona

4) Fade in Italy

Liu Bolin si immedesima nell’essenza del nostro paese , dal vino alla Ferrari, per dimostrare quanto sia ormai consolidato il processo di globalizzazione del nostro tempo.

5) Cooperations

L’artista collabora con importanti brand della moda perché nella sua ottica  un’opera d’arte è parte integrante del nostro tempo caratterizzato dalle mille sfaccettature e contraddizioni.

6) Shelves

La serie degli scaffali dei supermercati , oltre la denuncia del consumismo più sfrenato, riflette su quanto quello che consumiamo ci consumi, privandoci della nostra identità in un artificioso processo di uguaglianza.

Liu Bolin - Riviste, Roma, 2012 Courtesy Boxart, Verona
Liu Bolin -Riviste, Roma, 2012
Courtesy Boxart, Verona

7) Migrants

E’ il lato oscuro della precedente sezione e anche in questo caso l’artista cinese vuole rappresentare il mondo del nostro tempo da ogni angolazione, anche da quella dolorosa del punto di vista dei migranti.

Liu Bolin - Future . foto di migranti
Futuro, 2015
Courtesy Boxart, Verona

Con il patrocinio della Regione Lazio e Roma Capitale – Assessorato alla Crescita culturale e quello della Fondazione Italia Cina, la mostra è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia in collaborazione con la Galleria Boxart, ed è curata da Raffaele Gavarro.

Informazioni

Liu Bolin. The Invisible Man

Fino al 1º Luglio 2018 al Complesso del Vittoriano – Ala Brasini – Roma

Orari di Apertura :

Venerdì e sabato 9.30 – 22.00
Domenica 9.30 – 20.30
(la biglietteria chiude un’ora prima)

Biglietti :

Intero € 12,00
Ridotto € 10,00

Possibilità di un biglietto congiunto con la mostra di Monet :

Intero € 21,00
Ridotto € 18,00

Per informazioni sulle aperture straordinarie e le condizioni di gratuità e riduzioni dei biglietti:  http://www.ilvittoriano.com/

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