Una copia de L’ultima cena di Leonardo è conservata in Belgio nell’abbazia di Tongerlo, a un’ora da Anversa. L’ottimo stato di conservazione permette di ricostruire com’era l’affresco prima che fosse danneggiato dal tempo
Quando sento parlare di una clamorosa scoperta riguardante Leonardo da Vinci metto una mano alla pistola, verrebbe da dire ricalcando un detto popolare. Tali e tante sono state anche in anni recenti le storie nate attorno a strabilianti inediti, sensazionali ritrovamenti o indiscutibili attribuzioni in grado di rivoluzionare la storiografia del genio del Rinascimento, dall’attendibilità tutta da verificare, ovviamente. Quando poi uno degli studiosi che le rivela al mondo ha la sventura di portare il cognome di Brown, lo stesso dello scrittore autore del quantomeno controverso “Il codice Da Vinci”, la cautela diventa quasi un obbligo. È quello che accade a Christopher Heath Brown, autore – assieme a Jean-Pierre Isbouts – di un cortometraggio documentario intitolato “La ricerca per l’Ultima Cena”: incentrato su quella che viene ritenuta una poco conosciuta copia del capolavoro leonardesco conservato a Milano, eseguita dallo studio dell’artista pochi anni dopo l’originale, dipinto nel 1499.
Una replica su tela in ottimo stato di conservazione, capace di testimoniare come il celebre dipinto fu originariamente concepito prima che la patina del tempo danneggiasse gravemente l’affresco, lasciando intatto solo il 20% della superficie pittorica. Il film ripercorre le origini di questa seconda poco nota versione e gli sforzi degli autori per rintracciarla, con una ricerca che li ha portati in Belgio fino alla remota abbazia di Tongerlo, a un’ora da Anversa. Lì hanno potuto verificare la perfetta corrispondenza dei dati dei due dipinti, maturando la convinzione che siano stati realizzati a partire dagli stessi cartoni preparatori. Le origini di questa copia? Risalgano probabilmente al capriccio di re Luigi XII di Francia, che conosceva l’affresco originale de “L’Ultima Cena” dopo aver conquistato Milano: il monarca, non potendo portarsi a casa il muro affrescato, decise che voleva una replica del dipinto. Pare che la copia sia stata eseguita per mano di Andrea Solario, uno dei migliori discepoli di Leonardo, ma non mancano teorie che vogliono vedervi la mano dello stesso Leonardo…