Un nuovo progetto incentrato su Piero Della Francesca che si addentra in una della pietre miliari dell’Umanesimo, il De Prospectiva Pingendi. A confronto con gli scritti di Leon Battista Alberti e di Lorenzo Ghiberti
A tutto Piero. Al Museo Civico di Sansepolcro, dov’è appena tornata a splendere la Resurrezione, un nuovo progetto incentrato sulla “star” locale si addentra in una della pietre miliari dell’Umanesimo: il De Prospectiva Pingendi. Scritto (sia in volgare che in latino) intorno al 1475, il trattato è uno dei capisaldi della teoria artistica di ogni tempo, oltre che un prezioso esempio della “doppia anima” dell’autore, valente matematico ed eccellente pittore. Piero Della Francesca. La seduzione della prospettiva, curata da Filippo Camerota e Francesco P. Di Teodoro, si propone pertanto di illustrare, attraverso riproduzioni di disegni, modelli, strumenti scientifici, plaquette e video, le eclettiche ricerche del “pictor burgensis”, dalle sue opere poi transitate nei dipinti di “colleghi” come Leonardo da Vinci e Albrecht Dürer. Non a caso l’esposizione, promossa dal Comune di Sansepolcro, è stata pensata dal Museo Galileo di Firenze con la collaborazione della Fondazione Palazzo Magnani di Reggio Emilia.
Dopo l’incipit dedicato al De prospectiva, le otto sezioni della mostra proseguono con I principi geometrici, focus sul milieu economico e culturale fiorentino quando, nel 1439, Piero arriva in città per lavorare con Domenico Veneziano ai perduti affreschi di Sant’Egidio. La terza “pagina” mette a confronto gli scritti di Leon Battista Alberti e di Lorenzo Ghiberti con quello pierfrancescano, ponendo soprattutto l’accento sul ricco apparato grafico di quest’ultimo. Un corredo indispensabile anche per approfondire la riflessione su I corpi geometrici, fulcro della relazione tra il matematico Luca Pacioli, ritratto nel celebre dipinto attribuito a Jacopo de’ Barbari conservato nel Museo di Capodimonte, e il Libellus de quinque corporibus regularibus, che Piero dedicò attorno al 1482 al duca Guidubaldo, figlio e successore di Federico da Montefeltro. I maestri della prospettiva ricordano, invece, gli intarsiatori che realizzarono capolavori lignei sfruttando le nuove regole dettate dalla scienza della “commensurazione”. Altri campi in cui gli studi el burgense trovarono applicazione concreta furono l’architettura (in particolare, il disegno degli ornamenti) e la definizione de La figura umana, a partire dalla “trasformazione” della testa in un solido geometrico. L’epilogo si concede il capriccio di presentare Gli inganni della visione, come indagati da Piero, il quale avrebbe addirittura anticipato gli sviluppi dell’anamorfosi.
Anita Pepe