Trafalgar Square, Londra. Da ieri, 28 marzo, la scultura “The invisible enemy should not exist” dell’artista iracheno-americano Michael Rakowitz, sormonta il pilastro nord-ovest della piazza, il Fourth Plinth –così lo chiamano i londinesi- dedicato a installazioni temporanee di arte contemporanea.
L’opera, che resterà nella piazza per i prossimi due anni, raffigura Lamassu, toro alato con il volto umano e divinità protettrice -costruita nel 700 a.C- che si trovava alle porte dell’antica città di Ninive, nel nord dell’Iraq, l’odierna Mosul.
L’installazione vuole ricordare l’antichissima statua assira che fu distrutta dall’Isis nel 2015, quando i miliziani dello Stato Islamico distrussero parte delle antiche mura della città e numerosi reperti archeologici di grande valore conservati nel museo di Mosul, con gesti di estremismo inneggianti alla religione islamica.
La statua, copia a dimensioni reali realizzata con 10,500 lattine di sciroppo di datteri iracheni, fa parte di un più ampio progetto, iniziato dall’artista nel 2006, volto a ricreare più di 7000 pezzi andati distrutti o saccheggiati dal 2003 in avanti, anno di inizio della guerra in Iraq.
>> “Il passato definisce il futuro, l’idea che si possano far saltare in aria statue e in qualche modo riscrivere la storia è terrificante”, ha detto il sindaco di Londra Sadiq Khan, che ha presenziato all’inaugurazione insieme all’artista che ha definito l’opera come “un ricordo per quelle vite umane che non possono essere ricostruite e che stanno ancora cercando rifugio”.
“The invisible enemy should not exist” sarà uno dei pezzi d’arte contemporanea più visti al mondo, dato l’afflusso di visitatori che giornalmente affollano la piazza e che potrebbero raggiungere quota 20 milioni entro marzo 2020, data in cui il toro alato di Rakowitz lascerà il posto sull’ambito piedistallo all’opera “The End” dell’artista inglese Heather Phillipson.