Tracce ricorrenti di colore rosso viste come una “capillarizzazione della presenza umana”. Una mostra al Museo Tecnico Navale Della Spezia e una negli spazi romani di Curva Pura. Guardando all’Artico…
I reticoli rossi come “una capitalizzazione della presenza umana, di messaggio di esistenza, una voce muta nello spazio siderale”. Con questa parole Tiziana Cera Rosco legge qual colore rosso che accomuna due progetti che la vedono protagonista in contemporanea, a Roma la mostra (con Alberto Timossi) e performance Bosco Rosso, a La Spezia la mostra Tracks for Arctic.
E proprio in quest’ultima il reticolo di linee rosse vuole richiamare quelli tracciati con le fiale di fucsina sul ghiaccio dai superstiti dell’aeromobile naufragata nella missione di Nobile verso l’Artico per rendere più visibile dall’alto la Tenda Rossa in cui si erano rifugiati. Tracce di colore che nella mostra visibile fino al 27 maggio al Museo Tecnico Navale Della Spezia diventano le Tracks nei 9 lavori su tela (9 come i superstiti della spedizione) “in cui la canapa, materiale che uso in performance, sulle sculture e sulle tele e che richiama l’idea imprescindibile di radice, questa volta appare nel suo rosso sangue, e ogni lavoro porta una delicatissima traccia musicale”, precisa Cera Rosco. Un lavoro che si presenta come una prima tappa del viaggio – fisico, ma prima spirituale – che l’artista si prepara ad intraprendere verso l’Artico e la Tenda Rossa. “I reticoli rossi paiono cellule, stilizzazioni di alberi come a dire respiri, una sorta di primitivismo d’esistenza”.
“Bosco Rosso” è invece il progetto congiunto di Tiziana Cera Rosco e Alberto Timossi visibile fino al 9 giugno negli spazi romani di Curva Pura, curato dal team di River of Trees. Qui convergono le le sensibilità verso i temi della natura e della sostenibilità sviluppate dai due artisti sotto diversi aspetti: “Timossi con le sue installazioni ambientali minimaliste e piene di poesia che inseguono il periodo dell’Antropocene e della memoria di una natura che muta la sua fisionomia a causa dei cambiamenti climatici, e Cera Rosco che fa vivere le sue performance nei boschi in cui è nata e che con le sue sculture ne riporta sia le tracce materiche che quelle legate all’olocene, ossia la formazione primigenia dei corpi che appaiono come reperti riemersi dall’acqua e dalle radici, a ricordarci la matrice da cui proveniamo”. Tiziana Cera Rosco ha voluto caratterizzare l’opening con la performance Linfa, chiamando il proprio corpo a farsi matrice fra lo spazio di un “bosco” e le memorie capillarizzate nei sottili fili rossi…