Da Anish Kapoor a Jeremy Deller, Tracy Emin, Wolfgang Tillmans, Rachel Whiteread. Lettera aperta di oltre cento artisti contro la riforma che elimina l’Arte dalle materie per il diploma di maturità nelle scuole
Un paradosso. Il paese che ha dato i natali a storici dell’arte del calibro di Herbert Read, Francis Haskell, Ernst Gombrich, Douglas Cooper, Edward Lucie-Smith, cancella lo studio della Storia dell’Arte dai programmi delle scuole secondarie. Come se lo facesse il paese che ha dato i natali a Giotto, Piero della Francesca, Michelangelo, Raffaello, Leonardo, Caravaggio: cosa del resto parzialmente accaduta da una diecina d’anni. Già, quella Gran Bretagna che a dispetto di ogni previsione pare essere passata più o meno indenne da una rivoluzione come la Brexit, ora si mette a copiare l’Italia in una riforma certamente meno strutturale, ma potenzialmente rovinosa nella formazione delle nuove generazioni. Se l’Italia – prima con la “riforma” Gelmini, poi con la “buona” scuola targata Renzi – aveva eliminato la Storia dell’Arte dai programmi del biennio dei licei (dal ginnasio, per capirci) e da altri indirizzi, ora gli inglesi vogliono cancellarla radicalmente dalle materie per il diploma di maturità, secondo la nuova controversa struttura dell’Ebacc introdotta dall’ex segretario scolastico Michael Gove.
Contro la riforma si è ora alzata forte la protesta di oltre cento artisti, che hanno firmato una lettera aperta sul Guardian invitando il Regno Unito a rivalutare la nuova qualifica dell’Ebacc. Da Anish Kapoor a Phyllida Barlow, Jeremy Deller, Tracy Emin, Wolfgang Tillmans, Rachel Whiteread. I quali sostengono anche che – oltre alle ragioni culturali ed etiche – l’arte e la cultura costituiscono una delle industrie di maggior successo nel Regno Unito, generando oltre 125 miliardi di dollari per l’economia del paese. “Questo pensiero malato sulle politiche e l’atteggiamento nei confronti delle arti è una tragedia. Le persone, giovani e meno giovani, vengono private delle opportunità di scoprire i loro talenti e le loro abilità come artisti e innovatori all’interno delle discipline a tutti i livelli“, ha tuonato la Barlow. “Pensare in modo creativo è ciò che porterà la Gran Bretagna attraverso molte delle sfide dei prossimi dieci o venti anni“, le ha fatto eco Deller.