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Ricordarsi della dialettica. Mauro Folci a Fourteen Artellaro, galleria da 5 mq

Non è vero che non, di Mauro Folci, a Fourteen Artellaro Non è vero che non, di Mauro Folci, a Fourteen Artellaro
Non è vero che non, di Mauro Folci, a Fourteen Artellaro
Non è vero che non, di Mauro Folci, a Fourteen Artellaro

L’intervento “Non è vero che non” apre la terza edizione di Fourteen Artellaro, coraggiosa, ironica e impegnata rassegna nel piccolo borgo ligure, ospitata nei 5 mq di una vetrina

Non è vero che non, un lavoro di Mauro Folci del 2008, apre la terza edizione di Fourteen Artellaro, coraggiosa, ironica e impegnata rassegna nel piccolo borgo ligure, ospitata nei 5 mq di una vetrina. Fra le sempre più numerose realtà autogestite dagli artisti, Fourteen ha ormai varcato i confini regionali: ogni edizione raccoglie dodici artisti attorno a un tema. Gli inviti dell’artista Gino D’Ugo sono fatti con particolare attenzione ai percorsi artistici che travalicano l’oggetto: quest’ultimo è, di volta in volta, la punta dell’iceberg o l’innesco di una catena di interrogativi e questioni teoriche, etiche, culturali.

Nicoletta Braga a Fourteen Artellaro
Nicoletta Braga a Fourteen Artellaro

La superficie scabrosa – tema di questa edizione – è intesa da Mauro Folci in senso metaforico: la doppia negazione della frase incisa su una targa di ottone – unico lavoro in mostra – celebra il pensiero dialettico e la potenza linguistica, premessa della potenza effettuale. La potenza del negare, del confutare, dell’esercizio della critica verso le premesse di un qualsiasi ragionamento. La negazione, in senso filosofico e politico, apre gli scenari del possibile, mina le certezze, consente di porre basi nuove per nuovi ragionamenti e, così facendo, permette non solo e non tanto di sottrarsi alla doxa, ma soprattutto al pensiero unico del capitale globale e delocalizzato. Non è vero che non, infatti, visibile qui fino al 31 maggio, appartiene alla nutrita serie di lavori e interventi che Folci (L’Aquila 1959) ha dedicato al cinismo, la filosofia dell’antica Grecia i cui adepti rifiutano le regole della convivenza sociale, ne contestano i valori, e mettono in pratica personalmente forme di disobbedienza e di sovvertimento dell’ordine costituito. Nella loro pratica di vita, i cinici, incarnano i principi della loro filosofia. La negazione, spiega l’artista, ha bisogno di riferirsi a ciò che intende negare, riconoscendogli quindi esistenza: è l’essenza della dialettica, quindi.

Leonardo Petrucci a Fourteen Artellaro
Leonardo Petrucci a Fourteen Artellaro

A dieci anni di distanza dalla sua ideazione, Non è vero che non torna nel lavoro di Folci all’interno di una riflessione sulla fine della storia. Con tale espressione si usa di solito celebrare la fine di qualsiasi dialettica antagonista, la fine di quell’idea di progresso che avrebbe dovuto portare a tutta l’umanità i frutti dello sviluppo economico. La fine della storia, quindi, sancisce ideologicamente la fine di ogni possibilità di lotta ed emancipazione. Folci, tuttavia, non crede a questa narrazione: nell’anno del bicentenario della nascita di Karl Marx a cui oggi ci si può permettere di dedicare mostre e film per lo più privi di qualsiasi spunto militante, Folci continua a ricordare la potenza della negazione, della critica, della dialettica, intesa come capacità tanto teorica quanto pratica, che schiude alla libertà dell’individuo, all’autonomia di giudizio.

Francesca Gallo

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