Si è spento sabato 19 maggio all’età di 89 anni l’artista Robert Indiana, conosciuto soprattutto per la sua serie di sculture ‘LOVE’ degli anni ’60.
Considerato tra i maggiori esponenti della Pop Art, Indiana (vero nome Robert Clark) ha però affrontato anche importanti questioni sociali e politiche e incorporato riferimenti storici e letterari nelle sue opere. Il 1966 segna una svolta nella carriera dell’artista proprio grazie a LOVE, opera che aveva debuttato alla Stable Gallery di New York. Nel 1965 era stata scelta anche dal MoMa di New York come Christmas Card. Diventa così una vera e propria icona. Tanto da venir riprodotta su 330 milioni di francobolli (1973), permettendo all’arte di Indiana di viaggiare per il mondo. Ma allo stesso tempo è diventata anche una sorta di arma a doppio taglio: l’artista è stata infatti identificato dai più solo con quest’opera che è anche stata riprodotta innumerevoli volte senza autorizzazioni.
Indiana ha scelto di allontanarsi dal mondo dell’arte e da New York alla fine degli anni Settanta. Nel ’78 si trasferisce infatti in una remota isola di Vinalhaven nel Maine. La sua carriera è culminata con una retrospettiva intitolata “Beyond Love” al Whitney Museum di NYC nel 2013.
E’ apparso anche nel film Eat (1964) di Andy Warhol, che consiste in un’unica ripresa da 45 minuti di Indiana che mangia un fungo.
Le sue opere si trovano in collezioni di musei di tutto il mondo: al MoMA e al Whitney Museum di New York, alla National Gallery of Art, al Hirshhorn Museum and Sculpture Garden e allo Smithsonian Museum of American Art a Washington, D.C., alla Albright-Knox Art Gallery a Buffalo, New York, al San Francisco Museum of Modern Art, alla Menil Collection a Houston, Texas, al Currier Museum of Art, Manchester (New Hampshire), al Museum Ludwig a Colonia, allo Stedelijk van Abbemuseum a Eindhoven, in Olanda, al Museum Ludwig a Vienna, al Shanghai Art Museum in Cina e alll’Israel Museum a Gerusalemme.
Maggiori informazioni sull’artista, sul suo sito ufficiale