
ART BASEL 2018. Le 10 gallerie assolutamente da non perdere
1) Anthony Meier (San Francisco) – Sfilata di Kounellis bianco e nero vs infiorata di Jim Hodges da collezione. Fuori: parata di mini Richter da favola.




2) Kukje / Tina Kim (Seul) – Parquet chiaro, pareti grigio caldo, delicatezza d’insieme. Leggiadre geometrie di Calder all’ingresso e si va dalla pop di Lichtenstein ai capolavori analitici di casa sulla scia di Lee Ufan.



3) Matthew Marks (New York) – Non ne sbaglia una. Sempre e come sempre concisa e minimale eleganza.


4) Metro Pictures (New York) – Solo show monumentale di Robert Longo. Persi e immersi tra paesaggi e architetture. Si vo-la.


5) Galleria Dello Scudo (Verona) – Vedova, Morandi, Leoncillo, Fontana di livello museale. What else?



6) Landau (Montreal) – Il Novecento storico è cosa (e casa) sua: Mirò, Chagall, Magritte, Derain e Kandinsky da perdere la testa.



7) Thaddaeus Ropac (Londra) – “Composizioni” di Baselitz, “composizioni” di Rauschenberg, e rare sculturine sottovetro di Joseph Beuys.



8) Tornabuoni (Firenze) – Corridoio di Plastiche preziosamente combustionate da Burri tra il 1962 e 1965. Una favola. Prezzi? Dai 6 ai 15 milioni di euro.




9) Mnuchin (New York) – Luce, pareti e parquet sui toni sereni e sospesi del grigio per avvolgere i capolavori di Stingel, Scully, Ryman e un drappo di Sam Gilliam del 1970 (quest’ultimo assoluto protagonista a Basilea tra la prima retrospettiva istituzionale in Europa al Kunstmuseum e una magnifica installazione nella sezione Unlimited presentata da David Kordansky).



10) Gladstone (New York) – Un’opera a parete per dialoghi alla Mapplethorpe-Haring e Richard Prince-Sarah Lucas. Stanza al centro delle “relazioni”: distorsioni spaziali concave e convesse di Kapoor.

















