Pompei non finisce più di stupire: emergono la casa ‘vintage’ con tanto di graffito burlone, un importante quadretto idillico-sacrale e altre meraviglie. Le immagini e il video diffusi dal Parco Archeologico
Soltanto pochi giorni fa abbiamo documentato le ultime straordinarie scoperte dei nuovi scavi in corso nel Parco Archeologico di Pompei e già nuove meraviglie del passato riemergono dalla terra, restituendo dati straordinari ma anche nuovi e affascinanti enigmi da decifrare.
Ambienti e reperti di straordinaria bellezza giunti fino a noi nonostante quello che il Direttore del Parco Archeologico di Pompei, il Professor Massimo Osanna, ha definito ‘lo scempio perpetrato nel corso degli scavi del Settecento’. Uno dei dati emersi nel corso dei nuovi scavi infatti, è il danno provocato da quelli di epoca borbonica (non sappiamo se ‘ufficiali’ o di altra natura) che per accedere alle stanze non scavavano dall’alto ma facevano dei cunicoli, in alcuni casi distruggendo anche pareti o quello che non reputavano ‘interessante’ e che al contrario, ha un enorme valore storico e artistico.
Tra le nuove scoperte, risultano di particolare interesse gli ambienti decorati emersi durante gli scavi nella lungo il Vicolo dei Balconi (anch’esso di recente scoperta) che i media hanno già ribattezzato la domus ‘vintage’. Si tratta in realtà della Casa di Giove, già scavata tra il Settecento e l’Ottocento e che deve il suo nome a un quadretto raffigurante Giove rinvenuto già nell’800 su un larario posto nel giardino. Perchè vintage?
Lo spiega il Direttore Osanna: «Una casa che nel 79 d.C. aveva mantenuto un arredo assolutamente desueto per l’epoca, le stanze che si affacciano sull’atrio infatti sono tutte in primo stile con pennellature in stucco che imitano marmi colorati con colori straordinari oppure pannelli che imitano marmi pregiati che provenivano dall’Oriente, oltre a una ricca cornice di stucco con modanature dentellate. Il proprietario doveva essere facoltoso e colto, conscio del valore di pitture già allora centenarie»
Il proprietario aveva dunque deciso di lasciare intatte nelle stanze di rappresentanza le ricche decorazioni in primo stile (risalenti quindi circa al II secolo a.C.) lasciando agli altri ambienti decorazioni ‘più moderne’, tipiche del suo periodo (circa 79 d.C.). Nell’atrio della domus gli scavi hanno anche evidenziato un graffito che sembra prendere in giro il proprietario con la scritta ‘Balbo l’Ateniese’ (ironizzando probabilmente sul personaggio che aveva voluto mantenere le decorazioni in primo stile che imitavano i marmi che provenivano dall’Oriente) : non sono le prime scritte ironiche che sono emerse durante i lavori nell’area. Il senso dell’umorismo non mancava evidentemente agli abitanti di Pompei.
Le incessanti scoperte non si limitano a svelare la raffinata bellezza di Pompei cristallizzata in seguito all’eruzione del Vesuvio ma anche aspetti della vita quotidiana che arricchiscono le pagine di storia dedicate a questa meraviglia archeologica unica al mondo. Da questo punto di vista, risulta molto importante il quadretto idillico-sacrale, che raffigura una scena di sacrificio nei pressi di un santuario agreste emerso in un ambiente poco distante dalla casa di Giove, in quella che attualmente è identificata come Casa a Nord del giardino. Si tratta infatti , come spiegano attraverso una nota dal Parco Archeologico, “di una tra le prime scene figurate di una certa complessità, assieme al quadro dell’Adone ferito con Venere e amorini, già emerso in un alcova poco distante”.
(Fonte del video: Parco Archeologico di Pompei)
Come se non bastasse, a distanza di poche ore dalla sensazionale scoperta della ‘casa vintage’ altre meraviglie sono riaffiorate sempre nell’area della Regio V. Ecco qualche foto diffusa dal’account instangram del Direttore Osanna: