Continua l’annus mirabilis di Artemisia Gentileschi. Dopo l’acquisizione della National Gallery di Londra della sua “Santa Caterina”, ora arriva in asta una “Lucrezia” riscoperta. A ottobre da Dorotheum
Il catalogo non è ancora stato pubblicato. Ma la casa d’aste ha diffuso l’anticipazione che un dipinto della Gentileschi sarà la stella dell’asta di dipinti antichi del prossimi 23 ottobre da Dorotheum a Vienna e di tutta la “Settimana d’aste” (23-25 ottobre). L’opera raffigura la storia di “Lucrezia” e proviene da una collezione privata europea. La quotazione è di 500.000-700.000 euro. Ma secondo Mark MacDonnell, l’esperto di di Dorotheum, è una stima prudente che «non riflette il suo valore commerciale che ci aspettiamo essere molto più alto».
L’attribuzione, incerta fino a qualche anno fa, è arriva da Nicola Spinosa nel 2015. La data dell’esecuzione secondo alcuni risale al 1630, secondo altri studiosi al 1640-45 circa. Contrariamente al modus operandi della pittrice, quello di Lucrezia non è un autoritratto. Artemisia dipinge spesso donne eroiche della mitologia antica e cristiana. Oggetto di questo lavoro, è la nobildonna romana Lucrezia, divenuta un simbolo popolare della sfida femminile contro la tirannia. Lucrezia, anche se non ha i suoi lineamenti, riflette comunque la stessa vita della pittrice: come Lucrezia anche Artemisia aveva subito abusi da parte di un uomo.
Secondo Tito Livio Lucrezia, nota per la sua fedeltà e purezza, aveva subito violenza dal figlio di Tarquinio il Superbo, Sesto Tarquinio, che invitato a cena da Collatino, marito della donna, se ne invaghisce e viene preso dal desiderio di averla a tutti i costi: la nobildonna non riuscì a reggere il peso della violenza e si tolse la vita pugnalandosi al cuore.
La storia di Artemisia segue un percorso simile ma con un finale completamente diverso. Agostino Tassi, pittore noto per aver un carattere sanguigno e iroso, era amico di Orazio Gentileschi, il padre della ragazza. Proprio da lui Orazio la manda a imparare la prospettiva. Tassi, dopo diversi approcci respinti, violenta Artemisia nel 1611. Questo tragico evento influenza in modo drammatico la vita e l’iter artistico della Gentileschi. Artemisia, però, non si suicida come Lucrezia. Anzi, affronta con coraggio e a testa alta il processo che seguì allo stupro. A quei tempi infatti non era così ovvio che un atto di violenza contro una donna fosse portato avanti pubblicamente per vie legali.
La vendita di questo dipinto, mai esposto prima pubblicamente, sarà una rara opportunità di acquisire un’opera importante dell’artista che sembra riscontrare sempre più successo. Ricordiamo solo alcune delle ultime aggiudicazioni record: la Santa Caterina d’Alessandria acquisita dalla National Gallery di Londra, è solo l’ultimo esempio.
Il volto della santa martire, a differenza di quello di Lucrezia, ha le sembianze di Artemisia. L’autoritratto è entrato nella collezione del museo dedicata all’arte italiana del XVII secolo da poco tempo. L’annuncio ufficiale è arrivato lo scorso 6 luglio, quando la National Gallery ha annunciato di averlo acquistato per 3,6 milioni di sterline grazie all’aiuto di numerosi enti e benefattori, alcuni dei quali hanno preferito rimanere anonimi.
L’autoritratto era rimasto sconosciuto fino allo scorso anno. Prima di arrivare a Londra grazie al lavoro di due galleristi italiani di nascita, Marco Voena e Fabrizio Moretti, che l’hanno venduta con trattativa privata, era passato in asta. Erano stati i due mercanti infatti ad acquistarlo all’Hotel Drouot, a Parigi, il 19 dicembre 2017 per 2.360.600 euro. Per secoli aveva fatto parte della collezione di una famiglia francese. L’Autoritratto come Santa Caterina era stato scoperto dal banditore Christophe Joron-Derem ed era stato messo in vendita a una stima di € 300-400 mila! L’opera in quella occasione aveva centrato il nuovo record di Artemisia in asta, superando quello della “Maddalena in estasi”, anch’esso trovato in Francia e venduto da Sotheby’s Paris nel 2014 per quasi 1,2 milioni di dollari (€865.500 – $1.179.832). L’opera era stata identificata e riscoperta dal dipartimento di Pittura Antica di Parigi in una collezione del Sud della Francia, dove era stata conservata per oltre 80 anni. Il grande dipinto (cm 81×105) era noto solamente da una vecchia foto dei primi del Novecento, conservata nella biblioteca di un libraio italiano.
Si vedrà come risponderà il mercato e se anche le quotazioni della Lucrezia sono destinare a salire vertiginosamente.
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Asta Dipinti antichi
23.10.2018 – 17:00
Esposizione
13.10. – 23.10.2018
Palais Dorotheum Vienna