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Balthus alla Fondazione Beyeler, tra sogno e realtà, tra erotismo e candore

Balthus Thérèse, 1938 Oil on cardboard on wood, 100,3 x 81,3 cm The Metropolitan Museum of Art, New York, Bequeathed by Mr. and Mrs. Allan D. Emil, in honor of William S. Lieberman, 1987 © Balthus Photo: The Metropolitan Museum of Art/Art Resource/Scala, Florence Balthus Thérèse, 1938 Oil on cardboard on wood, 100,3 x 81,3 cm The Metropolitan Museum of Art, New York, Bequeathed by Mr. and Mrs. Allan D. Emil, in honor of William S. Lieberman, 1987 © Balthus Photo: The Metropolitan Museum of Art/Art Resource/Scala, Florence
Balthus Thérèse, 1938 Oil on cardboard on wood, 100,3 x 81,3 cm The Metropolitan Museum of Art, New York, Bequeathed by Mr. and Mrs. Allan D. Emil, in honor of William S. Lieberman, 1987 © Balthus Photo: The Metropolitan Museum of Art/Art Resource/Scala, Florence
Balthus
Thérèse, 1938
Oil on cardboard on wood, 100,3 x 81,3 cm
The Metropolitan Museum of Art, New York,
Bequeathed by Mr. and Mrs. Allan D. Emil, in honor of William S. Lieberman, 1987 © Balthus
Photo: The Metropolitan Museum of Art/Art Resource/Scala, Florence

Lo scorso week end Basilea è stata teatro di una bellissima staffetta dell’arte. Alla Fondazione Beyeler Bacon e Giacometti  hanno passato il testimone a un altro big internazionale, Balthus.

L’inedito confronto tra Francis Bacon e Alberto Giacometti ha chiuso le porte sabato 2 settembre. Quello stesso giorno ha aperto la mostra dedicata a uno degli ultimi grandi maestri del Novecento, annoverato al tempo stesso tra i più singolari e controversi protagonisti dell’arte moderna, Balthasar Kłossowski de Rola (1908-2001, pseudonimo: Balthus).

Una mostra su Balthus è un’occasione di sfida per ogni museo. Ricorderanno in molti la bufera che si era scatenata lo scorso anno intorno al dipinto  “Thérèse dreaming”, che raffigura una ragazzina in atteggiamenti provocanti esposto al Metropolitan Museum di New York. Nel dicembre del 2017 era stata lanciata una raccolta firme per rimuovere l’opera dal museo perché «promuove la pedofilia». La petizione aveva riscosso grande successo, ma il Metropolitan aveva rifiutato di spostare il dipinto.  Nel pieno di questa controversia,  “Thérèse dreaming” giunge ora alla Fondation Beyeler, elevato al rango di simbolo di un riacceso dibattito culturale.

Balthus Thérèse Dreaming, 1938 Jacques and Natasha Gelman Collection, 1998 © 2018 Artists Rights Society (ARS), New York
Balthus
Thérèse Dreaming, 1938
Jacques and Natasha Gelman Collection, 1998
© 2018 Artists Rights Society (ARS), New York

La mostra propone un visione completa dell’opera di Balthus. L’esposizione, progettata fin dalla metà del 2016, nasce in collaborazione con il Museo Nacional Thyssen-Bornemisza di Madrid, che ne ospiterà un adattamento  all’inizio del prossimo anno. Il punto di partenza della mostra è il capolavoro Passage du Commerce-Saint-André eseguito tra il 1952 e il 1954, proprietà di una collezione privata svizzera e già da molti anni in deposito alla Fondation Beyeler.

Balthus Passage du Commerce Saint-André, 1952–1954 Oil on canvas, 294 x 330 cm Private collection © Balthus Photo: Robert Bayer
Balthus
Passage du Commerce Saint-André, 1952–1954 Oil on canvas, 294 x 330 cm
Private collection
© Balthus
Photo: Robert Bayer

Nella sua produzione sfaccettata e polisemica che suscita ammirazione ma anche rifiuto, Balthus segue un percorso artistico alternativo se non del tutto opposto agli sviluppi e agli esiti comunemente associati alle avanguardie novecentesche. In tale presa di distanza l’eccentrico pittore si richiama a molteplici tradizioni storico-artistiche e precursori che, prendendo le mosse da Piero della Francesca, giungono via via fino a Poussin Füssli, Courbet e Cézanne.

 

Balthus La Partie de cartes, 1948–1950 Oil on canvas, 140 x 194 cm Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, Madrid © Balthus
Balthus
La Partie de cartes, 1948–1950
Oil on canvas, 140 x 194 cm
Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, Madrid © Balthus

A un’attenta osservazione si riconoscono però anche suggestioni riconducibili a movimenti artistici moderni quali la Nuova Oggettività e il Surrealismo, nel cui contesto è possibile collocare le messe in scena pittoriche talora provocatorie operate da Balthus e con esse la dimensione recondita della sua arte. Nel suo distacco deciso e quasi postmoderno dagli assunti della modernità, egli tuttavia va elaborando una sua propria forma di avanguardia la quale oggi appare di ancor più evidente attualità.

Effettivamente Balthus si rivela un artista contraddittorio e irritante nelle cui opere pervase di quiete e di tensione gli opposti si incontrano coniugando in maniera singolare sogno e realtà, erotismo e candore, oggettività e mistero, sempre in bilico tra il rassicurante e l’inquietante. In questo gioco di contrasti Balthus in particolare combina motivi artistici classici con elementi popolari tratti da libri illustrati per bambini risalenti al XIX secolo.

Balthus La Rue, 1933 Oil on canvas, 195 x 240 cm The Museum of Modern Art, New York, Bequeathed by James Thrall Soby © Balthus Photo: © 2018. Digital image, The Museum of Modern Art, New York/Scala, Florence
Balthus
La Rue, 1933
Oil on canvas, 195 x 240 cm
The Museum of Modern Art, New York, Bequeathed by James Thrall Soby
© Balthus
Photo: © 2018. Digital image, The Museum of Modern Art, New York/Scala, Florence

La sua pittura, perciò, è costantemente intrisa di accenti ironici espliciti e impliciti, e non da ultimo riflette e si interroga sulle possibilità e impossibilità rappresentative ed estetiche dell’arte del XX secolo e oltre. Anche come persona Balthus era paradossale: in un moto di modestia a priori amava definirsi non artista ma «artigiano» per poi assumere il rango e le pose dell’aristocratico intellettuale in stretto contatto con i più importanti filosofi, letterati, uomini di teatro e registi. Pertanto la sua lunga vita, che abbraccia quasi tutto il XX secolo, oscillava di continuo tra ascesi e mondanità.

Balthus aveva forti legami con la Svizzera, infatti trascorse l’infanzia tra Berna, Ginevra e Beatenberg, sposò la bernese Antoinette de Watteville e visse con lei sia nella Svizzera francese sia in quella tedesca. Nell’imponente Grand Chalet di Rossinière passò infine gli ultimi decenni della sua esistenza. Inoltre dagli anni Trenta del Nocecento intrattenne stretti rapporti di amicizia con Alberto Giacometti, da lui molto stimato come artista.

Balthus Les Enfants Blanchard, 1937 Oil on canvas, 125 x 130 cm Musée national Picasso-Paris, Donation by the heirs of Picasso, 1973/1978 © Balthus Photo: RMN-Grand Palais (Musée national Picasso-Paris)/Mathieu Rabeau
Balthus
Les Enfants Blanchard, 1937
Oil on canvas, 125 x 130 cm
Musée national Picasso-Paris,
Donation by the heirs of Picasso, 1973/1978 © Balthus
Photo: RMN-Grand Palais (Musée national Picasso-Paris)/Mathieu Rabeau

>>> La retrospettiva alla Fondation Beyeler è la prima mostra su Balthus che si tiene da dieci anni a questa parte in un museo svizzero nonché la primissima presentazione esaustiva della sua opera in ambito svizzero tedesco. Essa raccoglie 40 opere cruciali di tutte le stagioni creative dell’artista dal 1920 al 1990; sono dipinti che mettono in luce la quintessenza del lungo lavoro di Balthus che però produsse solo circa 350 pezzi in tutto.

Correda l’esposizione un ricco programma di eventi collaterali: una tavola rotonda e visite guidate domenicali. Nel museo un pannello per commenti raccoglierà i pro e contro dei visitatori invitandoli a mettersi in gioco in prima persona. Negli spazi museali mediatori artistici saranno a disposizione del pubblico per dialoghi e confronti.

Balthus Le Roi des chats, 1935 Oil on canvas, 78 x 49,7 cm Musée cantonal des Beaux-Arts de Lausanne, Donation by the Fondation Balthus Klossowski de Rola, 2016 © Balthus Photo: Etienne Malapert, Musée cantonal des Beaux-Arts de Lausanne
Balthus
Le Roi des chats, 1935
Oil on canvas, 78 x 49,7 cm
Musée cantonal des Beaux-Arts de Lausanne,
Donation by the Fondation Balthus Klossowski de Rola, 2016
© Balthus
Photo: Etienne Malapert, Musée cantonal des Beaux-Arts de Lausanne
Balthus Le Cerisier, 1940 Oil on wood, 92 x 72,9 cm Roman Family London © Balthus
Balthus
Le Cerisier, 1940
Oil on wood, 92 x 72,9 cm Roman Family London
© Balthus
Balthus Le Chat au miroir III, 1989–1994 Oil on canvas, 220 x 195 cm Private collection, Asia © Balthus
Balthus
Le Chat au miroir III, 1989–1994 Oil on canvas, 220 x 195 cm Private collection, Asia
© Balthus

Per l’ampia retrospettiva la Fondation Beyeler si è assicurata prestiti eccezionali provenienti da musei di rilevanza internazionale come il già citato Metropolitan Museum of Art e il Museum of Modern Art di New York, il Centre Pompidou di Parigi, l’Hirshhorn Museum di Washington e la Tate di Londra. In parte per la prima volta si potranno ammirare in mostra numerose opere cospicue di collezioni private europee, americane e asiatiche, mai o raramente esposte al grande pubblico. La curatela della mostra è stata affidata al Dr. Raphaël Bouvier, curatore, e a Michiko Kono, Associate Curator.

Balthus, 1948 Photo: Irving Penn © The Irving Penn Foundation
Balthus, 1948
Photo: Irving Penn
© The Irving Penn Foundation

Balthus

2 settembre 2018 – 1 gennaio 2019
Fondation Beyeler,
Beyeler Museum AG,
Baselstrasse 77, CH-4125 Riehen
Orari di apertura Fondation Beyeler:
ogni giorno 10.00–18.00, mercoledì fino alle 20.00
www.fondationbeyeler.ch

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