Settembre bianco nero benday. Autunno a stelle e strisce. Da Roma a Milano, un breve tour espositivo della penisola, partendo da Venezia, passando lungo la Via Emilia. Sei mostre da non perdere nei prossimi mesi, con rapidi focus di mercato. Cominciamo tra calli e campielli in Laguna, già satura di arte (cinematografica) con la 75° edizione del Festival del Cinema (fino all’8 settembre), con la raffinata combo antitetica “delicata fotografia umanista bianco-nero”, “drammatico pathos tintorettiano (alla seconda)”. Il 6 settembre sbarca la più importante retrospettiva mai realizzata in Italia su Willy Ronis (1910-2009). Opera iconica, e icona della mostra alla Casa dei Tre Oci, l’intima e commovente “Le nu provençal, Gordes, 1949”. Celebre scatto del fotografo alla moglie nella stamberga dove amavano ritirarsi in Provenza, nonché record d’asta di sempre dell’artista con i 26 mila dollari sborsati nel novembre 2011 a Londra per questa stampa alla gelatina ai sali d’argento. Mercato per Ronis forte e stabile con un picco di fatturato appena due anni fa, 2016, con quasi 430 mila dollari di vendite in asta in tutto il mondo. Mercato della fotografia -già da tempo, non solo forma d’arte consolidata ma vero e proprio settore di investimento- che finalmente ha preso piede concretamente anche nel nostro Paese, recuperando rapidamente anche per la cosiddetta “scuola italiana” quel terreno che la teneva a notevole distanza dal mercato di altre scuole europee e americane. A fine 2017, il nostro mercato vale circa 721 mila euro con una crescita del 22.8% rispetto al 2016. 2017, per il mercato globale della fotografia d’arte, che si chiude con un +54% rispetto al 2016. Per un valore complessivo che, stando all’ultimo Photography Art Market Report di ArtTactic, ha raggiunto 48.7 milioni di dollari*.
Dalla Giudecca alla terraferma, il giorno successivo (7 settembre) si danza sul pennello di Tintoretto (1518-1594). Un progetto di ricerca, avviato dal 2015 dalla Fondazione Musei Civici di Venezia e la National Gallery of Art di Washington, per festeggiare i 500 anni dalla nascita del pittore veneziano, celebrandone nel modo migliore il suo “genio terribile”. Tintoretto 1519-2019: due capitoli per due sedi. Gli anni della sua precoce affermazione giovanile (Gallerie dell’Accademia); la stupefacente vitalità creativa della maturità (Palazzo Ducale). A seguire, dal 3 marzo fino al 30 giugno 2019, la mostra sarà alla National Gallery of Art di Washington: un evento del tutto eccezionale trattandosi della prima presentazione in Nord America della pittura di Tintoretto. L’ultimo passaggio in asta del pittore risale proprio solo a un paio di mesi fa (luglio 2018), quando un bellissimo olio su tela raffigurante un Ritratto di ragazzo (probabilmente della Famiglia Mocenigo) è stato aggiudicato a Christie’s Londra per quasi 130 mila dollari. Top price dell’artista un altro Ritratto (di un anziano) battuto a oltre 3 milioni e 100 mila dollari, sestuplicando la stima, nel 2008, sempre nella capitale britannica, ma dalla concorrente Sotheby’s.
Il giorno dopo, 8 settembre, direzione profonda Emilia: Mamiano di Traversetolo, nella campagna parmense. La Villa dei Capolavori, Fondazione Magnani-Rocca, presenta una retrospettiva dedicata al genio della Pop Art americana che più ha influenzato grafici, designer, pubblicitari e “artisti” della comunicazione: Roy Lichtenstein (1923-1997). 80 opere per illustrare il suo caratteristico stile mutuato dal retino tipografico, il magistrale utilizzo del fumetto in ambito pittorico. Le sue rivisitazioni pop dell’arte del passato sono entrate non solo nella storia dell’arte del Novecento, ma nell’immaginario collettivo anche delle nuove generazioni, stampate all’infinito su poster e oggetti di consumo. Lichtenstein dal 2010 domina il mercato con un fatturato annuale costantemente sopra il centinaio di milione di euro. 100 dollari investiti nel 2000 per un’opera del maestro del fumetto valgono in media 254 dollari (+154.22%) nel settembre 2018. Fatturato composto prevalentemente, siamo sul 90%, dal mercato americano. Percentuale (90%) che rappresenta anche il settore maggiormente proficuo nelle vendite dell’artista, quello delle stampe/multipli. Mercato florido e raffinato che sta consolidandosi negli ultimi anni, dove pullulano le opere dell’artista americano a solo (si fa per dire) qualche migliaio di euro. “Solo”, rispetto ad esempio al top price dell’artista: “Nurse”, una tecnica mista su tela del 1964 aggiudicata a oltre 95 milioni di dollari nel novembre del 2015.
Restando in salsa Pop, sulla Via Emilia, a Bologna in scena l’altra star della popular art. Luci puntate sulla New York degli Anni Ottanta con “Warhol & Friends. New York negli anni ‘80”. Dal 29 settembre 2018 al 24 febbraio 2019 a Palazzo Albergati di Bologna in mostra 150 opere che raccontano Warhol, la sua vita e la sua produzione. Ma non solo. Tra storie di eccessi, trasgressione e mondanità, l’esposizione fa luce sui protagonisti dello schizofrenico clima artistico della Grande Mela: Jean-Michel Basquiat (quest’anno ricorre il trentennale della sua morte), Francesco Clemente, Keith Haring, Julian Schnabel e Jeff Koons. Andy Warhol che si situa al sesto posto nella top ten degli artisti più venduti nel 2017. 100 dollari investiti nel 2000 per una sua opera valgono in media 183,17 dollari (+ 83.17%) nel settembre 2018. Top price la mitica “Silver Car Crash (Double Disaster)” aggiudicata a oltre 105 milioni di dollari nel novembre 2013 da Sotheby’s, del 1963. Anno d’oro per l’artista americano, al quale infatti appartengono tutti e tre i primi posti sul podio della classifica delle opere più care mai battute all’asta.
America che si trasferisce nella Capitale. Il 10 ottobre al Complesso del Vittoriano inaugura “Pollock e la Scuola di New York”. Ala Brasini accoglie uno dei nuclei più preziosi della collezione del Whitney Museum di New York: Jackson Pollock, Mark Rothko, Willem de Kooning, Franz Kline. Eterni e indimenticabili “Irascibili”. Anticonformismo, introspezione psicologica e sperimentazione sono le tre linee guida che accompagnano lo spettatore nella mostra. Una cinquantina i lavori esposti, tra cui il celebre “Number 27”, la grande tela di Pollock lunga oltre 3 metri resa iconica dal magistrale equilibrio fra le pennellate di nero e la fusione dei colori più chiari. Rari, almeno in confronto a quelli di Lichtenstein e Warhol, i passaggi in asta di Pollock. Top price la “Number 19” del 1948, battuta da Christie’s nel maggio 2013 a 58 milioni e 363 mila dollari.
Chiudiamo il nostro breve tour della penisola con il Re del Novecento, e del mercato. Monsieur Pablo Picasso. Quasi 600 milioni di fatturato nel primo semestre di quest’anno, e secondo risultato di sempre per l’artista questo maggio alla storica asta della collezione Rockefeller con “Fillette à la corbeille fleurie” del 1905 venduto a 115 milioni di dollari (il record per ora imbattuto rimane “Les Femmes d’Alger (version 0)” del 1955, aggiudicato per 179,4 milioni di dollari nel maggio 2015). Un’altra grande mostra in arrivo a Milano sul maestro andaluso, dopo quella del 2012 chiusa con il record di oltre 558 mila visitatori. L’esposizione, “Picasso Metamorfosi”, sarà dedicata al rapporto multiforme e fecondo che l’artista ha sviluppato, per tutta la sua straordinaria carriera, con il mito e l’antichità. Oltre 200 opere tra lavori di Picasso e opere d’arte antica cui il grande maestro si è ispirato. Dal 18 ottobre 2018 al 17 febbraio 2019 a Palazzo Reale. Anche in questo caso, e come sempre, da non perdere.
6 super mostre in arrivo. Dalla delicata umanità di Ronis a Picasso, Pollock, Warhol e Lichtenstein (e un Tintoretto al quadrato)
*Collezione da Tiffany e ArtEconomy de Il Sole 24 Ore