La stagione autunnale 2018 di Wannenes inizia con due giornate di vendita in calendario per il 19 e 20 settembre. In asta arredi, sculture, oggetti d’arte e ceramiche
All’incanto gli arredi della dimora di Ginevra di Carlotta Cattaneo Adorno Fasciotti Giustiniani (1923-1989) a favore della Deccan Heritage Fondation, che si occupa della promozione e la conservazione della cultura e la storia di una regione indiana che conserva le vestigia più antiche dei templi buddhisti di tutta l’Asia e le tombe degli imperatori che rivaleggiano per millenaria bellezza con le piramidi.
Figlia dell’ambasciatore Carlo Fasciotti e di Cecilia dei principi Giustiniani, Carlotta venne chiamata molto giovane dalla zia Matilde Giustiniani ad essere erede di un grande patrimonio storico e culturale, proveniente principalmente dalle famiglie Durazzo Pallavicini e Negrotto Cambiaso. Sposata nel 1949 con Maurizio Cattaneo Adorno, si è dedicata con intelligenza e grande apertura mentale alla conservazione e salvaguardia delle storiche dimore ereditate, in particolare il Palazzo Durazzo Pallavicini con la sua splendida raccolta di dipinti, una delle più importanti pinacoteche private esistenti.
Carlotta Cattaneo Adorno non ha mai smesso di pensare al prossimo, con opere sia a Genova che in altri paesi del mondo dove ha vissuto parte della sua esistenza. E’ stata, tra l’altro, Presidente del Comitato Liguria della Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, dalla fondazione nel 1981 fino alla sua scomparsa, dedicandole tutto l’impegno e la disponibilità possibile.
Gli arredi che la famiglia mette in vendita in suo ricordo, il cui ricavato andrà interamente a favore della Deccan Heritage Foundation, provengono dalla casa di Ginevra acquistata dalla zia Matilde Giustiniani agli inizi del ‘900. In quegli anni il patrimonio immobiliare era stato riordinato con la cessione di importanti residenze, tra cui la Villa Pallavicini di Pegli donata al Comune di Genova nel 1928 e più tardi il Castello di Arenzano. E’ quindi probabile che da queste dimore provengano, almeno in parte, i mobili e gli arredi utilizzati per l’abitazione ginevrina, tornati ora a Genova per essere offerti a collezionisti e amatori che vorranno acquistarli, pensando forse anche alla destinazione altamente morale del ricavato.
Per i dipinti sono da segnalare due preziosi olii su rame: il primo di Anton Maria Vassallo (Genova, 1617/18 – Milano, 1660) che raffigura Pan e Siringa (lotto 16), e il secondo che ritrae l’Allegoria della Giustizia di Vincent Malò (Cambrai, 1600 – Roma, 1650) (lotto 13). Anton Maria Vassallo è considerato “il più fiammingo dei genovesi”, in virtù della sua formazione con Vincent Malò, che di Rubens fu allievo.
Tra gli oggetti d’arte e mobili una coppia di consoles genovesi del XVIII secolo, in legno intagliato, scolpito e dorato con piano in marmo mistilineo su impianto fortemente sagomato (lotto 133); una coeva console in legno intagliato e dorato con piano in marmo fior di pesco e fasce traforate (lotto 131); ed infine un cabinet inglese dall’impianto architettonico dello stesso periodo impiallacciato in legno violetto, interamente decorato a rosoni polilobati con motivo a “guscio d’ostrica” (lotto 783, stima 15.000 – 18.000 euro).
Proveniente da un’importante collezione un piano da tavola ottagonale a vela impiallacciato in legni vari in madreperla e avorio del XIX secolo attribuito alla bottega fiorentina dei fratelli Falcini, attiva dalla metà degli anni ’30 fino alla fine dell’Ottocento (lotto 709, stima 6.000 – 8.000 euro).
Per quanto riguarda la sezione dedicata alle ceramiche e vetri, oltre a presentare un’ampia selezione delle manifatture italiane ed europee, si caratterizza per due rari e importanti corpus: il primo proviene da una nota collezione genovese riunita negli ultimi quaranta anni. Vi sono esemplari di notevole interesse e tra questi certamente il raro stand con tazzine uscito dalle fornaci savonesi e databile agli anni intorno al 1700, o ancora, interessante per le belle dimensioni e la qualità particolarmente sostenuta il grande piatto da parata, un cosiddetto “reale”, con decoro di veliero, anch’esso attribuibile ad una fornace savonese. Questo grande piatto tondo modellato a stampo e dalla tesa riccamente baccellata, è rivestito di uno smalto fine e brillante, leggermente azzurrato, che accompagna una elegante decorazione in monocromia di cobalto. Il motivo ornamentale vede, nella scena marina centrale, due velieri, uno di profilo con quattro alberi, l’altro di prua, disegnati e chiaroscurati (lotto 423, stima 2.600 – 2.800 euro). Interessante, infine, anche il piccolo nucleo di ceramiche a decoro araldico qui offerto, con maioliche collegabili alla committenza di famiglie come i Barberini o i Riario.
Il secondo è una raccolta di ceramiche gobbiate graffiate dai Loretz, probabilmente tra le più numerose tra quelle pubblicate negli ultimi anni. Un ulteriore elemento di interesse di questi materiali, tra l’altro di grande impatto decorativo, è dato dalla loro provenienza: in parte dalla collezione della famiglia di uno dei finanziatori delle fornaci Loretz, Temistocle Castelli, patriota, poeta e noto avvocato milanese, ed in parte da quella della famiglia Loretz stessa. Sono esempi, spesso datati, di vasellame decorativo e da parata, campionature di “credenze” e della giustamente celebre produzione a decoro araldico. Si segnalano una grande ciotola biansata e decorata con motivi quattrocenteschi (lotto 435, stima 600 – 800 euro), e un piatto decorato con l’emblema della famiglia Borromeo (lotto 443, stima 250 – 500 euro).
Piazza Campetto 2, Genova
lotti 254 – 400