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Tancredi e Campigli guidano l’asta di Wannenes di moderni e contemporanei

Lotto 24

L‘Arte Modena e Contemporanea torna nella sede milanese di Wannenes il 5 luglio con un piccolo ma prezioso catalogo di 48 lotti. L’esposizione pre-asta si apre dal 2 luglio (fino a lunedì 4)

Campeggia sulla copertina un colorato Tancredi del 1960 dal ciclo “Rivelazioni”, top lot parimerito con un bel Campigli del 1946. L’opera dell’artista di Feltre si intitola “Omaggio a Kandinskij, Klee, Picasso e Osvaldo Licini”  e stima 50.000 – 70.000 euro.  Interprete eccellente dell’arte del secondo dopoguerra, Tancredi viene descritto da Peggy Guggenheim come il miglior pittore italiano, dai Futuristi in poi. Racconta la mecenate: “Nel suo periodo migliore, ai tempi in cui io lo proteggevo, dal 1952 al 1957, i suoi quadri avevano una qualità magica. Qualità mai raggiunta da nessun pittore italiano, né prima né dopo allora”. Ed è proprio il rapporto privilegiato che si instaura tra i due che porta il lavoro di Tancredi ad acquisire un respiro internazionale spingendolo a concepire una pittura micro-spaziale e policromatica, definita da alcuni “molecolare”. Pioniere della pittura di gesto, alla quale conferisce una peculiare connotazione “veneziana”, concilia nelle sue opere l’impressione atmosferica con un costante ricordo della natura e della sua vitalità. Orientamento che esprime nella tela presentata in asta e che sintetizza in un appunto degli anni Sessanta: “Tutta l’Arte è Fantasia, tutta l’Arte è Natura” (lotto 24).

Citato nel titolo dell’opera di Tancredi, ecco che compare anche in catalogo Osvaldo Licini con una rossa “Amalassunta” del 1950. L’opera, una piccola tecnica mista su carta,  quota € 40.000 – 60.000 (lotto 34).

Lotto 34
Torniamo al secondo top lot della vendita, l’olio su tela di Massimo Campigli (Berlino 1895 – St. Tropez 1971) dal titolo “Il gioco del filo” (lotto 23, stima 50.000 – 70.000 euro). E’ un’opera del 1946 che si avvicina alla tecnica pittorica dell’affresco dove utilizza pochi colori e geometrizza i soggetti. Proprio come è mancato un padre nella sua vita, nei suoi lavori non sono contemplate le figure maschili: le sue città sono ricorrenza ossessiva di un simulacro femminile, continua riproposizione di quel gineceo nel quale si era svolta la sua protettissima infanzia. Le sue composizioni catturano l’occhio dello spettatore accompagnandolo in giro per il quadro. I fili, caratteristici nelle sue produzioni, accentuano l’andirivieni dello sguardo così come l’uso di figure gemelle che impongono il passare da un soggetto all’altro per confrontarli. Un pittore, in sintesi, che verrà definito “così antico da sembrare modernissimo”.
lotto 23

Enrico Prampolini (Modena 1896 – Roma 1956) è in asta con “Natura aerodinamica” del 1932 circa (lotto 15, stima 40.000 – 50.000 euro) che  testimonia la fase di avanzata calibrazione stilistica dell’ideologia futurista con le correnti internazionali del dadaismo e del cubismo che lo spingono verso nuove sperimentazioni stilistiche. La sua visione lirica e spirituale, già presente nell’arte meccanica, torna nella pittura aerea dove si fa promotore di un “idealismo cosmico” che pervade spazi e paesaggi.

Lotto 15

Il catalogo si apre con tre nature morte di Filippo de Pisis (Ferrara, 11 maggio 1896 – Milano, 2 aprile 1956).  La sua quarta opera in asta è un “Vaso di Fiori” che esprime contemporaneamente la leggerezza di tocco e la potenza rappresentativa tipica delle sue opere. Sembra infatti rappresentare con minimi mezzi, e quasi sfiorando appena la tela con il pennello, l’intima vitalità delle cose. L’artista è stato spesso accusato di perseguire una pittura decorativa di matrice neo-impressionista quando, al contrario, ha costruito molti dei suoi maggiori dipinti tramite un gioco di rimandi e riferimenti autobiografici e culturali. L’olio su tela proposto in asta, dalla pennellata rapida e leggera e dei piacevoli accostamenti cromatici, è una magnifica testimonianza del suo operato della metà del novecento (1948) ed è firmato, datato e dedicato in basso a destra (lotto 16, stima 16.000 – 18.000 euro).

Lotto 16

La storia racconta dell’incontro tra Filippo de Pisis e Giorgio De Chirico (Volo 1888 – Roma 1978) presso l’ospedale militare di Villa del Seminario a Ferrara nel 1915: luogo dove il celebre artista capì che la metafisica sarebbe stata il futuro della sua espressione pittorica. Orientamento stilistico mirabilmente rappresentato da “Le muse inquietanti”, uno dei quadri più iconici della sua produzione proprio perché capace di evocare quella magia silenziosa legata al sogno e al ricordo che attraverso un linguaggio di stratificazioni simboliche si pone entro ed oltre la visione reale (lotto 17, stima 30.000 – 40.000 euro).

Lotto 17

Tra le firme internazionali non possiamo non citare Bahman Mohasses (Iran 1931 – Roma 2010) leggenda dell’arte moderna iraniana auto-esiliatosi in un residence di Roma. All’apice della sua carriera, negli anni ’70, il pittore e scultore decise, infatti, di ritirarsi a vita privata, isolandosi dalla scena artistica e dal proprio Paese natale. Nessuno seppe più nulla di lui, eppure la sua arte ha segnato in maniera indelebile la cultura iraniana: ma se molte opere sono annientate dai mullā, la distruzione maggiore avvenne ad opera dell’artista stesso, che non intende lasciare eredità. Quello che resta oggi del suo lascito creativo è ovviamente ricercato dai collezionisti internazionali che potranno arricchire le loro raccolte con le due opere proposte in asta: come il “Senza titolo” del 1980, tela della serie “Minotauri” che rappresenta il nucleo concettuale della sua visione umana e della sua espressività artistica (lotto 10, stima 28.000 – 32.000 euro), e la scultura in bronzo “Leda e il cigno” del 1979 (lotto 11, stima 8.000 – 12.000 euro), dove figure effimere danzano nello spazio che le circonda.

Lotto 10
Lotto 11

Tra la migliore arte degli anni ’70, più precisamente del 1971, il  “Politipo” di Alberto Biasi (Padova, 2 giugno 1937). Il tema dei Politipi è stato più volte approfondito dall’artista ed è caratterizzato dall’inserimento di forme e cromatismi di forte suggestione figurale. Attraverso un abile uso della materia plastica e della bidimensionalità degli elementi dipinti Biasi da vita a immagini altamente evocative che si muovono e si modificano attraverso l’interazione dello spettatore, in un vortice di sensazioni in continuo divenire.  L’opera in PVC su legno incarna la sua ricerca ottico-cinetica che ha approfondito per più di vent’anni producendo un gran numero di composizioni dalle forme più mutevoli (lotto 32, stima 10.000 – 15.000 euro).

Lotto 32

Altrettanto significativo è il quadro di Ottone Rosai (Firenze, 28 aprile 1895 – Ivrea, 13 maggio 1957) dal titolo “Trionfo della strada” (lotto 4, stima 10.000 – 15.000 euro) realizzato nel 1952. L’opera riflette l’attenzione dell’artista per la pittura quattrocentesca toscana che, a partire dagli anni ’20, lo porterà alla creazione di tele raffiguranti gli stretti vicoli fiorentini e dell’Oltrarno, con strade e case isolate, silenziosamente metafisiche, come l’esemplare in asta. La vita quotidiana entra infatti nelle sue tele diventando protagonista indiscussa e costante delle sue composizioni rendendo i suoi quadri ambiti dai collezionisti e facenti parte di importanti raccolte private come la collezione Giuseppe Jannacone.

Lotto 4

Come anche la tavola “Situazioni drammatiche” (lotto 9, stima 10.000 – 15.000 euro) di Mario Nigro (Pistoia 1917 – Livorno 1992), opera del 1955 che racconta il respiro dell’esistenza, non in termini descrittivi ma universali, dando vita a opere in grado di interpretare il drammatico essere contemporaneo, fatto di continuità di relazioni e assenza di confini; e il “Senza titolo” (lotto 33, stima 12.000 – 15.000 euro) di Oscar Zalameda (Filippine 1930 – 2010), tela realizzata all’inizio degli anni ’60.

lotto 9
lotto 33

Sono due i lavori di Giuseppe Capogrossi (Roma, 7 marzo 1900 – Roma, 9 ottobre 1972): “Superficie 718” (lotto 18, stima € 38.000 – 42.000), olio su tela del 1950-51 che rappresenta uno dei primi esempi di passaggio tra il figurativo e l’astratto compiuti dall’artista, e “Superficie G.25” (lotto 19, stima € 18.000 – 22.000), opera del 1965 realizzata con la tecnica del collage su carta marmorizzata.

lotto 18

I quadri appartengono alla piena maturità stilistica del maestro, quando si era già definitivamente allontanato dalla figurazione a favore di un linguaggio concentrato intorno all’uso di un medesimo segno: il “morfema”, e di pochi colori fondamentali. A partire dal 1949, infatti, questa sorta di pettine diventa il protagonista assoluto delle sue rappresentazioni, unica presenza ad abitare la superficie. Il segno, moltiplicato e combinato in soluzioni sempre nuove, si trasforma nel principio generatore dello spazio compositivo, a dimostrazione che il soggetto, un tempo risultato di un’osservazione attenta della realtà e della natura, può essere frutto della sola forza creativa dell’artista. Volontà stilistica abilmente raccontata dalle sue parole: “Al principio ho usato immagini naturali, paragoni o affinità derivate dal mondo visibile. Poi ho cercato di esprimere direttamente il senso dello spazio che era dentro di me e che realizzavo compiendo gli atti di ogni giorno”.

lotto 19

L’intero catalogo presenta una selezione di lavori che vanno dagli inizi del ‘900, con scuole e artisti importanti del panorama italiano e non solo, fino al periodo contemporaneo, e raccoglie quadri inediti e di alta qualità provenienti da gallerie e collezioni private. Tra gli altri nomi di spicco e storici si segnalano Carla Accardi,  Franco Angeli, Enrico Baj, Renato Guttuso, Marino Marini, Arturo Martini. Mentre tra i nomi del panorama più recente si segnala Luca Pignatelli con il bel lavoro del 2005 raffigurante “New York” in una delle sue tipiche tecniche miste su tela di sacco (Lotto 41, stima € 15.000 – 20.000).

lotto 41

 

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ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

5 luglio 2022, ore 18:00
WANNENES
Auditorium,  Via Amedei 8, Milano

 

 

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