Spazio, forma, colore. Le indagini cromatiche di Claudio Verna, a Milano

Inaugura oggi (17 settembre 2018) alla Cardi Gallery di Milano la nuova mostra di Claudio Verna (Guardiagrele, 1937). Dal 18 settembre al 20 dicembre 2018.

Spazio, forma, colore, materiale. La mostra milanese dedicata a uno dei maggiori esponenti della Pittura analitica o Pittura-Pittura presenterà opere storiche e recenti. L’esposizione è la prima personale dell’artista nello spazio milanese di Cardi Gallery, e segue un’ampia retrospettiva che si è tenuta nella sede di Londra all’inizio di quest’anno. Saranno esposti una decina di dipinti, in gran parte di grandi dimensioni e che vanno dal 1967 al 2016, con cui questa mostra mira a illustrare l’uso del bianco nell’opera di Claudio Verna.

L’artista è stato spesso definito “maestro del colore”, poiché della ricerca sul colore ha fatto il centro della sua intera carriera di oltre 50 anni. Per Verna, anche il bianco non è mai un pigmento neutro o un simbolo di spazio vuoto, ma è il colore che raccoglie in sé tutte le altre tonalità, come la luce bianca è composta dall’intero spettro dei colori visibili all’occhio umano, prodotti dalle diverse lunghezze d’onda delle radiazioni luminose.

Claudio Verna - Cardi Gallery — Claudio Verna – Cardi Gallery

“I dipinti ‘monocromi’ di Verna non sono mai effettivamente tali; presentano sempre una complessa tessitura vibrante di colori giustapposti, sovrapposti, intrecciati. Nei ‘quadri bianchi’ le tonalità emergono nel tempo, sia per le proprietà chimiche della vernice acrilica, con la quale Verna ha sperimentato fin dagli inizi, sia perché le superfici diafane lasciano trasparire il loro fondo cangiante in base alla luce e all’angolo di osservazione, con risultati spesso sorprendenti anche per l’artista stesso.

Ugualmente i suoi ‘quadri neri’, come Aegizio ’78 presente in mostra, lasciano che il colore riemerga da feritoie che si aprono sulle stratificazioni cromatiche dello spazio profondo della tela scura. Questo genere di opere pone l’accento soprattutto sulle implicazioni visive del formato del quadro e della consistenza della pennellata, oltre che della luce e delle forme, talvolta geometriche e talvolta dettate da un gesto più libero.” Piero Tomassoni, curatore della mostra.