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Voce del verbo avere. Marzia Migliora a Palermo, tra pieno e vuoto

Marzia Migliora Marzia Migliora, A Dora D.

Palermo. Fino al 4 novembre 2018 Palazzo Branciforte ospita “Voce del verbo avere“, personale dell’artista Marzia Migliora (Alessandria, 1972), nata dalla collaborazione tra la Fondazione Merz e la Fondazione Sicilia.

Marzia Migliora
Marzia Migliora, A Dora D.

La mostra -a cura di Valentina Bruschi e Beatrice Merz- si inserisce nelle iniziative di “Palermo capitale italiana della cultura 2018”, all’interno di un programma di mostre ed eventi avviato nel 2017 dalla Fondazione Merz per la città siciliana.

Il progetto dell’artista nasce proprio a partire dal luogo di esposizione, l’ex Monte dei Pegni, che, nel suo intricato labirinto di stanze con strutture lignee a tutta altezza, ha ospitato per circa due secoli doti, corredi ed oggetti personali, posseduti da persone in difficoltà, ed ora ospita le sue opere, a creare un collegamento con il presente a partire dalla memoria storica del luogo, per far scaturire una riflessione politica e sociale sulla condizione attuale dell’uomo.

Voce del verbo avere è in realtà l’ideale prosecuzione della personale Velme, realizzata nel 2017 dalla Fondazione Merz a Ca’ Rezzonico a Venezia. L’installazione La fabbrica illuminata -cinque banchi da orafo su cui poggia un blocco di salgemma grezzo, in procinto di essere lavorato- realizzata originariamente dall’artista per la mostra veneziana, è anche inserita della mostra di Palermo, accompagnata da tre opere inedite -datate 2018- concepite per lo spazio espositivo: Voce del verbo avere, Pane di bocca e L’arte della fame.

Le opere in mostra si ispirano fortemente al concetto di economia. Scomponendo infatti il termine, esso si forma dal greco oikos (casa, intesa come famiglia, ma anche beni e comunità) e nomos (regola): al Monte di Pietà le persone indigenti erano costrette a impegnare i beni di famiglia (oikos), per cercare di adempiere alle norme imposte dallo Stato e dalla comunità e per assolvere i bisogni primari di sussistenza (nomos).

Denaro, cibo, fame. Questi gli elementi che accomunano ed ispirano le opere in mostra, riflessioni sulle relazioni tra pieno e vuoto, ricchezza e povertà, indigenza e sicurezza, nutrimento e astinenza, inclusione ed esclusione.

L’immagine della mostra è affidata all’opera A Dora D., realizzata all’ex-Monte dei Pegni. Nella fotografia il corpo dell’artista è in dialogo con la struttura a griglia che connota l’architettura lignea del deposito. Omaggio a Dora Diamant,-che si prese cura di Franz Kafka nella fase terminale della sua vita– l’opera rimanda al racconto Un digiunatore(1922), il cui protagonista si esibiva pubblicamente in una gabbia sorvegliato da tre guardiani, trovandosi nella situazione paradossale di guadagnarsi il pane digiunando. 

Informazioni utili

Voce del verbo avere

Marzia Migliora

A cura di Valentina Bruschi e Beatrice Merz

8 settembre 2018 – 4 novembre 2018

Palermo – ex Monte dei Pegni S. Rosalia, Palazzo Branciforte, Fondazione Sicilia

Orari: dalle 9.30 alle 19.30 (chiuso lunedì)

 

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