Attorno a Ingres-Hayez è il settimo dialogo del ciclo espositivo ideato dalla Pinacoteca di Brera. Un confronto che andrà in scena dal 4 ottobre al 20 gennaio nelle sale riallestite del museo, inaugurate proprio per l’occasione.
Dopo tre anni di lavori la Pinacoteca di Brera conclude anche il riallestimento delle sale dell’800, completando il rinnovamento dello spazio espositivo ed inaugurando il nuovo ciclo operativo. A guidarla è sempre l’appassionato direttore James Bradburne, che tra i successi conseguiti (accessibilità, accoglienza, fruibilità e qualità dei contenuti, investimento per il restauro e valorizzazione degli asset interni) e i propositi per il futuro (l’apertura di Palazzo Citterio con il progetto Brera Modern) presenta la mostra Attorno a Ingres e Hayez. Sguardi diversi sulle donne di metà Ottocento.
Si tratta di una riflessione sul ruolo della donna di metà 800, a cui concorrono in particolare quattro ritratti. Il primo è il padrone di casa, il dipinto di Francesco Hayez Ritratto di Teresa Manzoni Stampa Borri, unita in seconde nozze ad Alessandro Manzoni, anch’egli vedovo. Il volto luminoso rivela saggezza e consapevolezza, ma tradisce anche la salute cagionevole di cui la signora soffriva. Lo si legge negli occhi stanchi, deboli quasi al punto di chiudersi; ma soprattutto dal flacone che regge nella mano adagiata lungo la coscia.
Al capolavoro di Brera si aggiunge l’opera dell’altra voce del dialogo, il Ritratto di Caroline Gonse, nata Maille, realizzato da Jean-Auguste-Dominique Ingres. Il dipinto arriva dal Musèe Ingres di Montauban, Francia, in una delle pochissime trasferte che il museo concede. Una rarità che testimonia tanto l’importanza a livello internazionale di Brera, quanto l’occasione unica che rappresenta la mostra di prossima apertura. Le abilità tecniche di Ingres sono condensate perfettamente nella realizzazione armonica del modello, composto di trasparenti dettagli e marcate rotondità. Le curve geometriche si rincorrono per tutta la figura, rimbalzando dai capelli raccolti al volto, scivolando lungo le braccia e rimbalzando sul bracciolo della poltrona.
A completare il simposio ritrattistico sono il Ritratto di Selene Taccioli Ruga, sempre di Hayez, e il busto in gesso realizzato da Lorenzo Bartolini, il Ritratto di Anna Maria Virginia Buoni. Entrambe le opere provengono da collezioni private e contribuiscono con le loro suggestioni ad andare a comporre il quadro narrativo da affiancare al valore estetico. Le storie dietro ai dipinti, le storie ispirate dai dipinti, sono il principale veicolo emozionale in grado di imprimere nella memoria orme profonde.
Queste ed altre opere, tra cui il restaurato Ritratto di Manzoni di Hayez, vanno perciò a comporre un percorso espositivo dove storie e sguardi si intrecciano ad innescare un’esposizione le cui suggestioni artistiche possono condurre a risultati imprevedibili.