L’American Academy in Rome presenta “Anthropolaroid”, la personale di Paolo Gioli (Rovigo, 1942). Dall’11 ottobre al 9 dicembre 2018.
La mostra è dedicata allo sguardo di un artista che, con l’utilizzo sperimentale della fotografia, offre una meditazione sul corpo che ha attraversato la seconda metà del ‘900. Presentando per la prima volta una panoramica completa dell’utilizzo della tecnica del Polaroid transfer, con oltre 30 opere, dal ’78 al 2010, il percorso espositivo rende atto sia della grande padronanza tecnica di Gioli nei confronti di questo medium, sia della sua attenta analisi sulla figura umana, come oggetto di studio e come metafora di un corpo sociale e politico lacerato.
A partire dai suoi studi alla scuola libera del nudo presso l’Accademia di Belle Arti a Venezia, Gioli si è dedicato a lungo al tema del corpo umano. Come i suoi film sperimentali, che stabiliscono “un’essenziale analogia tra la celluloide e la pelle, come interfaccia sensibile tra il sé e il mondo esterno”, i Polaroid transfer di Gioli usano il corpo e i suoi frammenti come un mezzo per indagare la storia e i fondamenti teorici della fotografia, così come le sue relazioni con il cinema, l’incisione, la scultura e la pittura.
Dopo aver trascorso un anno a New York alla fine degli anni ’60, Gioli è stato tra i primi artisti, a seguito dell’introduzione nel 1972 della pellicola istantanea SX-70, a cimentarsi con la Polaroid e con la tecnica dell’image transfer. Da questo momento Gioli ha prodotto un’ampia serie di lavori di grande complessità formale con la gelatina e gli strati di colore dell’emulsione Polaroid.
Adottando l’uso del foro stenopeico e di supporti di carta e seta per il trasferimento dell’immagine, Gioli combina le procedure più elementari degli esordi della fotografia con un utilizzo molto sofisticato dell’istantanea creata dal fondatore della Polaroid, Edwin Land. Tra le diverse e feconde sfaccettature che caratterizzano la ricerca di Gioli c’è la grande capacità dell’artista di creare immagini senza tempo, condensando una vasta iconografia in un processo spontaneo dovuto alla sua padronanza della pellicola istantanea.
La mostra colloca così Gioli in quel contesto di sperimentazione nato a seguito dell’introduzione dell’istantanea che ha coinvolto molti grandi fotografi, specialmente americani. Se all’epoca Gioli non venne inserito a pieno titolo nel programma di supporto agli artisti creato dalla stessa Polaroid, a causa del suo utilizzo di questo mezzo giudicato poco ortodosso e deviante rispetto agli obiettivi commerciali dell’azienda, oggi, nell’epoca del digitale, questo lavoro acquista nuovo valore e attualità.
Informazioni utili
Paolo Gioli. Anthropolaroid
Dall’11 ottobre al 9 dicembre 2018
La mostra sarà introdotta da una conversazione tra Paolo Gioli e la storica e critica della fotografia Roberta Valtorta (11 ottobre ore 18.00)
American Academy in Rome – Gallery, via Angelo Masina, 5 Roma
A cura di Peter Benson Miller
Evento collaterale nell’ambito di VIDEOCITTÀ
Patrick Rumble – Free Films Made Freely: I film sperimentali di Paolo Gioli
23 ottobre, ore 18
American Academy in Rome – Lecture Room, via Angelo Masina, 5 Roma
*Paolo Gioli, Autoanatomie, 1987. Polaroid trasferita su seta, composizione fatta direttamente nella macchina fotografica, applicata su carta di disegno, acrilico, matita 50 x 60 cm / 19.7 x 23.6 in