Luca Pignatelli, uno degli artisti più interessanti e riconosciuti della sua generazione, presenta per la prima volta a Londra una serie di nuovi lavori di grandi dimensioni, tra cui “Persepoli”, un’opera a tecnica mista su tappeto persiano, esposta in anteprima a Maastricht durante il Tefaf e la cui analoga è ora esposta al museo MAXXI di Roma. Lungi da avere alcun intento provocatorio, pur nella commistione di generi e stili sulla frontiera e frattura tra Occidente e Oriente, gli ultimi lavori di Pignatelli proseguono una linea estetica che l’artista milanese feconda da anni, attraverso il confronto serrato tra contemporaneità e mondo antico.
Al di là dei supporti usati – nello specifico in questa mostra personale alla Senesi Contemporanea i tappeti persiani, i tessuti, i ferri, materiali che sono parte integrante dell’opera – Pignatelli lavora sulle persistenze iconografiche delle diverse civiltà, dal mondo greco a quello arabo, riuscendo ad essere contemporaneo senza negare le numerose stratificazioni presenti nella storia dell’arte sia dal punto di vista del soggetto che della tecnica. La sua è una poetica al tempo stesso lirica e analitica, i suoi lavori sono confortevoli alla vista, poiché ne riconosciamo i modelli, e nello stesso tempo spiazzanti per le variazioni che contengono; partendo da quasi una base astratta e materica Pignatelli, per sovrapposizioni o raschiature, genera nuove e definitive immagini che vanno a corroborare il nostro inconscio.