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Lo spazio e il silenzio. A Parigi la mostra di Zao Wou-Ki, l’artista più francese dei cinesi

Zao Wou-Ki, Traversee des apparences1956, Foto Dennis Bouchard © ADAGP Zao Wou-Ki, Traversee des apparences1956, Foto Dennis Bouchard © ADAGP
Zao Wou-Ki, Traversee des apparences1956, Foto Dennis Bouchard © ADAGP
Zao Wou-Ki, Traversee des apparences1956, Foto Dennis Bouchard © ADAGP

15 anni dopo l’ultima mostra al Jeu de Paume, ritorna al Museo d’Arte Moderna di Parigi una retrospettiva dedicata a Zao Wou-Ki. L’espace est silence (lo spazio e il silenzio). Dal 1 giugno al 6 gennaio. In mostra una selezione di 40 opere, alcune di grandi dimensioni e un insieme di inchiostri del 2006 mai esposti al pubblico.

Attraverso 4 sale espositive si percepisce come le pitture di Zao Wou-ki siano frutto di una sintesi tra arte occidentale e orientale. Zao Wou-Ki nato a Shangai nel 1920, fin da giovanissimo si cimenta nell’arte della calligrafia cinese e impara le tecniche della pittura tradizionale del suo paese. Nal 1948 lascia la Cina per trasferirsi a Parigi in un momento storico in cui la città vive un gran fervore artistico che gli permette di scoprire l’arte astratta e di liberarsi dei canoni della pittura cinese. Negli anni di Parigi l’artista sviluppa tutta la sua carriera artistica che in questa mostra, viene illustrata con rigore cronologico.

Zao Wou-Ki, Sans titre, 2006, Foto  Naomi Wengner © ADAGP
Zao Wou-Ki, Sans titre, 2006, Foto Naomi Wengner © ADAGP
Zao Wou-Ki, Hommage à Claude Monet,  1991, Foto Jean-Louis Losi © ADAGP
Zao Wou-Ki, Hommage à Claude Monet, 1991, Foto Jean-Louis Losi © ADAGP

Nelle 4 sale si articola l’evoluzione artistica di Zao Wou-Ki dal 1948 al 2006. Nel percorso espositivo si percepisce la grande naturalezza del passaggio dell’artista dall’arte figurativa all’astrazione .

Forte testimonianza di questo passaggio è l’opera la “traversé des apperence” del 1956, in cui l’artista supera il figurativo dei paesaggi o villaggi precedenti al trasferimento a Parigi, per consacrarsi all’arte astratta.

Zao Wou-Ki,Decembre 89 – Fevrier 90, 1990, Foto Jean-Louis Losi © ADAGP
Zao Wou-Ki,Decembre 89 – Fevrier 90, 1990, Foto Jean-Louis Losi © ADAGP

Le prime opere parigine di  Zao Wou-Kiri sentono dell’influenza di artisti come Henri Matisse e Paul Klee. Dagli anni 50 l’orientazione verso l’astrazione é accompagnata anche da una crescita di dimensioni dei suoi lavori. Verso la fine degli anni 70 l’artista sperimenta nuove forme e colori ispirandosi inizialmente a Claude Monet e Jean-Paul Riopelle ma consacrandosi in seguito, all’uso dell’inchistro e all’arte della calligrafia.

La parte finale dell’esposizione mostra  le ultime opere dell’artista, dei magnifici inchiostri che testimoniano un ritorno alle origini e che rende esplicita la difficoltà di caratterizzare Zao-Wou-ki in un movimento artistico definito.

Zao Wou-Ki, Hommage à Matisse, 1986, Foto Dennis Bouchard© ADAGP
Zao Wou-Ki, Hommage à Matisse, 1986, Foto Dennis Bouchard© ADAGP

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