Un’azione civile che nasce da una riflessione sul fenomeno conosciuto come ‘La grande sete di Sicilia’, un caso sociale sulla gestione dell’acqua pubblica. Tra gli eventi collaterali della Biennale Manifesta 12
“Un’azione civile, un’opera politica che parla di pluralità e mostra un’umanità pronta ad emergere dalle ombre del presente e desiderosa di immaginare nuovi mondi possibili, equi e sostenibili”. Così si presenta La grande sete, performance inedita che il duoLa grande sete (Sasha Vinci, 1980 e Maria Grazia Galesi 1988) presenta a Palermo negli splendidi spazi monumentali della chiesa di Santa Maria dello Spasimo, tra gli eventi collaterali della Biennale Manifesta 12, all’interno del più ampio contenitore Border Crossing.
Curata da Lori Adragna e Serena Ribaudo, l’azione “nasce da una riflessione sul fenomeno conosciuto come ‘La grande sete di Sicilia’, un caso sociale sulla legalità della gestione dell’acqua pubblica”. Decine di persone e migliaia di crisantemi e gerbere “danno vita ad una scena allegorica che diventa simbolo, un atto di protesta per reagire alle deformazioni del presente e dar vita a nuove visioni capaci di suggerire cammini alternativi”. Ecco qualche immagine in anteprima…