Il ritratto nella sua cornice dorata raffigura un signore corpulento, forse francese e forse un uomo di chiesa, almeno a giudicare dal suo gilet nero e dal colletto bianco.
Il lavoro sembra incompleto: i tratti del viso sono in qualche modo indistinti e ci sono aree vuote di tela. L’intera composizione è spostata leggermente verso sinistra. Il titolo è “Ritratto di Edmond Belamy“, ma è la firma dell’artista in basso a destra a cogliere di sorpresa, perchè è quella dell’algoritmo che l’ha generato. Edmond non esiste, la sua immagine non è stata creata della mano di un pittore, ma dalla “fantasia” di un computer.
L’opera è stata battuta in asta da Christie’s il 25 ottobre per $432,500, ben 43 volte la sua stima. Il quadro era parte di un gruppo di 11 ritratti di un’immaginaria famiglia, ideati da un trio francese di venticinquenni. I ragazzi hanno archiviato in un algoritmo 15mila dipinti realizzati tra il XIV e il XX secolo. Il resto l’ha fatto il computer. Obvious è il nome del collettivo, con sede a Parigi, composto da Hugo Caselles-Dupré, Pierre Fautrel e Gauthier Vernier..