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Catturare l’infinito. Visita allo studio del fotografo giapponese Hiroshi Sugimoto

Hiroshi Sugimoto

“La gente va avanti, io vado indietro. Così il divario tra me e il mondo si fa sempre più profondo. Ma non mi interessa, io faccio quello che voglio fare”. Visita allo studio di Hiroshi Sugimoto, l’artista giapponese che rincorre e cattura il tempo sfruttando la potenza del mezzo fotografico.

Nato a Tokyo nel 1948, Hiroshi Sugimoto è un artista giapponese tra i più importanti esponenti delle fotografia contemporanea, noto in particolare per la sua fotografia seriale ispirata all’arte minimalista orientale e per le sue stampe in bianco e nero realizzate con emulsioni fotografiche preparate artigianalmente. Dagli inizi, nei primi anni ’70, l’artista porta avanti una ricerca volta a trovare soluzioni ai molteplici problemi di rappresentazione posti dal concetto di tempo.

A partire da Dioramas (1976-1992), in cui Sugimoto realizza istantanee “impossibili” del passato, trasfigurando la messa in scena dei diorami dedicati alle ere preistoriche in ipotesi di realtà fino a Lighting Fields (dal 2006), in cui immortala scariche elettriche da 400mila volt generate in funzione dell’esposizione, passando per Theaters (dal 1976), serie realizzata fotografando con tempi di esposizioni lunghissimi sale cinematografiche in cui lo schermo è una luce bianca che contiene in sé l’intera proiezione del film: quelle di Sugimoto sono immagini mentali materializzate attraverso un rigorosissimo controllo del mezzo fotografico.

Nel video di Christie’s, una visita allo studio del fotografo a Tokyo. 

Hiroshi Sugimoto
Hiroshi Sugimoto, dalla serie Theaters (1976-in corso)
Hiroshi Sugimoto, dalla serie Dioramas (1976-1992)

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