Il “Financial Times” dello scorso 7 novembre ha dedicato l’articolo di apertura a Dymitri Rybolovlev, l’oligarca russo re dei fertilizzanti fermato a Monaco Montecarlo nell’ambito dell’inchieste relativa alla vendita di opere d’arte, tra le quali il celebre “Salvator Mundi” attribuito a Leonardo. Rybolovlev – proprietario della squadra di Calcio Monaco e acquirente da Donald Trump di una tenuta a Miami – è stato il penultimo proprietario dell’opera, colui che l’ha messa in asta da Christie’s guadagnando 400 dei 450 milioni di dollari dalla sua vendita.
Questa intricata vicenda giudiziaria – nella quale Rybolovlev ha denunciato il suo intermediario, lo svizzero Yves Bouvier e pure Sotheby’s e questi, a loro volta, Rybovlev – aggiunge mistero al fatto che il quadro non è stato ancora esposto al Louvre di Abu Dhabi. La data annunciata della sua esposizione era il 18 settembre scorso, ma nulla è accaduto e nulla si sa in proposito.
Con il rigore dello storico d’arte e la sensibilità del romanziere, Pierluigi Panza ha dipanato in un libro, “L’ultimo Leonardo” (Utet) le misteriose vicende di questo quadro, che lega in modo imprevedibile due mondi: quello del glorioso passato europeo popolato di nobili, artisti e cortigiani, e quello attuale, dominato da capitali finanziari e nuovi ricchi sedotti dall’ambiguo potere delle immagini. Il libro sarà presentato sabato 17 novembre 2018, alle ore 12, nella Sala della Balla del Castello Sforzesco di Milano nell’ambito di Bookcity 2018.
Il “Salvator Mundi” è diventato il quadro più costoso del mondo il 15 novembre 2017, quando nella sede newyorkese di Christie’s è stato battuto per 450 milioni di dollari. Forse acquistato con i soldi dell’erede al trono dell’Arabia Saudita, il controverso Mohammed bin Salman al centro della vicenda legata alla morte del giornalista Kashoggi, è diventato di proprietà del Department of Culture and Tourism di Abu Dhabi. Nel 2019, a 500 anni dalla morte di Leonardo, il quadro sarà spostato in mostra temporanea al Louvre di Parigi e posto a fianco della Gioconda. Poi tornerà ad Abu Dhabi.
I dipinti attribuiti con certezza a Leonardo da Vinci non arrivano a venti: un numero davvero esiguo anche per un maestro antico. Non è strano allora che da decenni studiosi e mercanti in tutto il mondo vadano alla ricerca dei suoi capolavori perduti.
Portato in Inghilterra come dono per le nozze fra Henrietta Maria di Borbone e Carlo I Stuart, il Salvator Mundi sopravvive ai tumulti delle Rivoluzioni inglesi; viene donato da Giacomo II a una sua spregiudicata amante; viene ereditato, venduto, restaurato, ridipinto al punto da scomparire, lasciando dietro di sé solo la lunga scia di copie dei pittori leonardeschi, e una riproduzione seicentesca dell’incisore boemo Wenceslaus Hollar.
Fino al 2005, quando un dipinto comprato in Louisiana per poche migliaia di dollari viene sottoposto a una radicale pulitura che lascia sbalorditi: quella che emerge sotto la crosta di vernici e ridipinture sembra proprio la mano di Leonardo. Per alcuni esperti è questo l’originale, il primo Salvator Mundi. Di certo, è questa l’opera che il 15 novembre 2017, nella sede newyorkese della casa d’aste Christie’s, viene aggiudicata per 450 milioni di dollari.
Informazioni utili
L’ultimo Leonardo (UTET) – Pierluigi Panza
Presentazione sabato 17 novembre 2018
Sala della Balla del Castello Sforzesco di Milano