Il percorso espositivo si snoda tra il Colosseo, il Foro Romano e il Palatino ripercorrendo le tappe delle rivoluzionarie riforme dei Severi, attraverso i monumenti che la dinastia ‘venuta dall’Africa’ costruì o restaurò e circa 100 opere d’arte e reperti archeologici provenienti da importanti musei italiani e stranieri.
Nella notte di San Silvestro del 192 A.D. l’imperatore Romano Commodo viene assassinato. Pochi mesi dopo, Settimio Severo – un africano di lontana origine italica, nato a Leptis Magna – è proclamato imperatore, inaugurando la dinastia dei Severi. Un’epoca di grandi innovazioni che spazieranno dall’ambito economico a quello sociale, da quello politico a quello religioso. Non mancheranno di certo congiure, efferati delitti e spargimenti di sangue ma contestualizzando quel periodo in un’epoca dove tutto questo era una sorta di passaggio obbligato per l’ascesa al potere, possiamo attribuire alla dominazione dei Severi un ruolo cruciale della storia dell’Impero.
Dal 15 novembre, una grande mostra – ideata da Clementina Panella che l’ha curata con Alessandro D’Alessio e Rossella Rea e organizzata da Electa – ripercorrerà le tappe più significative della storia dell’ultima rilevante famiglia imperiale, attraverso un percorso tra i monumenti che questa dinastia costruì o restaurò in quell’area archeologica unica al mondo che va dal Colosseo, al Foro Romano, al Palatino, con un’attenzione particolare anche alle produzioni artistiche del periodo, documentata attraverso circa 100 opere d’arte e reperti archeologici provenienti da importanti musei italiani e stranieri.
“La mostra ha il fine di far conoscere al più vasto pubblico possibile l’ultimo periodo dell’impero in cui Roma fu grande, governata da imperatori che lasciarono un’eredità forte e duratura in molti campi, pur nell’avanzare del declino”, spiega Alfonsina Russo, Direttore del Parco archeologico del Colosseo.
La dinastia ‘venuta dall’Africa’ trasformò la crisi finanziaria e produttiva determinata prevalentemente dalla precedente epidemia di vaiolo, in una stagione di grandi trasformazioni economiche e sociali. Si diede impulso all’economia finanziando ambiziosi progetti edilizi grazie anche a una riforma monetaria che tentò di porre rimedio all’ insufficienza di entrate fiscali attraverso quello che oggi chiamiamo ‘taglio delle spese’ e riducendo il contenuto d’argento nell’emissione del denario, mantenendone però inalterato il valore nominale.
Tra gli eventi importanti che caratterizzarono questo periodo sono da ricordare anche la riforma delle province, la riorganizzazione dell’esercito così come quelle trasformazioni nella società – dalla cultura ai nuovi culti – iniziate già al tempo degli Antonini. Tra tutte le riforme però, la più rivoluzionaria fu la Constitutio Antoniniana emessa da Caracalla (212 d.C. ) in base alla quale ogni abitante libero dell’Impero diventata cittadino romano. Tutti godettero da allora in poi di uguali diritti. I bambini di coppie miste divennero cittadini così come tutti gli schiavi liberati, le donne e gli abitanti delle regioni più remote dell’Impero. Vincitori e vinti, umili e privilegiati erano ugualmente cittadini romani. Una vocazione cosmopolita che portava a compimento la premessa ideale parzialmente realizzata da Augusto più di due secoli prima.
Impossibile non fare un parallelo con l’attuale situazione politica e sociale contemporanea. Come sottolinea il curatore Alessandro D’Alessio:
” La mostra Roma Universalis è fortemente contestualizzata nell’attualità tra diritti di cittadinanza, svalutazioni monetarie e multiculturalismo. […] La Constitutio Antoniniana à un esempio lampante del carattere contemporaneo dei provvedimenti attuati dalla dinastia dei Severi”
Il nucleo narrativo principale prende avvio dalla galleria del II ordine del Colosseo e si snoda in varie sezioni. Di particolare importanza i frammenti della Forma Urbis, mappa catastale in marmo voluta da Settimio Severo, ancora oggi fondamentale documento per lo studio dell’antica topografia di Roma e in mostra oggetto di una scenografica ricostruzione multimediale
Presso il Tempio di Romolo sarà esposto al pubblico per la prima volta un eccezionale ciclo statutario scoperto presso le Terme di Elagabalo.
Nel Foro Romano viene aperto alla visita per la prima volta un tratto del vicus ad Carinas. Il vicus era tra i più antichi percorsi di Roma e collegava il popoloso quartiere “delle Carine” sul colle Esquilino.
Data l’importanza scientifica e divulgativa della rassegna, due pubblicazioni, edite da Electa , accompagneranno la mostra: il volume di studi dai numerosi contributi scientifici e una guida bilingue per accompagnare il visitatore attraverso le varie sezioni del percorso espositivo.
Informazioni utili
Roma Universalis L’impero e la dinastia venuta dall’Africa
Roma, Colosseo – Foro Romano – Palatino
Ideazione Clementina Panella
A cura di Alessandro D’Alessio Clementina Panella Rossella Rea
Promossa da Parco archeologico del Colosseo – Organizzazione e catalogo Electa
Biglietti:
Biglietto Intero € 12,00; ridotto € 7,50 comprensivo delle mostre in corso nell’area archeologica Foro Romano – Palatino – Colosseo. Riduzioni e gratuità secondo la normativa vigente.
Lo stesso biglietto, valido 2 giorni, consente un solo ingresso al Colosseo e un solo ingresso al Foro Romano–Palatino
Prevendita e visite guidate tel. +39.06.39967700 www.coopculture.it
Orari Parco archeologico del Colosseo:
8.30 – 16.30 fino al 15 febbraio 2019
8.30 – 17.00 dal 16 febbraio al 15 marzo 2019
8.30 – 17.30 dal 16 marzo al 30 marzo 2019
8.30 – 19.15 dal 31 marzo al 31 agosto 2019
L’ingresso si effettua fino a un’ora prima della chiusura del monumento.
Chiusure al pubblico 25 dicembre 2018 e 1 gennaio 2019