Tintoretto. Un Ribelle a Venezia. A febbraio al cinema un nuovo appuntamento per la Grande Arte al Cinema
Prosegue inarrestabile il calendario della Grande Arte al Cinema di Nexo Digital. Dopo esser stato presentato in anteprima al Festival di Torino, da poco è passato in sala il documentario su Banksy, per gennaio è stato annunciato quello su Degas e a febbraio arriverà quello su Tintoretto, in occasione dell’anniversario dei cinquecento anni dalla nascita. Il film, Tintoretto. Un Ribelle a Venezia, sarà nelle sale italiane il 25, 26, 27 febbraio, per poi essere distribuito anche sul mercato internazionale.
Figlio di un tintore, da cui il suo nome d’arte, Tintoretto (1519-1594) è l’unico grande pittore del Rinascimento a non aver mai abbandonato Venezia, nemmeno negli anni della peste. Il film indaga quindi il rapporto dell’artista con la Venezia del Rinascimento, attraverso alcuni dei luoghi che più conservano la memoria dell’artista, dall’Archivio di Stato a Palazzo Ducale, da Piazza San Marco alla Chiesa di San Rocco.
Attraverso questo viaggio artistico vengono ricostruite le vicende di Jacopo Robusti, in arte Tintoretto, dai primi anni della sua formazione artistica fino alla morte, senza trascurare la fase della formazione della sua bottega, luogo in cui lavorano anche alcuni dei suoi figli, Domenico, che erediterà l’impresa del padre, e l’amatissima Marietta, talentuosa pittrice.Tintoretto. Un Ribelle a Venezia è un progetto ideato e scritto da Melania G. Mazzucco, che dell’artista è una grande conoscitrice (diverse le pubblicazioni a suo nome che lo vedono protagonista, tra cui una biografia). Tra gli interventi si segnala la partecipazione del regista Peter Greenaway, mentre la voce narrante è quella di Stefano Accorsi.
Tintoretto. Un Ribelle a Venezia delineerà i tratti della Venezia del 1500, un secolo culturalmente rigoglioso che vede tra i suoi protagonisti altri due giganti della pittura come Tiziano e Veronese, eterni rivali di Tintoretto in un’epoca in cui la Serenissima conferma il suo dominio marittimo diventando uno dei porti mercantili più potenti d’Europa e affronta la drammatica peste del 1575-77, che stermina gran parte della popolazione lasciando un segno indelebile nella Laguna.È proprio durante la peste che Tintoretto crea il suo ciclo più importante. In una Venezia deserta, cupa e spettrale, con i cadaveri degli appestati lungo i canali, Tintoretto rimarrà in città per continuare la sua più grande opera: il ciclo di dipinti della Scuola Grande di San Rocco, una serie di teleri che coprono la maggior parte delle pareti dell’edificio intitolato alla celebre confraternita. Nessuno all’epoca, nemmeno Michelangelo nella Cappella Sistina, vantava di aver firmato ogni dipinto all’interno di un edificio.
Ad accompagnare lo spettatore attraverso le vicende di Tintoretto, saranno chiamati numerosi esperti come gli storici dell’arte Kate Bryan, Matteo Casini, Astrid Zenkert, Agnese Chiari Moretto Wiel, Michel Hochmann, i co-curatori della mostra Tintoretto 1519-2019 di Palazzo Ducale, Frederick Ilchman e Tom Nichols, le scrittrici Melania G. Mazzucco e Igiaba Scego, le restauratrici Sabina Vedovello e Irene Zuliani, impegnate nel restauro delle Due Marie di Tintoretto.
In contemporanea al documentario viene lanciata anche una biografia a fumetti. “Tintoretto. Un ribelle a Venezia” è infatti anche una graphic novel scritta da Alberto Bonanni su disegni di Gianmarco Veronesi. Il volume ripercorre in quattro capitoli a colori la vita dell’artista veneziano e la sua presunta rivalità con un altro maestro della scena artistica del ‘500: Tiziano Vecellio.