Dialogo d’arte in tre sedi per un unico progetto espositivo. Biella e Trivero ospitano dal 17 aprile al 13 ottobre 2019 “Padre e figlio”, esposizione che mette in contatto Michelangelo Pistoletto (1933) e il padre Ettore Pistoletto Olivero (1898-1982).
Il racconto che ne scaturisce è l’occasione per affrontare tematiche varie ed indagare da vicino il rapporto tra mondi e generazioni diverse, quello tra padre e figlio con tute le sue sfumature, implicazioni e divergenze che lo caratterizzano. Tre gli spazi coinvolti: Palazzo Gromo Losa e Cittadellarte ( Biella) e Casa Zegna ( Triverio). Non a caso viene scelta quest’ultima come spazio espositivo, la vicenda artistica del padre di Michelangelo Pistoletto è strettamente legata a quella di Ermenegildo Zegna (1892-1966). Un legame forte e duraturo che iniziò con l’ incaricò del pittore valsusino Ettore Pistoletto di realizzare un ciclo di graffiti raffiguranti le fasi dell’antica lavorazione della lana, chiave strategica del successo dell’odierna casa di moda che vede Zegna fondare all’età di 18 anni il Lanificio Zegna proprio a Trivero, nelle Alpi biellesi.
“Padre e figlio” è un incontro volto a creare confronto ed a svilupparsi in ambito nazionale facendone di Biella il punto di partenza del passaggio generazionale che crea curiosità per la sua attualità tematica che affascina. Il progetto è a cura di Alberto Fiz ed è sostenuto da Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, Cittadellarte, Fondazione Pistoletto e Fondazione Zegna.
Ettore Pistoletto Olivero nasce il 17 dicembre 1898, esattamente 120 anni fa a Gravere di Susa. La sua vita e produzione artistica è strettamente connessa alla valle di Susa con i suoi abitanti, soliti al duro lavoro dei campi, alle montagne, alle umili case dei borghi e al suo pianoro ai piedi degli alti monti della Losa. Lo contraddistingue un forte amore per la natura, soggetto principale delle sue opere che gli permettono di affermarsi come uno dei più validi e apprezzati pittori del secolo.
Michelangelo Pistoletto nasce a Biella nel 1933. Impara sin da giovane le tecniche del disegno e della pittura. Dopo diversi spostamenti, per sfuggire ai disastrosi bombardamenti della guerra, la famiglia Pistoletto si stabilisce definitivamente nel capoluogo piemontese nel 1946. Dalla bottega del padre, abile restauratore di quadri, viene in contatto con la tradizione pittorica occidentale maturando interesse per l’arte medioevale e rinascimentale e all’età di 14 anni realizza un autoritratto, oggi purtroppo perduto. Spinto dalla madre, all’età di vent’anni, si iscrive alla scuola di grafica pubblicitaria diretta da Armando Testa ( la prima in italia), per poi aprire un anno dopo una sua personale agenzia di pubblicità. Pistoletto è uno dei maggiori esponenti del movimento dell’arte povera, nato negli anni sessanta in Italia, volto a riscoprire la sostanza originaria del nostro presente eliminando tutto ciò che possa offuscarne la verità e i tratti caratteristici. Considerato “Quello degli specchi” per il frequente utilizzo di superfici riflettenti, come lastre di acciaio inox lucidate, Michelangelo realizza nei primi anni sessanta i “Quadri specchianti” dove lo spettatore diventa, riflettendosi nello specchio, parte attiva dell’opera. Si avvicina, durante gli anni settanta e ottanta, anche al mondo della scultura realizzando opere come “l’Etrusco”(1976) e “l’Annunciazione”(1980).
Padre e figlio, così vicini e così lontani. Quale posto migliore per questo confronto se non i luoghi che hanno ispirato e dove hanno vissuto i due artisti?
Informazioni utili
PADRE E FIGLIO
Ettore Pistoletto Olivero e Michelangelo Pistoletto
Palazzo Gromo Losa – Corso del Piazzo 22-24, Biella.
Cittadellarte – Via G.Serralunga 27, Biella
Casa Zegna – Via Guglielmo Marconi 23, Trivero.
Dal 17 aprile al 13 ottobre 2019.