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Infinity, intervista a Michelangelo Pistoletto in mostra a Roma: guardiamo “oltre”

Venere degli stracci, 1967 cemento, smalto, stracci / cement, enemel, rags, 190 x 240 x 100 cm Courtesy Cittadellarte - Fondazione Pistoletto, Biella Venere degli stracci, 1967 cemento, smalto, stracci / cement, enemel, rags, 190 x 240 x 100 cm Courtesy Cittadellarte - Fondazione Pistoletto, Biella
Venere degli stracci, 1967 cemento, smalto, stracci / cement, enemel, rags, 190 x 240 x 100 cm Courtesy Cittadellarte - Fondazione Pistoletto, Biella
Venere degli stracci, 1967 -cemento, smalto, stracci / cement, enemel, rags, 190 x 240 x 100 cm – Courtesy Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, Biella

Intervista con il curatore, Danilo Eccher, la direttrice di Dart Chiostro del Bramante e con il Maestro Michelangelo Pistoletto che vi invita a essere co-autori delle opere allestite nel percorso narrativo e di una nuova realtà

Michelangelo Pistoletto al Chiostro del Bramante
Michelangelo Pistoletto – Foto Vera Monti, ArtsLife

La partecipazione attiva del pubblico nelle mostre del Chiostro del Bramante

Roma – Attraverso le mostre collettive curate negli ultimi anni per il Chiostro del Bramante, Danilo Eccher ha saputo coinvolgere attivamente i visitatori nella scoperta dei diversi temi espositivi – amore, divertimento, sogno e follia – mettendo in discussione il culto dell’autoreferenzialità dell’arte contemporanea.

Con Love, Enjoy, Dream e Crazy il pubblico ha intrapreso una sorta di viaggio interiore esplorando le tante dimensioni del proprio inconscio. Ora, attraverso il nuovo progetto che vede al centro una figura così imponente, come quella di Michelangelo Pistoletto, il pubblico è invitato a guardare “oltre” . A partecipare alla costruzione di quel Terzo Paradiso teorizzato dal Maestro, che appare oggi non solo incredibilmente attuale ma indispensabile alla nostra stessa sopravvivenza.

mostra Michelangelo Pistoletto al Chiostro del Bramante

La collettiva di unico artista: l’arte infinita di Pistoletto al Chiostro del Bramante

Eccher ha definito il progetto espositivo – composto da cinquanta opere e quattro grandi installazione site specific – “Una mostra collettiva di un unico artista”, a sottolinearne in qualche modo la continuità con la pluralità di sguardi e registri interpretativi delle precedenti esposizioni collettive. Ogni opera di Pistoletto infatti, ha una propria natura formale e materiale diversa, come se appartenesse a un artista diverso. Questo perché la personalizzazione di uno stile non avrebbe potuto favorire quella dimensione partecipata che rappresenta il tratto distintivo della sua produzione artistica, enfatizzata anche nella mostra allestita al Chiostro del Bramante. Da ‘Metrocubo‘ di ‘Infinito’ a ‘Labirinto‘, da ‘L’Etrusco‘ a le ‘Porte-Segno Arte‘ fino ai quadri specchianti, i visitatori diventano co-autori delle opere del Maestro; partecipando attivamente al percorso narrativo messo in scena da Eccher.

mostra Michelangelo Pistoletto al Chiostro del Bramante
Danilo Eccher e Michelangelo Pistoletto – Foto ArtsLife

Intervista ai protagonisti del progetto: Il curatore Danilo Eccher, la direttrice Natalia de Marco e al deus ex machina Michelangelo Pistoletto

Lasciamo dunque che a raccontare la mostra siano i protagonisti di questo progetto che abbiamo intervistato per voi. A cominciare dal curatore del progetto Danilo Eccher.

Passare dal progetto consolidato delle ultime collettive con record di visitatori soprattutto tra i più giovani, a quella su uno dei principali rappresentanti dell’arte del secondo Novecento, rappresenta una sorta di “sfida”?

“La scommessa era riuscire a fare di una personale la stessa poetica e la stessa filosofia curatoriale delle mostre collettive. Ovviamente su una mostra tematica che coinvolge più artisti è anche più facile creare una narrazione, più complicato è farlo con un solo artista. Credo che questa mostra ci restituisca un Michelangelo Pistoletto molto “giovane”.

Quale criterio ha seguito per l’allestimento di questa mostra narrativa, anche nel conciliare la poetica di Pistoletto  all’interno di un’architettura così particolare come quella del Chiostro del Bramante?

Qui siamo stati aiutati da due elementi fondamentali. Il primo elemento è che il lavoro di  Michelangelo Pistoletto si articola in una serie di linguaggi, di visioni, molto differenti che già parte dagli anni Sessanta con ‘Oggetti in meno’, quindi c’è proprio nel dna dell’artista questa differenziazione del suo lavoro. Dall’altra c’è Il Chiostro del Bramante che detta il ritmo, detta i tempi, detta gli spazi. Per certi versi un limite ma anche un grande aiuto che ti dice come andare avanti nell’allestire la mostra.

Pensa che questa mostra possa davvero avvicinare i più giovani a conoscere l’arte del Maestro?

Questa è la sfida che abbiamo sempre affrontato al Chiostro del Bramante, cercare di avvicinare i più giovani, anche con lavori solitamente più ostici. Lo abbiamo fatto con Mario Merz, Giovanni Anselmo, Gilbert & George. Credo che Michelangelo Pistoletto in questa tipologia di mostre rappresenti una novità, un’interesse, anche una curiosità che per i giovani possa essere importante.

mostra Michelangelo Pistoletto al Chiostro del Bramante
Foto ArtsLife

Proseguiamo le nostre domande con la Direttrice Dart Chiostro del Bramante,  Natalia De Marco

Come si sviluppa il concetto di questa mostra?

Il nostro pubblico si aspetta ormai da noi una partecipazione. Ha imparato che l’arte contemporanea si attiva anche grazie alla sua partecipazione e Michelangelo Pistoletto in questo senso è proprio il ‘papà’ di questo approccio. Gli specchi prendono vita nel momento in cui uno ci si specchia: pensiamo alla modernità di questo artista negli anni Sessanta quando i selfie erano qualcosa di assolutamente inimmaginabile.  Abbiamo un’opera come il ‘Terzo Paradiso di piatti’ che si attiva esclusivamente se il visitatore inizia a creare la propria musica. Poi c’è tutta la parte dedicata a  lasciare un proprio segno, una propria riflessione su cosa vuol dire amare le differenze: un tema centralissimo nella poetica di Pistoletto. Questo perché il titolo della mostra che è ‘Infinito’, che viene declinato dall’artista in più opere, in realtà pone al centro il visitatore, perché l’infinito poi è lui. Questo è un po’ il senso  della mostra e del coinvolgimento del pubblico, una poetica che Dart Chiostro del Bramante porta avanti da anni e che ci ha premiati fino ad oggi.

Pensa che anche questa volta sarete appunto premiati con la partecipazione anche dei giovanissimi?

Questa è una scommessa in realtà perché con le precedenti collettive eravamo sicuri sull’approccio giovanile. Io sono sicura che, per come è stata allestita dal curatore, per come abbiamo declinato il percorso,  anche in questo caso i ragazzi ci seguiranno.

mostra Michelangelo Pistoletto al Chiostro del Bramante
Foto ArtsLife

Infine, parola al Maestro, Michelangelo Pistoletto:

Negli ultimi anni le mostre allestite al Chiostro del Bramante hanno riscosso un grande successo di pubblico presso i più giovani, che sono sempre stati importanti nella sua arte partecipata. Questa mostra è dedicata soprattutto a loro ?

I giovani hanno un grosso problema: come inserirsi nella società, come esserne parte e come avere soddisfazione di vivere nella società. Penso a  tutti quelli che vanno nelle Accademie, pensano di trovare un miracoloso avvenire che li aspetta. Da una parte io credo nel miracolo, nel senso che con l’intuizione posso intravedere qualcosa di meraviglioso. Però, se non ho la maniera pratica per realizzarlo, il miracolo non si realizza. Quindi trasformare ‘il miracolo ‘ in realtà scientifica è molto importante. Penso sia necessario considerare che l’intuizione, l’emozione che i giovani sentono deve poi essere ‘educata’ scientificamente, socialmente, politicamente, economicamente.  Mettere l’arte in connessione con tutti i vari ambiti della vita sociale è un po’ il compito nuovo dell’artista. L’artista non può più pretendere che tutto funzioni bene senza che ne sia coinvolto: se ne stai fuori non ti puoi lamentare che funziona male.

A proposito di tutto questo, un accenno al suo ultimo libro, ‘La Formula della Creazione”

La formula della Creazione è una formula che tutti, non solo possono ma dovranno applicare. Perché ognuno deve creare. Il mondo artificiale in cui viviamo è creato dagli esseri umani. Non è più creato solo dalla natura. Quindi ogni essere umano deve diventare attivo di questa creazione. Che non è solo fatta per distruggere quello che esiste nella natura ma per salvare la natura, perché senza di essa non possiamo procedere alla creazione artificiale. Noi siamo animali con il computer in mano.

La crisi climatica – che rientra nella più generale crisi dei sistemi che l’uomo ha finora costruito –  è un problema che non può più essere ignorato: pensa che questa possa essere l’occasione per la costruzione di quel Terzo Paradiso cui dovremmo aspirare?

Sono felice di vedere che addirittura l’Onu hanno messo in chiaro delle regole che dovremmo rispettare per arrivare veramente a una rigenerazione del rapporto con la natura. Però, gli investimenti fatti nelle economie del XX secolo sono enormi su un sistema basato sul petrolio, sul gas, su tutti questi coefficienti dannosi. Dobbiamo però cominciare subito a investire in nuovi sistemi, culturali economici, politici e sociali, Tutto questo è la nuova scuola.

Foto ArtsLife

Informazioni

Michelangelo Pistoletto. INFINITY – L’arte contemporanea senza limiti 
Chiostro del Bramante, via Arco della Pace -Roma

Fino al 15 ottobre 2023

Biglietti: Dal lunedì al venerdì € 15,00 – Sabato, domenica € 18,00 – Biglietto Junior € 10,00

Informazioni e prenotazioni+ 39 06 68 80 90 35
www.chiostrodelbramante.it

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