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“Salviamo il collezionismo!”. Se un disegno di legge diventa pericoloso

collezionismo
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Salviamo il collezionismo!

“Tempi duri per i collezionisti, se il testo già approvato dalla Camera dei deputati ed ora all’esame del Senato venisse approvato così com’è”.

A lanciare l’allarme sono alcune delle più rappresentative realtà del mondo del collezionismo che congiuntamente hanno sottoscritto un preoccupato documento.

Si tratta dell’Accademia italiana di filatelia e storia postale, dell’Associazione nazionale professionisti filatelici, della Bolaffi, della Federazione fra le società filateliche italiane, dell’Istituto di studi storici postali “Aldo Cecchi” e dell’Unione stampa filatelica italiana. Nel mirino è il disegno di legge numero 882 “Disposizioni in materia di reati contro il patrimonio culturale”, firmato dagli ex ministri Pd Dario Franceschini e Andrea Orlando, il cui scopo dichiarato è quello, nobile e sacrosanto, di bloccare i traffici di reperti archeologici ed antichità.

Burri
Burri

Ad una prima, sommaria lettura anche il titolo VIII –bis, “Dei delitti contro il patrimonio culturale”, attraverso i suoi diciannove articoli, sembrerebbe indurre a un positivo giudizio. Prevede tra l’altro, la reclusione da quattro a dieci anni e multe per furto aggravato o ricettazione; da uno a cinque anni di reclusione, e multa da 3.000 a 10.000 euro, per chi contraffà opere d’arte, salvo quelle dichiarate espressamente non autentiche. Pene altrettanto severe per importazione ed esportazione illecita; per traffico illecito (punibile con la reclusione da due a otto anni), oppure per distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento ed uso illecito dei beni culturali o paesaggistici. E via elencando. Il guaio è che non una parola, non una riga è utilizzata per spiegare chiaramente e inequivocabilmente a quali beni culturali tali norme si debbano applicare. Cosicché, fanno presente i firmatari delle petizione “Salviamo il collezionismo!”, qualsiasi cosa potrebbe essere considerata bene culturale. “Dal mobiletto della nonna alle lettere dei soldati della Prima guerra mondiale, dal dipinto di un minore dell’Ottocento al diario scolastico di un ragazzo, dall’auto d’epoca alla fotografia. Basta che tali oggetti abbiano almeno settant’anni per rientrare nella casistica, ed ogni dodici mesi la stessa mannaia scatterebbe per la molteplicità di altre cose, magari detenute da tempo immemore in famiglia o frutto di un’appassionata raccolta”.

Di qui la sensatissima richiesta indirizzata al Senato di modifica del testo uscito dalla Camera “indicando chiaramente quali oggetti intende subordinare alla normativa”, così da evitare “interpretazioni della norma che porterebbero milioni di cittadini a correre il rischio di subire procedimenti penali, anche per oggetti di scarso valore”.

Anche Carlo Giovanardi, buon conoscitore del mondo del collezionismo che pratica con passione e per essere stato il fondatore e presidente del Gruppo dei parlamentari filatelisti, e che nella precedente legislatura si è battuto per bloccare un analogo disegno di legge, mentre plaude alla decisione di colpire gli illeciti, chiede che si faccia di tutto per non distruggere collezionismo e mercato. Invitando la presidente del Senato ad convocare, in Commissione Giustizia , alla quale il disegno di legge è stato assegnato in sede dirigente, i “rappresentanti di questa parte così importante della nostra economia”, al fine di “trovare soluzioni legislative che tutelino giustamente l’eccellenza del nostro patrimonio culturale e colpiscano i comportamenti illeciti, senza far prevalere una cultura autarchica e statalista che considera operatori del settore e collezionisti avversari da combattere”.

Carlo Giovanardi al taglio della mostra sui francobolli di Fiume, aperta fino al 30 aprile al Vittoriale degli Italiani.
Carlo Giovanardi al taglio della mostra sui francobolli di Fiume, aperta fino al 30 aprile al Vittoriale degli Italiani.

Interpellato da ArtsLife, Sebastiano Cilio -presidente dell’associazione che riunisce i commercianti filatelici- non esita a definire le legge sbagliata in quanto per colpire i tombaroli e i delinquenti e di conseguenza per bloccare i traffici illeciti di reperti archeologici e ‘vere’ antichità, finisce col colpire anche collezionisti e commercianti in buona fede, mettendoli sullo stesso piano dei ladri di proprietà demaniali”.

Sebastiano Cilio Presidente Associazione nazionale professionisti filatelici.
Sebastiano Cilio Presidente Associazione nazionale professionisti filatelici.

“Legge giusta, ma scritta molto male” è il lapidario giudizio che Filippo Bolaffi, amministratore delegato dell’omonima azienda antiquariale torinese ha affidato a “l’Economia”. “Per colpirne uno se ne fanno fuori mille”. “Se le cose resteranno così- si è lasciato andare Bolaffi, intervistato da “La Stampa – , io lascio l’Italia. Porto la società in Gran Bretagna, dove ho appena fondato una succursale”. Anche perché “mi pare che a Londra sappiano ancora che cosa è la presunzione di innocenza, a differenza dell’Italia”.

Filippo Bolaffi, amministratore delegato della Bolaffi
Filippo Bolaffi, amministratore delegato della Bolaffi

Al solito scoppiettante Vittorio Sgarbi che a Francesco Grignetti de “La Stampa” confida di aver votato contro alla Camera semplicemente perché la legge è ”micragnosa statalista, ipergiudizialista, ridicola”. Però trasformabile in “una grande occasione”. Come? Con una larga serie di audizioni. Come chiesto da Carlo Giovanardi e da alcuni dei rappresentanti del mondo collezionistico che hanno firmato l’appassionata petizione: “Salviamo il collezionismo!”. Senza tuttavia perdere di vista il quadro d’insieme su cosa è un bene culturale meritevole, per dirla con Sgarbi, “meritevole di tutela assoluta da parte dello Stato”.

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