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Oggi che opera sei? Grazie al MET e all’Intelligenza artificiale, i capolavori sul tuo smartphone

“Tigre” del pittore giapponese Kishi Ganku (inizio 19esimo secolo) “Tigre” del pittore giapponese Kishi Ganku (inizio 19esimo secolo)

Intelligenza artificiale _ ArtsLife

Il  direttore del MET Max Hollein: “Scatenare connessioni globali all’arte attraverso l’Intelligenza artificiale”
#artmeetsai (#arteincontraintelligenzaartificiale)

Immaginate di svegliarvi al mattino e trovare sullo specchio del vostro bagno l’immagine di un’opera d’arte che vi illumina la giornata. Oppure la sera raccontare a vostra figlia una fiaba e vederla illustrata sul tablet da una sequenza di quadri e sculture.
O, ancora, trasformare i vostri post su Instagram in capolavori.

Sarà possibile nel prossimo futuro con lo sviluppo di alcuni progetti che vogliono aprire a tutto il mondo la fruibilità della collezione del newyorkese Metropolitan Museum of Art (MET) con l’aiuto delle tecnologie dell’Intelligenza artificiale (AI, Artificial intelligence).

Se l’umore del giorno è  “Mi sento una tigre!” ecco il quadro giusto:

“Tigre” del pittore giapponese Kishi Ganku (inizio 19esimo secolo)
“Tigre” del pittore giapponese Kishi Ganku (inizio 19esimo secolo)

 

I progetti sono frutto della collaborazione fra il MET, il gigante del software Microsoft e il prestigioso Massachusetts Institute of Technology (MIT). Squadre di queste tre istituzioni – composte da curatori, esperti digitali, ingegneri, creativi – si sono ritrovate lo scorso dicembre in due giorni di hackathon (maratona di sviluppo di programmi software) per immaginare nuovi modi con cui far interagire le oltre 400 mila immagini digitalizzate delle opere del MET con il pubblico di tutto il mondo.

I risultati sono stati presentati durante una serata spettacolare al MET: sulla scala monumentale all’ingresso erano proiettati capolavori di van Gogh e di altri artisti. E in cinque “stazioni” si potevano sperimentare i prototipi in via di sviluppo, cosa che ArtsLife ha fatto per voi.

Lo scalone del MET “illuminato” da Vincent van Gogh

 

 

• “Artwork of the Day” (L’opera d’arte del giorno): ogni giorno ti arriva – sullo smartphone o smartwatch, su uno specchio o un elettrodomestico “intelligente” – l’immagine di un capolavoro personalizzata, scelta in base a quello che ti può interessare.

• “Storyteller” (Contastorie): mentre racconti una storia, attraverso il microfono dello smartphone o tablet o computer lo strumento A.I. di riconoscimento della voce capisce il contenuto e lo abbina a immagini scelte dalla collezione del MET.

• “My Life, My Met” (La mia vita, il mio museo): va bene pubblicare su Instagram la foto del sushi che stai mangiando, ma questa app può sostituirla con un quadro giapponese il cui soggetto è il sushi. E così via per qualsiasi altro scatto che vuoi condividere.

“Sushi” di Ryūryūkyo Shinsai
“Sushi” di Ryūryūkyo Shinsai

 

•  “Tag, that’s it!” (Taggalo! Eccolo): ti invita a partecipare alla comunità Wiki per collegare le opere del MET a parole chiave che le rendano più facilmente rintracciabili.

•  “Gen Studio”: è la piattaforma più sofisticata, per navigare nella collezione del MET con l’A.I..

Il tutto è possibile grazie al fatto che da due anni il MET ha reso disponibile gran parte delle sue opere con l’iniziativa Open Access (info qui): significa che possono essere scaricate, condivise, rielaborate e usate liberamente. E’ una strada che stanno percorrendo altri musei nel mondo, sull’esempio del MET, come il National Palace Museum a Taiwan e il Cleveland Museum of Art.

Una buona idea anche per i musei italiani!

Per saperne di più:
www.metmuseum.org
www.microsoft.com

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