Print Friendly and PDF

Un Caravaggio per ripartire: l’Accademia Carrara di Bergamo ringrazia il MET

Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio I musici, 1597 | 92x118,5 cm New York, The Metropolitan Museum of Art
Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, I musici, 1597 | 92×118,5 cm, New York, The Metropolitan Museum of Art

L’Accademia Carrara di Bergamo può gioire: il MET di New York ha acconsentito alla proroga del prestito de I musici di Caravaggio. L’opera viene così momentaneamente inserita all’interno del percorso espositivo del museo bergamasco.

Dopo la cocente delusione di non aver potuto prorogare la mostra Tiziano e Caravaggio in Peterzano – condita dalla beffa di averla vista concludere a porte chiuse il 17 maggio, quindi un giorno prima della possibile riapertura nazionale – l’Accademia Carrara di Bergamo annuncia una buona notizia. The Metropolitan Museum of Art di New York ha infatti concesso il prestito de I musici di Caravaggio al museo bergamasco fino a fine estate, realizzando così un grande gesto di generosità internazionale e, insieme, la possibilità per Accademia Carrara di riaprire le porte, accogliendo il pubblico con una sorpresa.

È stato un piacere per noi del Metropolitan Museum aver potuto prestare I musici di Caravaggio all’Accademia Carrara. Abbiamo un rapporto di lunga data con questa importante istituzione bergamasca che accoglie una delle più pregiate collezioni d’Italia. Le relazioni tra il Metropolitan Museum e Accademia Carrara sono state nel tempo sia istituzionali sia personali, spaziando dalla progettazione di mostre alla ricerca.

 

Keith Christiansen capo del dipartimento di dipinti europei al Metropolitan Museum di New York

La tela viene allora integrata nel percorso museale, esposta però in un allestimento ad hoc all’interno della sala dedicata alla pittura del Seicento, dunque contestualizzata a fianco delle opere di cultura caravaggesca. Il lavoro, giunto a Bergamo per al mostra dedicata a Peterzano, avrebbe dovuto fare immediatamente ritorno al termine dell’esposizione. Un grande gesto di stima e vicinanza, dunque, quello del MET di New York, che testimonia una volta ancora il rapporto di amicizia e scambio professionale che lega i due musei.

L’opera

[…] la tela offre un saggio magistrale del procedimento compositivo del giovane Caravaggio a Roma. Egli reinventa infatti iconografie che gli erano già note grazie a opere conosciute di area lombardo-veneta, in questo caso in particolare i Concerti e le Suonatrici di Simone Peterzano (Terzaghi 2015 e 2017b), ma forse anche le perdute “quattro figure che cantano la musica” realizzate da Giovanni Ambrogio Figino (Pavesi 2017, SZ20, con bibliografia precedente), fonti chiaramente identificabili appunto grazie alla costante presenza del Cupido alato che compare in tutti i quadri di Peterzano.

Caravaggio dunque coniuga in modo mirabile l’elemento allegorico a quello naturalistico dettagliato dal verismo del brano musicale e dalla connotazione ritrattistica dei personaggi, tra cui lo stesso Caravaggio, forse passando per le rappresentazioni e i trattenimenti eseguiti in casa Del Monte o Montalto dove i musici venivano abbigliati all’antica proprio come in questo dipinto. L’esplicitarsi dell’elemento allegorico lascia intendere che siamo di fronte a una delle prime opere del Merisi, quando ancora l’artista si sentiva in dovere di strizzare l’occhio all’intellettualismo di certi ambienti romani. Successivamente il pittore non avrà più bisogno di simili ammiccamenti che lasceranno il posto al solo (ma mai mero) dato naturalistico.

Maria Cristina Terzaghi

Commenta con Facebook