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Da Marina Abramović a Giuseppe Penone. New York: tutte le mostre da non perdere a marzo

& ULAY AAA-AAA, 1978, gelatin silver print framed: 46 1/2 x 61 inches, MA-187 & ULAY AAA-AAA, 1978, gelatin silver print framed: 46 1/2 x 61 inches, MA-187
& ULAY AAA-AAA, 1978, gelatin silver print framed: 46 1/2 x 61 inches, MA-187
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Ecco tutte le mostre da non perdere che inaugurano questo mese a New York:

1. Performative, Marina Abramović da Sean Kelly Gallery

Dal 4 marzo 2022

Marina Abramović (1946) torna per la nona volta alla Sean Kelly Gallery di New York, presentando Performative, progetto inedito che narra lo sviluppo della sua ricerca artistica dagli inizi fino ad oggi. In display attraverso documenti, video e fotografie, le sue più iconiche performance come Rythm 10 del 1973, Golden Mask (2009), The Artist is Present (2010). Tra gli altri lavori in display, anche il suo film Seven Deaths, uscito nel 2020.

Marina Abramović, 7 Deaths of Maria Callas, 2019, color video, stereo sound, runtime: 61 min 30 sec, Edition of 5 plus 2 APs, MA-330
Marina Abramović, 7 Deaths of Maria Callas, 2019, color video, stereo sound, runtime: 61 min 30 sec, Edition of 5 plus 2 APs, MA-330
2. Propagazioni: Giuseppe Penone at Sèvres alla Frick Collection

dal 17 marzo 2022

In collaborazione con la Fabbrica di Porcellana di Sèvres la Frick Collection presenta Propagazioni, un’installazione inedita di Giuseppe Penone (1947) nella sua sede temporanea sulla Madison. Esposta nella sala dedicata agli Old Masters, l’opera è composta da undici dischi di ceramica bianca realizzata nel laboratorio francese, che dialogano con il patrimonio di porcellane della Collezione, aumentato in modo significativo negli ultimi anni soprattutto grazie alle acquisizioni dalle manifatture di Du Paquier, Meissen e dalla stessa Sevrès. Inserito nell’ambito di un programma più ampio, il progetto continua le attività dedicate all’arte della ceramica, già iniziate da artisti come Arlene Shechet e Edmund de Waal.

Giuseppe Penone, Propagazione di Sèvres—indice sinistro (Sèvres Propagation—left index finger), 2013. Metal-oxide paint on Sèvres porcelain, diam. 26 3/4 in. (68 cm), depth 2 3/8 in. (6 cm). Courtesy the artist. © Archivio Penone
Giuseppe Penone, Propagazione di Sèvres—indice sinistro (Sèvres Propagation—left index finger), 2013. Metal-oxide paint on Sèvres porcelain, diam. 26 3/4 in. (68 cm), depth 2 3/8 in. (6 cm). Courtesy the artist. © Archivio Penone
3. Healing Practices: Stories from Himalayan Americans al Rubin Museum of Art

dal 18 marzo 2022

Il Rubin Museum of Art, istituzione dedicata alla raccolta e conservazione dell’arte himalayana, indiana e dell’Asia centrale, possiede una delle più vaste e preziose collezioni di arte tibetana. Partendo proprio da questo importante nucleo di opere si sviluppa Pratiche di guarigione: Stories from Himalayan Americans, la nuova mostra a cura di Michelle Bennett-Simorella che spiega, attraverso più di 25 manufatti della collezione permanente, come benessere mentale, fisico e spirituale siano interdipendenti.

4. Camille Norment: Plexus, Camille Norment alla Dia Art Foundation Chelsea

dal 3 marzo 2022

I due spazi newyorchesi adiacenti della Dia Art Foundation a Chelsea accolgono Plexus, dell’artista multimediale Camille Norment (1970), la cui indagine è da sempre diretta verso la psico-acustica culturale, cioè l’analisi dei fenomeni socioculturali attraverso il suono e la musica. Due installazioni sonore site-specific legano gli spazi, uno al 545 sulla 22esima West e l’altro al 541, con una composizione sonora, legata alla specificità del quartiere, prima parte del litorale poi discarica e ora una delle zone più esclusive (e gentrificate) della città. La Norment considera così le complesse relazioni dell’uomo con la terra, l’acqua e il lavoro, facendo riferimento al parallelismo tra migrazione umana e sconvolgimento dei sistemi ecologici.

Camille Norment with Untitled, 2022, Installation view, Dia Chelsea, New York © Camille Norment Photo: Don Stahl
Camille Norment with Untitled, 2022, Installation view, Dia Chelsea, New York © Camille Norment Photo: Don Stahl
5. Knit Club, Carolyn Drake da Yancey Richardson

dal 5 marzo 2022

Karen, 2018. Archival pigment print, 20 x 15 inches. From the series Knit Club.
Karen, 2018. Archival pigment print, 20 x 15 inches. From the series Knit Club.

Knit Club è la nuova mostra di fotografie dell’americana Carolyn Drake (1971), ospitata per la prima volta da Yancey Richardson. Diverse serie fotografiche vengono presentate al pubblico, tra cui Knit Club, che dona il nome al titolo, frutto di una  collaborazione durata anni con un gruppo di donne del Mississipi dove ha a lungo vissuto l’artista. Influenzata da William Faulkner per la realizzazione di queste opere immerse in un’aura surreale e misteriosa, la Drake mette in discussione il concetto di femminilità ed il significato dell’essere donna, e soprattutto madre, in uno stato del sud dell’America di oggi. 

Dollhouse, 2019. Archival pigment print, 22 1/2 x 30 inches. From the series Knit Club.
Dollhouse, 2019. Archival pigment print, 22 1/2 x 30 inches. From the series Knit Club.
6. Fictions of Emancipation: Carpeaux Recast al MET Museum

dal 10 marzo 2022

Primissima mostra al MET Museum a ripensare la scultura occidentale in relazione alla storia del colonialismo, Fictions of Emancipation: Carpeaux Recast ruota intorno ad un’unica opera: il busto di marmo Why Born Enslaved! di Jean-Baptiste Carpeaux (1927-1875), realizzata nel 1868. Carpeaux Recast raccoglie oltre 35 opere di varia natura, offrendo uno sguardo approfondito sulla rappresentazione della schiavitù nel corso del tempo, dallo sviluppo delle teorie etnografiche ottocentesche sulla differenza razziale fino al fascino esercitato dall’Africa sull’Impero francese. Le opere di Josiah Wedgwood, Frédéric Auguste Bartholdi, Charles Cordier, Edmonia Lewis, Louis-Simon Boizot dialogano con il marmo dello scultore francese, che, insieme alle opere contemporanee di Kara Walker e Kehinde Wiley, dà vita ad un’inedita ed attuale conversazione.

Jean-Baptiste Carpeaux Why Born Enslaved!, modeled 1868, carved 1873 Purchase, Lila Acheson Wallace, Wrightsman Fellows, and Iris and B. Gerald Cantor Foundation Gifts, 2019
Jean-Baptiste Carpeaux Why Born Enslaved!, modeled 1868, carved 1873, Purchase, Lila Acheson Wallace, Wrightsman Fellows, and Iris and B. Gerald Cantor Foundation Gifts, 2019
7. Materia y Vibración, 1956-1974, Jesús Rafael Soto da Perrotin

dal 5 marzo 2022

Analizzando il periodo che va dal 1956 al 1974, Perrotin New York illustra la centralità del lavoro del grande artista venezuelano Jesús Rafael Soto (1923-2005). Materia y Vibración raccoglie una serie di lavori di uno dei maggiori esponenti dell’arte cinetica, a partire dal suo periodo europeo fino alla sua rivoluzionaria serie Penetrables. 

 Tableau objet, 1962. Painting on wood and canvas, metal and wire. 25 × 51 × 10 cm | 913/16 × 201/16 × 315/16 in. Courtesy the artist and Perrotin. ©Jesús Rafael Soto. All rights reserved.

Jesús Rafael Soto, Tableau objet, 1962. Painting on wood and canvas, metal and wire. 25 × 51 × 10 cm | 913/16 × 201/16 × 315/16 in. Courtesy the artist and Perrotin. ©Jesús Rafael Soto. All rights reserved.

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