Dopo il mare e il vento, scende la notte. Terzo concept album per il professor Mariani, in arte Murubutu. Insegnante di storia e filosofia di giorno e rapper la sera. Binomio all’apparenza impossibile ma che costruisce intreccio perfetto nelle opere dell’artista bolognese, veri componimenti poetici al servizio di un ritmo moderno. Tenebra è la notte ed altri racconti di buio e crepuscoli è l’ultimo lavoro del cantante, che si concentra sul tema della notte per dare forma alle sue storie. Ogni componimento racconta episodi dalle trame più disparate, spesso tragici, ma tutti incredibilmente poetici. Non solo nel contenuto, ma è soprattutto nello stile che si riconosce l’attitudine letteraria di Murubutu. Testi veri e propri, densi e complessi, che richiedono la lettura oltre che l’ascolto per scovarne meccanismi e sfumature. Ogni brano è ricco di dettagli, nascosti tra figure retoriche e riferimenti letterari e artistici. È forse questa la cifra stilistica distintiva dell’artista, che riesce a trasportare il rap in un territorio colto, rimpinguandone la dimensione ludica ed alleggerendone il carico didattico.
Senza entrare nel merito di una produzione giunta al 5 lavoro in studio, solo osservando i titoli dei brani dell’ultimo lavoro si intuisce il carico letterario che Murubutu porta con sé. A partire da Tenebra è la notte (parafrasi di Tenera è la notte di Fittgerald), troviamo poi Wordsworth, Le notti bianche (Dostoevskij) e Franz e Milena (Kafka). La stessa influenza la troviamo in tutti i suoi progetti, piccole perle raccontate con stile e trasporto inimitabili.
Nell’ombra nasce l’ultimo album. Al calar del sole si apre il capitolo delle vicende nascoste, misteriose, dai contorni e dalle direzioni incerte. Nella notte il buio avvolge strade e palazzi, azzera luce e ombra, getta solo ambiguità. Nel nostro passaggio insonne tra gli spazi resi inosservabili dalle tenebre abbiamo trovato due stazioni illuminate, apparentemente distanti ma, se vogliamo, incredibilmente vicine.
La prima sono i Magazzini Generali di Milano, dove nella notte di giovedì 7 marzo il tour di Murubutu ha fatto tappa. La seconda è Metz, dove il Centre Pompidou tiene una mostra interamente dedicata alla notte: Peindre la nuit, visitabile fino al 15 aprile.
Due suggestioni distanti che grazie alla tematica comune si sono trovate per allacciarsi nella nostra testa, dando vita ad un incontro improbabile ma che, ci auguriamo, possa essere valido e apprezzato. Impossibile stabilire se sia stato il brano a condurre al dipinto, o il dipinto a suggerire un particolare passaggio del testo. A questo punto, però, il loro legame ci sembra inevitabile.