La regola del lupo di Franco Vanni. Giallo lacustre sulla natura umana
«Di tutta quella stagione, non resta nulla. A volte penso che non sia nemmeno mai esistita»
Steno Molteni è tornato. Lo avevamo conosciuto nel Caso Kellan, il giovane cronista di nera, bellagino trapiantato a Milano che vive in albergo e guida una Maserati Ghibli (in prestito da un amico in viaggio), col fiuto per l’investigazione.
Visto il successo del suo esordio, Stefano Vanni lo ha reso nuovamente protagonista di un’altra indagine poliziesca, La regola del lupo (Baldini + Castoldi). In questa nuova avventura l’azione si sposta da Milano a Bellagio, dove il romanzo si apre con un omicidio in barca. Due spari e quella che doveva essere una tranquilla rimpatriata tra vecchi amici si trasforma così in tragedia. Filippo Corti, detto “il filippino” viene ritrovato morto sul tender della sua imbarcazione il giorno del suo quarantesimo compleanno. A bordo con lui i suoi tre “migliori” amici e nessun altro. Uno dei tòpoi classici della letteratura in giallo: l’enigma della camera chiusa, ma – stavolta – in barca. Chi ha sparato? E con quale movente? Scavando un po’ si scopre che c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Coni La regola del lupo Franco Vanni, cronista di Repubblica e divoratore di romanzi gialli, costruisce un enigma che porta il lettore nella quiete immobile di Pescallo, sul lago di Como, attingendo alle suggestioni e ai meccanismi dei grandi classici del genere, da Assassinio sull’Oriente Express a Poirot sul Nilo a di Agatha Christie. Il libro, come il precedente, oltre che un giallo è anche una piccola indagine sulla natura umana, un mistero ben più insondabile di un “semplice” omicidio.
Assieme ad alcuni protagonisti del Caso Kellan – Sabine, fotografa di origini eritree con l’allure da perfetta Bond girl, Alberto, l’integerrimo autista/clochard, e il signor Barzini dell’Hotel Villa Garibaldi, soggetto assai misterioso – fanno il loro ingresso alcuni nuovi personaggi. Se Steno si concentra, in un’indagine tra via Mozart e Lorenteggio, nella ricostruzione della biografia della vittima, sul lago sarà il maresciallo dei carabinieri Salvatore Cinà, padre del miglior amico del nostro giornalista/investigatore, a portare avanti l’indagine interrogando i tre sospettati, che porteranno a galla svariati aspetti inaspettati. Due indagini parallele pensate come una sorta di gara tra il giornalista e il carabiniere, amici/nemici.
L’azione e le storie dei protagonisti si alternano tra il lago, ville di lusso, campi rom e circoli di tennis, si sente stridere l’attrito tra le classi sociali, l’arrivismo e la sete di rivalsa diventano complici fondamentali in questo crimine lacustre. Quello dell’élite è per antonomasia il microcosmo preferito dai giallisti di ogni tempo, dai mistery vittoriani di Josephine Tey ai classici contemporanei di Gianni Farinetti. Quella del “Filippino” è descritta come un’arrampicata sociale vera e propria, compiuta in maniera spregiudicata, senza pietà nemmeno per gli amici a lui più vicino; Steno, che a volte sembra astuto e smaliziato, altre ingenuo e un po’ naïve, la ricostruisce passo passo, cercando di capire, dirimendosi tra una scia di vittime e carnefici, le dinamiche che hanno portato al tragico epilogo che fa da incipit al romanzo.
«Sabine aveva sperimentato a proprie spese quanto a volte fosse moralista, tendente al rompipalle. Ma non era un problema, con Steno funzionava come con tutti gli altri uomini. Bastava non dirgli le cose, era tanto semplice»
Vanni con La regola del lupo costruisce un giallo che funziona alla perfezione, dosa colpi di scena e rivelazioni con precisione e tiene il lettore sempre in sospeso sul ciglio del cliffhanger procedendo sapientemente tra flashback e indagini in corso. Con ancora più furbizia però semina qua e là nuove tracce e nuovi tasselli della storia di Steno Molteni e dei personaggi che lo accompagnano di pagina in pagina. Sabine sarà la ragazza giusta? Qual è la vera storia di Alberto? E cosa nasconde il passato del signor Barzini? Qualcosa, parrebbe, che si intreccia a vicende del passato della famiglia dello stesso Steno, ma che anche lui ignora completamente. Una trama orizzontale che, romanzo dopo romanzo, si va infittendo, pronti a scommettere che tornerà più centrale che mai nelle prossime avventure di questo giornalista/investigatore con l’irresistibile piglio da Tintin.