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La scultura di Hans Josephsohn incontra la storia della Galleria dell’Ariete. Le due nuove esposizioni di ICA Milano

ICA Milano Hans Josephsohn *
ICA Milano Hans Josephsohn
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All’Istituto Contemporaneo per le Arti di Milano aprono i battenti due nuove esposizioni. Alla prima personale italiana del tedesco Hans Josephsohn si affianca un focus sulla Galleria dell’Ariete, che ne ripercorre la storia attraverso vari documenti d’archivio. Entrambe in corso fino al 2 giugno.

Nato a gennaio 2019, la Fondazione ICA prende il via dalla volontà di dare una nuova casa all’arte contemporanea, la cui offerta è sempre in crescita, soprattutto in una città come Milano. Alla base l’idea del valore essenzialmente pubblico dell’arte, che determina la centralità attribuita dalla neonata istituzione a condivisione e partecipazione. Una visione chiara, perseguita sia con l’allestimento di mostre che con la creazione di progetti interdisciplinari che vanno ad arricchire l’offerta di un luogo aperto ad ogni forma e tecnica d’arte espressione della contemporaneità.

Fondazione ICA Milani, Hans Josephsohn 2019

La seconda mostra ospitata negli spazi di Via Orobia 26 è un tributo allo scultore tedesco Hans Josephsohn, le cui figure antropomorfe si susseguono tra le sale dell’ex capannone. La mostra è la prima personale dell’artista mai ospitata in Italia. Fatto strano se si considera il suo legame con questo paese, che l’ha ospitato quando studiava arte a Firenze, città poi abbandonata a causa delle leggi razziali. Finita la guerra fa ritorno nel Bel Paese e sosta in Lazio e nella Maremma, luoghi dove approfondisce e consolida il suo legame con l’arte etrusca, componente fondamentale della sua poetica.

Fondazione ICA Milani, Hans Josephsohn 2019

La sua arte si è sempre concentrata sulla figura umana, la cui immagine si è però evoluta nel corso del tempo. Le figure antropomorfe negli anni ’50 si trasformano in immagini astratte di uomini. Le forme si fanno più indefinite e i tratti più confusi. Una semplificazione formale che va verso un maggior espressionismo della materia, che conferisce alle figure le sembianze di reperti archeologici. In un periodo in cui l’arte astratta la faceva da padrona, Josephsohn sceglie di dedicarsi alla figura umana, che analizza più volte cambiando punto di vista.

L’esposizione raccoglie le opere create tra il 1950 e il 2000, e spazia dalle figure erette ai dolci nudi adagiati su un fianco, quasi fossero antiche matrone stese su triclini ritratte dallo scultore in un momento di intimità. Ad accompagnare le opere in ottone e argilla, un film che ripercorre la vita dell’artista realizzato da Matthias Kälin e Laurin Merz nel 2007.

Fondazione ICA Milani, Galleria dell'Ariete 2019

In contemporanea alla mostra, la Fondazione inaugura il ciclo di appuntamenti Gallery Focus, progetto che, tramite la raccolta di documenti d’archivio, mira a ricostruire la storia delle gallerie italiane dagli anni ‘50 ad oggi. Protagonista della prima edizione è la Galleria dell’Ariete, storica istituzione milanese fondata nel 1955 da Beatrice Monti della Corte, fondamentale per il ruolo che ha avuto nella promozione dell’arte italiana oltreoceano, grazie a contatti con mercanti del calibro di Leo Castelli. La storia della galleria è ripercorsa tramite una raccolta di una raccolta di cataloghi, manifesti d’artista, lettere e altri documenti recuperati grazie a un minuzioso lavoro d’archivio.

ICA Milano, Galleria dell'Ariete 2019
Disegno/manifesto di Giulio Paolini, 1966, mostra Galleria
dell’Ariete. Archivio Beatrice Monti della Corte.

* Hans Josephsohn, grande figura distesa, 1971

Informazioni utili

ICA Milano, Via Orobia 26, 20139 Milano

Dal giovedì alla domenica, 12.00 – 20.00

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  • Hans Josephson fuggí dalla Germania, si rufugiò in Svizzera dove passò gran parte della vita e dove si trovano ancora gran parte delle sue opere in vari luoghi e fondazioni. Mi pare errato il concetto di artista “tedesco”, dato che era svizzero.

  • Hans Josephson fuggí dalla Germania, si rufugiò in Svizzera dove passò gran parte della vita e dove si trovano ancora gran parte delle sue opere in vari luoghi e fondazioni. Mi pare errato il concetto di artista “tedesco”, dato che era svizzero.

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