Giacometti al centro, attorno a lui l’orbita surrealista. Il tempo di Giacometti da Chagall a Kandinsky. Capolavori dalla Fondazione Maeght è la mostra organizzata da Linea d’ombra e curata da Marco Goldin, che sarà a Verona dal dal 16 novembre 2019 al 5 aprile 2020.
Di lui tutti noi ricordiamo subito le esili figure in dissoluzione, così fragili che anche un ultimo leggero soffio di vita potrebbe sgretolarle. Le sculture di Alberto Giacometti (Borgonovo di Stampa, 10 ottobre 1901 – Coira, 11 gennaio 1966) sono ciò che rimane dell’uomo dopo il trapasso esistenzialista: il resistere flebile di un corpo che non vuole accettare il nichilismo a cui l’anima si è abbandonata.
“E’ affascinante già ora immaginare nel vasto salone centrale della Gran Guardia la Grande donna in piedi, scultura filiforme di quasi tre metri di altezza, fino alla scultura più celebre tra tutte, L’uomo che cammina, che sarà esposto al suo fianco. Nel mezzo la ricostruzione precisa, e poetica, dell’intera vita di Giacometti, tra disegni e pitture e soprattutto tante tra le sue famosissime sculture, dai busti e le teste del fratello Diego, ai cani, ai gatti, alle foreste fatte di figure quasi liquefatte”
Anche disegni e pitture dunque, come racconta il curatore Marco Goldin, all’interno dell’esposizione che ripercorre l’opera dell’artista svizzero. Il tempo di Giacometti da Chagall a Kandinsky. Capolavori dalla Fondazione Maeght è una mostra monografica completa che, oltre a raccogliere circa 70 opere di Giacometti, ne racconta la vita delineandone un profilo fedele e suggestivo. Di certo la sede espositiva, il Palazzo della Gran Guardia di Verona, contribuisce a valorizzare le opere in mostra. A questo si aggiungono inoltre altri 20 dipinti di grandi artisti del tempo, spesso di grande formato, che evocano le atmosfere parigine negli anni tra le due guerre. Da Kandinsky a Braque, da Chagall a Miró, tutti artisti che hanno conosciuto Giacometti e condiviso con lui il nascere di una nuova arte. Covo di idee e intuizioni inedite la Parigi anni ’20, condensabili in modo sommario nella corrente del Surrealismo, di cui dal 1928 al 1935 fece parte lo stesso scultore svizzero.
Le opere in mostra provengono tutte dalla collezione privata di Aimé e Marguerite Maeght. Due figure centrali nello sviluppo del movimento surrealista, dal momento che proprio nella loro galleria parigina fu organizzata nel 1945 l’Esposizione internazionale del Surrealismo, in collaborazione con Duchamp e Breton. Nel 1964 viene poi inaugurata a Saint-Paul-de-Vence la Fondazione Maeght, con un insieme architettonico concepito per presentare l’arte moderna e contemporanea in tutte le sue forme. La Fondazione possiede oggi una delle più importanti collezioni in Europa di dipinti, disegni, sculture e opere grafiche del XX secolo, tra cui le opere che dal 16 novembre 2019 al 5 aprile 2020 saranno esposte a Verona.
*Wassily Kandinsky, Nodo rosso, 1936, olio su tela, cm 89 x 116. Saint-Paul-de-Vence, Fondation Marguerite et Aimé Maeght © Claude Germain – Archives Fondation Maeght (France)