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Vertigini MiArt 2019. TOP 10: il meglio della migliore fiera d’arte italiana

Sciogliersi come neve al sole di Boetti Sciogliersi come neve al sole di Boetti
Sciogliersi come neve al sole di Boetti
Sciogliersi come neve al sole di Boetti, 1988

Sciogliersi come cera nera di fronte al Medardo di Russo, o Sciogliersi come neve al sole davanti al bianco Boetti di Robilant/Voena? Comunque e ovunque lo si voglia fare, quest’anno è d’obbligo fare un giro tra le 186 gallerie della 24° edizione di MiArt, consapevoli della finalmente maturità della fiera di moderno e contemporaneo di Milano (5-7 aprile 2019), diretta da Alessandro Rabottini. Unanimemente riconosciuta come la migliore edizione milanese e nazionale, non ha l’eleganza di Artissima, ma ha qualità e sostanza da vendere. Una fiera in perpetua crescita sospinta da una proposta qualitativa costante e omogenea, dagli Emergent agli Object. Ottime le sezioni (7), uno storico italiano che si consolida senza picchi assoluti (a parte Medardo, Vedova e poco altro) e manca di seri progetti curatoriali e recita molto spesso stand supermercato saturi della qualunque (con eccezioni, tra Decades e Masters, di stand come Galleria Dello Scudo, Russo, Gomiero, Cardi, Frittelli, Osart, Montrasio, Lampertico). Contemporaneo sugli scudi che sull’asse centrale (corridoio C) riverbera un’atmosfera da fiera internazionale, una longitudinale che da Trisorio e Lelong si scioglie nella sobria e raffinata sezione Generations (su invito), dai portali d’accesso color blu e (soprattutto) dai dialoghi intelligenti tra gallerie e artisti di generazioni diverse (segnaliamo Patrizio di Massimo/Horst P. Horst; Birgit Jurgenssen/Tina Lechner; Walead Beshty/Morgan Fischer). Alle multinazionali dalle pregiate proposte come Ropac, Hauser/Wirth, Goodman, Gladstone, De Carlo, Continua e simili, fanno eco ricercate realtà di casa come Raffaella Cortese, Z2O di Sara Zanin, Fumagalli, P420, Monitor, SpazioA. Sulla scia di una primavera decennale costante, Milano è finalmente in grado di offrire anche sul contemporaneo un panorama da città internazionale, tra una matura MiArt e un’Art Week in giro per la città che si rispetti.

Di seguito le migliori “cose” viste in fiera, tra proposte, stand, opere e sezioni.

Sciogliersi come la nera cera di Medardo Rosso, Ecce Puer, 1918-20, da Galleria Russo (menzione per tutto lo stand, tra uno spaccato di lavori di Cambellotti e lavori di Wildt, Modigliani e appunto Medardo)

Medardo Rosso, Ecce Puer, 1918-20 da Galleria Russo
Medardo Rosso, Ecce Puer, 1918-20 da Galleria Russo

Galleria Dello Scudo tra Spagnulo e Vedova, con l’ultimo “rosso” ancora sul mercato dominante e pulsante a centro stand.

Galleria Dello Scudo tra Vedova e Spagnulo
Galleria Dello Scudo tra Vedova e Spagnulo
Galleria Dello Scudo tra Vedova e Spagnulo
Galleria Dello Scudo tra Vedova e Spagnulo

La poesia dell’architettura di Carlo Scarpa nella Decades di Gomiero, un lavoro filologico esemplare per una preziosa pubblicazione, “Pensieri di Carlo Scarpa”.

Carlo Scarpa da Galleria Gomiero
Carlo Scarpa da Galleria Gomiero
Carlo Scarpa da Galleria Gomiero
Carlo Scarpa da Galleria Gomiero

Melotti bianco rosa smaltato da Matteo Lampertico (con Tancredi, Santomaso e parentesi di Chighine da non mancare)

Melotti, Senza Titolo, 1950
Melotti, Senza Titolo, 1950
Chighine
Chighine

Frittelli in toto, da Ketty La Rocca e Libera Mazzoleni alle tessere di vetro frantumate e intagliate di Francolino e agli storici strappi di Rotella.

Libera Mazzoleni
Il Bacio di Libera Mazzoleni
Francolino
Francolino

Asse centrale aka Corridoio C, dagli Hockney di Lelong ai Paul McCarthy di Hauser/Wirth

Hockney di Lelong
Hockney di Lelong
Paul McCarthy di Hauser/Wirth
Paul McCarthy di Hauser/Wirth
Rodolphe Janssen
Rodolphe Janssen

Generations – tra le combo: Patrizio di Massimo – T293/Horst P. Horst – Paci Contemporary; Birgit Jurgenssen/Tina Lechner (Hubert Winter); Walead Beshty – Thomas Dane/Morgan Fischer – Bortolami.

Patrizio di Massimo - T293/Horst P. Horst - Paci Contemporary
Patrizio di Massimo – T293/Horst P. Horst – Paci Contemporary
Birgit Jurgenssen/Tina Lechner (Hubert Winter)
Birgit Jurgenssen/Tina Lechner (Hubert Winter)
Walead Beshty - Thomas Dane/Morgan Fischer - Bortolami
Walead Beshty – Thomas Dane/Morgan Fischer – Bortolami

Le 3 migliori gallerie italiane di contemporaneo: Z2O di Sara Zanin, P420, Raffaella Cortese.

photocredits: Sebastiano Luciano; per la courtesy: l'artista & z2o Sara Zanin Gallery Roma.
photocredits: Sebastiano Luciano; per la courtesy: l’artista & z2o Sara Zanin Gallery Roma.
P420@MIART2019-installation-view-ph.-S.Pellion-di-Persano
P420 at Miart, installation view Photo credit Sebastiano Pellion di Persano
Raffaella Cortese
Raffaella Cortese

Mi sento cinese del 1964 o uno schermo di smalto del 1963? Gli Schifano di Tega (e non solo, stand con Uncini, Christo,  Novelli, Melotti…)

Schifano di Tega
Schifano di Tega

Sciogliersi come neve al sole di Boetti, 1988 (e lo stand tutto di Robilant/Voena con parentesi di ceramica di Fontana)

Sciogliersi come neve al sole di Boetti
Sciogliersi come neve al sole di Boetti

Vertigini MiArt 2019. TOP 10: le migliori opere, sezioni, gallerie della fiera italiana più bella

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