Il MUSEC – Museo delle Culture di Lugano indaga le radici dell’arte novecentesca attraverso il filtro del Primitivismo. La mostra Je suis l’autre. Giacometti, Picasso e gli altri. Il Primitivismo nella scultura del Novecento rivela le sottili convergenze tra noi e quelle culture etniche all’apparenza lontane. Dal 7 aprile al 28 luglio.
Funzioniamo ad incastro: per capirci, ci serve l’altro. Noi siamo gli altri, siamo le persone che cerchiamo, con cui stringiamo legami. Ritroviamo costantemente nel nostro vicino lampi di noi, avvisaglie di una sintonia, piccole ma continue conferme della nostra identità. Ma noi siamo gli altri anche quando lo sconosciuto ci sorprende, aprendo in noi spiragli mai intravisti ma da quel momento in poi tremendamente insistenti.
È il caso dell’influsso che l’arte orientale ha avuto sull’occidente a partire dalla seconda metà del XVIII secolo. Vento di levante che ha stregato il solido realismo europeo a favore di una contaminazione che ne appiattisse le forme, esaltasse i colori, sbrigliasse la creatività degli artisti senza che il piacere estetico occidentale ne rimanesse sconvolto. Come il Giapponismo che segnò Van Gogh, l’Esotismo di Gaugin e il Primitivismo di Picasso.
Proprio il Primitivismo, con il suo fascino lontano e misterioso, è al centro di Je suis l’autre. Giacometti, Picasso e gli altri. Il Primitivismo nella scultura del Novecento, mostra da poco inaugurata dal Museo delle Culture di Lugano, fino al 28 luglio in esposizione. Siamo gli altri, soprattutto coloro che ci affascinano senza riuscire a comprenderli bene. E in questa categoria rientrano non solo le culture etniche a cui Picasso, Giacometti, Pomodoro, Fontana, Ernst, Dubuffet, Jean Arp, Enrico Baj – solo alcuni degli artisti in mostra – si ispirarono, ma gli stessi artisti in questione.
Se l’arte occidentale non si è mai snaturata, è vero però che gli artisti delle avanguardie hanno tratto fondamentali suggestioni da alcune culture lontane, traducendole poi all’interno del contesto europeo. L’energia speciale del Primitivismo si è perciò donata in diverse forme ai vari artisti, reinventando linee e idee, mescolando suggestioni e tratteggiando analogie non ancora approfondite. La mostra, esposta nella cornice restaurata di Villa Malpensata, si muove provo in questa direzione. Un percorso analitico volto ad evidenziare similitudini espressive ed emotive, rintracciando un substrato semantico comune.
*Scultura raffigurante un’antenata, Oceania. Melanesia. Nuova Guinea. Lago Sentani. Area orientale. Villaggio di Asei, Fine del XIX secolo, Legno e pigmenti, 122×22,5×23 cm © Lugano, MUSEC-Collezione Brignoni