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“Vietato l’ingresso agli ebrei e agli omosessuali”. Imbrattata l’opera-targa di Ruth Beraha a Livorno

Ruth Beraha Io non posso entrare (autoritratto), 2018 Immagine facebook del Museo della Città - Luogo Pio Arte Contemporanea di Livorno Ruth Beraha Io non posso entrare (autoritratto), 2018 Immagine facebook del Museo della Città - Luogo Pio Arte Contemporanea di Livorno

L’opera – un autoritratto per riferimenti autobiografici – allestita  all’esterno del museo viene imbrattata con la vernice spray da uno studente di Livorno che la reputa offensiva.

L’artista decide di tenere la targa annerita.

Ruth Beraha Io non posso entrare (autoritratto), 2018 Immagine facebook del Museo della Città - Luogo Pio Arte Contemporanea di Livorno
Ruth Beraha
Io non posso entrare (autoritratto), 2018
Immagine facebook del Museo della Città – Luogo Pio Arte Contemporanea di Livorno

Il 29 aprile, alla vigilia dei festeggiamenti del primo anno del Museo della Città – Luogo Pio Arte Contemporanea di Livorno, all’ingresso esterno della galleria è stata allestita l’opera dell’artista Ruth Beraha “Io non posso entrare” (autoritratto): una piccola targa in ottone specchiato con scritto ‘vietato l’ingresso agli ebrei e agli omosessuali’.

Ruth Beraha Io non posso entrare (autoritratto), 2018 Incisione su lastra di ottone Courtesy l’artista
Ruth Beraha
Io non posso entrare (autoritratto), 2018
Incisione su lastra di ottone
Courtesy l’artista

L’artista si è ispirata al romanzo ‘Lo Schiavista’ di Paul Beatty per questo progetto che attraverso la provocazione intende risvegliare le coscienze sopite dalla rassegnazione. Un’opera che è  un autoritratto per riferimenti biografici “una piccola targa specchiante che porta un odioso messaggio, da collocare sulla soglia di un negozio, un’abitazione, così come una mostra, con l’obiettivo di sollecitare riflessioni e quesiti sui razzismi quotidiani dentro e fuori di noi”.

Ruth Beraha Io non posso entrare (autoritratto), 2018 Incisione su lastra di ottone Courtesy l’artista
Ruth Beraha
Io non posso entrare (autoritratto), 2018
Incisione su lastra di ottone
Courtesy l’artista

L’artista ha anche creato un’opera audio site specific per il museo dal titolo ‘Non sarai mai solo’ che indaga sull’idea di comunità,  fede e solidarietà tra i membri di un gruppo legati da un credo comune: in questo caso i cori dello stadio della curva del Livorno calcio.

Tornando alla targa, era prevedibile che non tutti avrebbero compreso la provocazione  infatti uno studente livornese ha imbrattato l’opera con uno spray di vernice nera . Dato che in quel momento- da quanto riferiscono i giornali locali – erano presenti sia l’artista che la direttrice del mueseo Paola Tognon, ne è nato un confronto. Un dialogo attraverso il quale si è cercato di evidenziare il significato intrinseco dell’opera al di là della provocazione.

Ruth Beraha Io non posso entrare (autoritratto), 2018 Immagine facebook del Museo della Città - Luogo Pio Arte Contemporanea di Livorno
Ruth Beraha
Io non posso entrare (autoritratto), 2018
Immagine facebook del Museo della Città – Luogo Pio Arte Contemporanea di Livorno

La direttrice ha poi chiarito quanto accaduto:

” Il 29 aprile 2019, abbiamo allestito all’ingresso esterno del Museo della Città – Luogo Pio Arte Contemporanea di Livorno, l’opera di Ruth Beraha “Io non posso entrare” (autoritratto). Una piccola targa in ottone specchiato che reca scritto: vietato l’ingresso agli ebrei e agli omosessuali. Stamane – 30 aprile 2019 – un giovane studente ha voluto interamente coprire con uno spray nero la targa ritenuta offensiva.
Ritengo che questa opera di Ruth Beraha abbia in qualche modo sollecitato solo il primo e forse il più banale dei suoi messaggi, cioè quello di essere una semplice provocazione.
Gli intenti di questa opera sono invece quelli di sollecitare una riflessione contro tutti i razzismi e le discriminazioni, quelle del passato, del presente e del futuro”.

Ruth Beraha ha deciso di tenere la targa annerita, come se la reazione istintiva dello studente rappresentasse un’evoluzione della sua creazione, tanto che, con un pizzico di ironia ha condiviso sul suo profilo Facebook la ‘nuova versione’ dell’opera.

 

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