I gemelli Perone protagonisti della terza edizione mantovana di Scultura in Piazza. Un’allegoria pop e ludica che richiama i simboli identitari della città e dei suoi storici Signori
Forse passeggiando per Spoleto, all’incirca a metà strada, Marco Tonelli, oggi direttore del Museo di Palazzo Collicola nella città umbra, deve aver immaginato un pindarico volo a… “regola d’arte” in grado di unire Mantova, città in cui ha ricoperto il ruolo d’assessore alla Cultura, e quella Via Varco di Rotondi, in Irpinia, dove un progetto artistico diffuso, di cui egli è spesso testimone e curatore, si anima anche del lavoro e delle idee dei gemelli Lucio e Peppe Perone. È nato così, probabilmente, l’input per la presentazione in commissione e l’assegnazione per un’opera per il terzo anno di Scultura in Piazza, ciclo artistico promosso dal Comune di Mantova e che vede protagonista il connubio arte, città e mecenatismo contemporaneo. L’Artista invisibile è il nome della grande installazione dei fratelli Perone, di più di 5 metri d’altezza, che campeggia, dal 27 maggio e per un intero anno, nella Corte del Palazzo Ducale mantovano, straordinaria dimora dei Gonzaga, che ospita la Camera degli Sposi affrescata da Andrea Mantegna. Tale percorso sopra le linee del tempo, capace di generare una fusione simbolica tra il passato, l’epoca moderna ed il nostro tempo, riesce ad esser sintetizzato dall’azione di Lucio e Peppe Perone, in concomitanza con il lavoro portato avanti da una realtà imprenditoriale ed aziendale come quella della Lubiam, storico marchio di sartoria industriale della città, contraddistinto da una grande spinta al mecenatismo culturale [l’opera, allo scadere dell’anno espositivo, entrerà nella collezione del Museo Lubiam, nda]. I due Perone, che non sempre lavorano contestualmente, in tale occasione hanno scelto di operare insieme nella progettazione e nella realizzazione dell’installazione: che si propone alla città in foggia di una grande giacca blu dal taglio classico, decorata da flakes – pattern caro a Peppe Perone – con una salamandra verde – emblema dei Gonzaga – sul revers, ed a sostenere cinque grandi matite colorate, simbolo della ricerca di Lucio Perone.
“È stata un’esperienza comune importante ed entusiasmante, nata dopo l’invito a visitare la Lubiam”, ci raccontano i due artisti, rientrati in quel di Via Varco e pronti per nuovi importanti progetti. “Abbiamo incontrato un ambiente dinamico, tra straordinarie donne che cucivano con maestria e capi d’abbigliamento simbolo di antica sapienza, tra cui le giacche, il vero capo distintivo della Lubiam. Tornati in studio, l’oggetto ‘giacca’ ci è rimasto in testa e da qui tutto è partito e abbiamo avviato insieme la progettazione, rigenerando le riflessioni e le idee scaturite dalla visita in azienda. Così è nato anche il titolo, L’Artista invisibile: dall’unione della nostre differenti ricerche artistiche ed è emerso un ‘terzo artista’, invisibile, naturalmente, che ha fuso linguaggi, modi di vedere, in una sola grande opera, e che unisce i nostri linguaggi, quelli della Lubiam e la storia della città di Mantova, attraverso la ‘spilla’ salamandra, simbolo di Federico II Gonzaga e maggiormente presente in altri palazzi della famiglia”. L’Artista invisibile, appare, dunque, nella sua maestosità, allegoria pop e ludica dall’anima colta, in cui l’assenza è forte presenza: e chissà che il quid artistico, invisibile agli occhi, non sia anche quello delle sapienti sarte della Lubiam, capaci di dar forma a capi di assoluta ricercatezza? Senza dubbio, l’operazione artistica di Lucio e Peppe Perone, è il caso di dirlo, si “riveste” di molteplici significati e letture, secondo gradienti stratificati, ove il ricorso alla metafora simbolica si propone quale alveo interpretativo. Tuttavia, l’opera è stata una vera impresa, a darne contezza, come a voler render sempre più tangibile tale nascondimento, è un cortometraggio realizzato in collaborazione con la Lubiam, per la regia di Giorgio Oppici.
Azzurra Immediato