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Contro la paura e i nazionalismi. Il nuovo gigante murale di OBEY nel centro di Parigi

murale d'ispirazione art nouveau a parigi
Shepard Fairey
The Knowledge + Action
Courtesy Image dell’arrtista

 

The Knowledge + Action. Il nuovo murale di Shepard Fairey  vicino al Centro Pompidou e di fronte alla Fontana di Stravinsky  invita all’impegno civico basato sulla conoscenza e non sulla superficialità.

Shepard Fairey, meglio conosciuto come Obey, non solo è uno degli street artist più conosciuti al mondo ma anche uno di quelli più attivi. Tra i numerosi murales degli ultimi mesi, l’ultimo in ordine di tempo, appena terminato insieme alla sua crew, ha attirato più di altri l’attenzione, non solo perché campeggia al centro di Parigi ma anche perché si schiera contro la protesta fine a se stessa e violenta, proprio in quella città ostaggio negli ultimi mesi delle proteste dei Gilet Gialli. Sia ben chiaro, il suo messaggio è universale, non rivolto di certo direttamente al composito movimento di protesta parigino ma parlare di ‘qualità dell’impegno civico’ in quella polveriera che è oggi Parigi, ci sembra comunque piuttosto significativo o almeno suscettibile di diverse letture.  La sindaca di Parigi,  Anne HidDelalgo, non solo ha partecipato   all’inaugurazione dell’opera ma anche autorizzato il murale in quella piazza storica vicino al Centro Pompidou e di fronte alla colorata Fontana di Stravinsky.

Con il suo consueto stile che si ispira all’Art Nouveau si rivolge a un certo clima mondiale che non lascia presagire nulla di buono per il futuro:

“L’apatia e l’ignoranza hanno promosso un declino della civiltà e dell’impegno civico di qualità, dando origine a forze che promuovono la paura, la divisione e il nazionalismo.”

scrive sui social nel presentare la sua ultima opera intitolata  The Knowledge + Action. La conoscenza più l’azione sono il vero potere, questo il messaggio.

https://www.instagram.com/p/BzB74oglKW_/

No all’apatia e alla rassegnazione perché, come si legge sul murale ‘ il futuro non è già scritto’ ma al tempo stesso l’impegno civile deve basarsi su una conoscenza reale e non superficiale dei veri problemi delle società di tutto il mondo.

Pacifista convinto – il tema della pace ricorre in molte sue opere – negli ultimi tempi il suo impegno si è concentrato anche sui temi ecologisti.  Proprio a Parigi, nel 2015 Obey si dedicò a una delle sue opere green più famose, con una installazione ‘Mandala’ proprio sulla Torre Eiffel. Shepard Fairey è da sempre un artista impegnato – raggiunge il massimo della popolarità con il manifesto ‘Hope’ pro-Obama e recentemente ha invitato gli elettori americani a non disertare i seggi durante le elezioni- anche se alcuni puristi della controcultura lo criticano perché lo ritengono un artista troppo ‘commerciale’,  con le sue opere  ben inserite nel circuito delle gallerie e che ispirano un marchio di abbigliamento molto in voga tra gli skaters di tutto il mondo

La realtà è che tutta la street art è ormai diventata una forma di arte contemporanea inserita nel circuito delle aste, delle gallerie e perfino dei musei. Pochissime le eccezioni con Banksy e il nostro Blu in prima linea.  E’ una evoluzione normale e inarrestabile. L’importante è che  rimanga  la purezza del messaggio. Far riflettere i passanti – senza censure o pressioni – per via dell’immediatezza delle immagini è il principale obiettivo dello street artist che si distingue in questo dal mero decoratore di muri su commissione delle varie amministrazioni cittadine.

 

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