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Pittura murale e musica rap. La “poetica urbana” di Maxwell Alexandre a Lione

Maxwell Alexandre

Maxwell Alexandre

Il MAC, Museo di Arte Contemporanea di Lione, in Francia, ha accolto Maxwell Alexandre per un mese nella sua residenza di artista, dedicandogli una mostra personale: Pardo é Papel. Fino al 7 luglio 2019.

Nato a Rio de Janeiro, in Brasile, nel 1990, Maxwell Alexandre si è laureato in design alla PUCRJ, (Pontificia Università Cattolica di Rio de Janeiro), nel 2016. La sua passione per il pattinaggio a rotelle ha influenzato profondamente la sua percezione dello spazio urbano, attraversando un flusso vertiginoso di immagini mentre girava per la città, ne cattura l’energia e trasferisce gradualmente nel suo lavoro ciò che incontra sulla sua strada.

Il titolo dell’exihibit si riferisce in portoghese all’uso del parola Pardo, alle tonalità delle pelle bruna o meticcia che era ampiamente associata alla schiavitù e al colonialismo. Il Pardo è unita alla carta kraft, detta Papel, che viene usata intenzionalmente per ricordare l’educazione delle comunità discendenti africane.

Maxwell si ispira alla pittura murale e alla musica rap, le sue opere rappresentano la collettività e sollevano molte questioni sociali, culturali e politiche, tra cui le minoranze etniche. Lavora su vari supporti come carta marrone, porte e infissi di ferro, in cui emergono situazioni di vita quotidiana, gruppi di individui anonimi dai volti appena abbozzati: donne, bambini in uniforme, cittadini e agenti di polizia. Tutti personaggi che circolano per le strade e i vicoli di Rocinha, la più grande favela di Rio de Janeiro, dove vive e lavora.

Maxwell Alexandre
Maxwell Alexandre – Sò cuando tu dà com as folhas gosta de salada, 2018. Sèrie “Pardo é Papel”

Egli realizza affreschi monumentali e popolari, attraverso una pittura fluida e precisa, celebra il corpo afro-brasiliano. Crea un’opera narrativa, complessa e impegnata, ed elabora un universo unico, composto da figure fragili e potenti. La sua prima esposizione avvenne in un luogo insolito, anziché una galleria o un white cube, presentò i suoi dipinti nel suo ex studio in un complesso sportivo a Rocinha, tra anelli e pattinatori, espose undici grandi dipinti di 4 metri e 75 cm e di 3 metri e 60 cm. Percorrendo gli spazi del MAC, Museo di Arte Contemporanea di Lione, risaltano agli occhi dei visitatori immagini di straordinaria bellezza, caratterizzate da grandi teli che coprono le pareti bianche, mentre altri dividono simmetricamente il centro della sala in due parti.

È una “poetica urbana” basata sulla costruzione di storie e scene tratte dalla esperienza dell’artista nella città di origine. Elementi dell’edilizia e dell’arredo urbano diventano scenografie in cui personaggi sono rappresentati in azioni quotidiane. Essi sono singole entità autonome, altri, invece, sono dipinti durante un confronto con la polizia. Madri e figli, automobili e gioielli, ostentazione e opulenza, racchiudono un mondo pieno di contraddizioni, illustrano gli ideali della società contemporanea. Sono figure forti e fiere dai colori sgargianti. L’artista dipinge le minoranze, le difficoltà e la violenza della vita nella favela, focalizzando l’attenzione sulla questione degli afro-brasiliani. Non mancano riferimenti alle icone della cultura afro-americana, come Jean-Michel Basquiat, Nina Simone o James Brown.

Maxwell Alexandre
Maxwell Alexandre – A lua quer ser preta, se pinta no eclipse (détail), 2018

I vari teloni lungo il percorso espositivo hanno titoli specifici, attingono ai testi di tre rapper brasiliani: Djonga, che è di Belo Horizonte, Baco Exu do Blues di Bahia, e BK, che come Maxwell è nato a Rio de Janeiro. Il rapporto dello street artist con la musica è dunque stretto, non a caso, accanto alle opere è possibile ascoltare alcuni brani musicali con le cuffie. Con l’amico BK ha spesso collaborato, contribuendo alla parte iconografica degli album del rapper.

Un ulteriore importante influenza nel lavoro dell’artista è la Chiesa Evangelica, che a un certo punto della sua vita ha preferito abbandonare. La sua produzione artistica riprende gli stessi “dogmi” della fede religiosa. Noiva, (La Sposa), è la massima divinità della sua “chiesa dell’arte”, che ha una propria raccolta di canti, (canzoni). Infatti, la sua prima mostra fu intitolata Il battesimo di Alexandre Maxwell, e fu inscenata una processione di dipinti dallo studio dell’artista fino alla galleria, nel centro di Rio de Janeiro, con il rapper BK nel ruolo di “sacerdote”.

E’ stato allestito uno spazio espositivo in cui ogni due mesi, gli artisti e i designer organizzano mostre per presentare i propri lavori. Intitolano la serie di exihibit, Dízimo, (decimo), perché il 10% delle donazioni viene reinvestito nella struttura, ed è una realtà lontana dalle istituzioni artistiche consolidate. Alexandre Maxwell è un giovane talentuoso, capace di raccontare in maniera innovativa, convincente e incisiva, tematiche di stretta attualità, senza nessuna base pregiudiziale.

Maxwell Alexandre
Vue de l’exposition Maxwell Alexandre, Pardo é Papel, MAC Lyon, 2019. Photo : Blaise Adilon.

Informazioni utili

MAXWELL ALEXANDRE, PARDO É PAPEL

Fino al 7 luglio 

MAC Museo d’Arte Contemporanea, Cité Internationale, 81 Quai Charles de Gaulle, Lione

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