Sconcerto tra i cittadini e il mondo della cultura per il testo della riorganizzazione del Mibac voluta dal Ministro Bonisoli che priverebbe il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia della sua autonomia.
E’ conosciuto in tutto il mondo come il museo più rappresentativo della civiltà etrusca, tanto che i suoi tesori sono richiesti in prestito non solo in Italia ma anche nei più importanti musei internazionali per impreziosire le varie mostre tematiche di turno. Eppure, il Museo Nazionale di Villa Giulia, non si è mai limitato a specchiarsi nel suo immenso patrimonio culturale e architettonico.
E’ un museo ‘vivo‘ che, in linea con le tendenze museali ‘open’ ormai consolidate in Italia e nel mondo, non solo organizza progetti espositivi ed eventi di grande interesse divulgativo ma diventa sempre di più un luogo da vivere tutto l’anno. Dalla cortesia del personale delle varie sale espositive fino alla sua dimensione social, il museo diretto da Valentino Nizzo diventa sempre di più ‘a misura di visitatore’. Ad esempio, tra le ultimissime novità di questi giorni, le aperture serali straordinarie e la possibilità di portare il proprio cane al museo affidandolo al servizio di dog sitter grazie all’accordo con ll’APP bauadvisor. Piccoli grandi sforzi che lo rendono sempre più vicino al pubblico e al territorio.
Ed è proprio quel territorio oggi che chiede a gran voce al Ministro Bonisoli un ripensamento su quanto deciso dal testo della riforma del Mibac approvata la scorsa settimana in Consiglio dei ministri. Il decreto di riorganizzazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali- la riforma che qualcuno già chiama ‘controriforma accentatrice’ – infatti, oltre a una serie di argomenti tecnici, prevede la soppressione dell’autonomia per tre musei nazionali: Museo Nazionale etrusco di Villa Giulia e il Parco Archeologico dell’Appia Antica a Roma e e la Galleria dell’Accademia a Firenze , suscitando un vespaio di polemiche.
In particolare si contano già diverse iniziative da parte di privati cittadini così come di grandi nomi della cultura e dell’archeologia a difesa dell’autonomia del museo di Villa Giulia. Non si tratta infatti solo di un problema burocratico o amministrativo che si risolve tra il museo e il Mibac. L’autonomia è fondamentale affinché un museo si mantenga ‘sul pezzo’, sia in grado di progettare, interpretare tendenze, risolvere criticità, mantenere il contatto con i visitatori e il territorio.
Lo sanno bene le diciotto associazioni che coinvolgono alcune migliaia di cittadini che, quanto riporta AgCult, hanno firmato una lettera aperta al Ministro Bonisoli affinché torni sui suoi passi: ‘La proposta causa incertezza nelle strategie del Museo Etrusco di Villa Giulia che ha interpretato le condizioni di autonomia come occasione per esprimere l’eccezionalità del patrimonio presente nel Museo stesso per la cultura di Roma, dell’Italia e dell’Europa. Le scelte espresse hanno permesso di conseguire risultati positivi nella direzione di far diventare il Museo un luogo frequentato, amato ed apprezzato dai cittadini, valorizzando non solo il contenuto del Museo ma l’intero complesso urbano di Villa Giulia, che ha assunto un rilievo eccezionale in diversi momenti della storia della città di Roma e dell’Italia”.
Anche il Direttore Valentino Nizzo – che da quanto si apprende ha saputo della riforma dai giornali- non intende arrendersi e all’Ansa annuncia di voler proporre al ministro ‘una rete che unisca insieme i tanti musei pre romani d’Italia, che faccia capo però al Museo Nazionale Etrusco di Roma messo in grado di gestire il progetto’. Per il momento però l’incertezza incombe su tutti i progetti futuri già avviati, in particolare la grande mostra sugli etruschi organizzata per l’anno prossimo alla Fondation Canal di Madrid. Come riporta all’Ansa il Direttore ‘sarebbe stata la più importante mai allestita in Europa’.