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Cambiamo nome al Mibac! Si chiami Ministero dello Spettacolo

L'incontro virtuale del Mibac con attori, registi, cantanti L'incontro virtuale del Mibac con attori, registi, cantanti
L'incontro virtuale del Mibac con attori, registi, cantanti
L’incontro virtuale del Mibac con attori, registi, cantanti

Nell’emergenza Coronavirus il Mibac annuncia contributi per attori, registi, cantanti, musicisti. 130 milioni di euro alle emergenze dello spettacolo e del cinema, niente per l’Arte Contemporanea

Il ministro per i beni culturali Dario Franceschini, dal calduccio dei suoi appartamenti e dei dorati saloni del Mibac al Collegio Romano, deve essere convinto che gli artisti visivi – pittori, scultori, videoartisti, e con essi curatori e critici d’arte, ovviamente – siano tutti ricchissimi. E che quindi non patiscano nessuna difficoltà in questo periodo di crisi pandemica, tanto da non necessitare di nessun sostegno.

Oppure, e questo è più probabile, deve essere convinto che chiunque graviti attorno al mondo dell’arte contemporaneane parlavamo giusto ieri, a proposito di Germano Celant – non conti nulla. Al contrario, deve preferire – e lo fa, nei fatti – curarsi di attori, registi, cantanti, musicisti. Che per lo meno ogni tanto compaiono sul golem televisivo, e quindi sono comunicativamente più “interessanti”.

Deve essere per questo che le attenzioni del Mibac negli ultimi tempi paiono concentrarsi quasi esclusivamente su questi. Tanto che nei giorni scorsi, nel corso del Question time alla Camera, Franceschini ha voluto rassicurare che “Nessun artista verrà dimenticato. Nessun attore, nessun musicista così come nessun lavoratore del mondo dello spettacolo”. Una frase paradigmatica: secondo la quale per il ministro “artista” corrisponde ad attore o musicista, senza bisogno di specifiche.

Dario Franceschini
Dario Franceschini

Del resto nella stessa occasione lui stesso ha annunciato di aver firmato “il decreto che avvia le procedure per il riparto di 20 milioni di euro a sostegno delle realtà delle arti performative che non hanno ricevuto contributi provenienti dal FUS nel 2019. Tali risorse provengono dai fondi istituiti con il decreto ‘Cura Italia’, varato dal Governo lo scorso 17 marzo, che destinano 130 milioni di euro alle emergenze dello spettacolo e del cinema”. Chiaro? Per chi non lo sapesse, FUS sta per Fondo Unico per lo Spettacolo: vi risulta che esista un “Fondo unico per l’Arte Contemporanea”?

Ovviamente, un politico deve poi passare all’incasso. E infatti ieri il ministro ha incontrato in video conferenza alcuni rappresentanti del mondo dello spettacolo dal vivo per informarli sulle misure già approvate dal governo, per anticipare i contenuti del prossimo decreto. E per discutere le azioni da intraprendere in vista delle riaperture.

Chi ha partecipato? Stefano Accorsi, Alessio Boni, Roberto Bolle, Emma Dante, Anna Foglietta, Carlo Fontana, Paolo Fresu, Monica Guerritore, Vinicio Marchioni, Stefano Massini, Roy Paci, Nicola Piovani, Vittoria Puccini, Luca Salsi. Nessuno dei tanti pittori, scultori, videoartisti giovani o adulti che sono in gravi difficoltà, ma sconosciuti al grande pubblico televisivo. E quindi (forse) ben poco utili alle promesse del ministro in cambio di facile propaganda di massa con i soliti volti noti…

www.beniculturali.it

Massimo Mattioli

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